Una spilla romana, smaltata, che rappresenta sinteticamente un drago, è stata trovata in queste ore in un campo agricolo di Marston, un villaggio di circa 150 abitanti situato nella contea di Staffordshire , in Inghilterra. La fibula romana – utilizzata per la vestizione –
misura 52,1 mm di lunghezza, 26,8 mm di larghezza e 6,0 mm di spessore e pesa 14,9 grammi. E’ databile, secondo gli archeologi, a un periodo imperiale compreso tra l’ 80 d. C. e il 200 d. C.
Si può ipotizzare che la spilla possa provenire da una sepoltura, forse sconvolta nei secoli, da successive arature. L’aratro potrebbe aver disperso progressivamente, su un’ampia area, gli oggetti artigliati dall’aratro. Il materiale in cui è stata realizzata è il bronzo, con inserti di smalto.
“Fortunatamente – dicono gli archeologi inglesi che hanno compilato la scheda di ritrovamento – sì è conservato oltre il 75% della spilla, costituita dalla placca principale e dalla parte superiore del perno. La spilla è costituita da una piastra centrale, che rappresenta il corpo, con un collo ristretto che si incurva verso l’alto e una coda abbinata che si incurva verso il basso. Su ciascun terminale sono presenti occhi circolari in stile anulare, con una linea di pallini perforati attorno al bordo esterno. Lo smalto rosso ha riempito la rientranza dell’anello. L’orecchio dell’animale mitico curva verso il basso e termina con un’estremità arrotondata”.
“Un orecchio corrispondente si trova sul terminale inferiore e si curva per attaccarsi alla base del terminale inferiore. Il piatto centrale è stato decorato con smalto. Ha una griglia rettilinea, due per due quadrati, con le linee trasversali. Lo smalto sopravvive nei riquadri centrali e si alterna al giallo e al blu. Altro smalto sopravvive solo in una delle celle curve esterne e sembra essere di colore rosso. Il rovescio è piatto. La parte superiore del perno sopravvive come un pezzo di filo spesso in lega di rame curvato attorno al collo tra il corpo e il terminale superiore. È largo 4,4 mm. La spilla dragonesque è di colore marrone scuro, con una patina superficiale uniforme. Questo tipo di patina suggerirebbe che potrebbe essere stata in un ambiente anaerobico impregnato d’acqua”.
Il draco è una costellazione settentrionale. Il poeta latino Virgilio chiama questa costellazione Anguis (“Serpente”) nelle Georgiche (I, 244-246): “Quassù (sul polo nord astronomico, ndr) scivola il Serpente con le sue pieghe sinuose e come un fiume passa intorno ed in mezzo alle due Orse…”.