Trovati abitazione di 5mila anni fa distrutta dal fuoco e tomba con sei corpi. Donna in “postura di rana” e 5 bambini attorno a lei

Fu pensata una fossa circolare. La giovane donna fu sepolta per prima - a poche ore dal decesso - in posizione bocconi - con il volto verso il terreno - le braccia e le gambe composte in una posizione di rana. Attorno a lei e parzialmente sopra il suo corpo furono collocati i corpi dell'adolescente e di 3 bambini. Ad avvenuta sepoltura dei cinque corpi ne fu collocato un sesto. I volti dei bambini guardavano lateralmente e non in basso. Osservata da sopra la fossa con i corpi ricorda la ruota di un carro o un corpo celeste o come la luna piena
Veduta della sepoltura da un punto zenitahal nel momento in cui lo scavo mostra la massima eloquenza della deposizione dei corpi. © R. Marsac, Inrap
Particolare della casa oggetto degli scavi. Notiamo la presenza, a terra, di un frammento di tetto crollato a seguito di un incendio. Nella parte centrale dell’abside dell’edificio era collocato un focolare centrale circondato da alcune pietre nei pressi del quale è stato rinvenuto un vaso frantumato. © Muriel Gandelin, Inrap

I resti straordinari di un’abitazione del tardo Neolitico – siamo a circa 5mila anni fa – e una sepoltura anomala di una donna e 5 bambini, inumata come fosse una rana o un rospo, con i propri piccoli attorno – sono stati trovati, con resti di elaborate cantine e silos dagli archeologi, dagli archeologi dell’Inrap. Ne dà notizia ora lo stesso Istituto nazionale francese delle ricerche archeologiche preventive. La scoperta è avvenuta nelle campagne di Montagnac, un Comune francese di 3.636 abitanti situato nel dipartimento dell’Hérault nella regione dell’Occitania.

Siamo quindi nella Francia del Sud. Il territorio municipale, non lontano dal mare, di sviluppa dagli 8 ai 172 metri sul livello del mare stesso. Il punto in cui, tra la fine dal 2023 e i primi mesi del 2024, è avvenuto lo scavo archeologico preventivo è un’area resa edificabile che, nel passato, non fu oggetto di molti interventi. Ciò ha consentito la conservazione di importanti reperti.

“Qui – dicono gli archeologi dell’Inrap – sono state portate alla luce testimonianze inedite ed eccezionalmente conservate della fine del Neolitico e delle vestigia funerarie dell’inizio dell’età dei metalli”. Il periodo potrebbe essere così compreso, secondo gli schemi della preistoria francese, tra il 3100 e il 3000 a.C., epoca di passaggio dal Neolitico al Calcolitico, l’Età del Rame.

“Sono documentati i resti di almeno due edifici. – dicono gli archeologi dell’Inrap – La casa meglio conservata è adagiata sul terreno in leggera pendenza. Aveva una pianta a doppia abside lunga 11 metri larga 8, materializzata da un muro in pietra conservato, al massimo, su tre linee di alzata. Questa, che certamente costituiva la base di un muro costruito essenzialmente in terra cruda, era costituita da lastre di pietra montate mediante grossi giunti di terra cruda. Ad un certo punto della sua storia, questa casa bruciò parzialmente e il tetto, costituito da terra e piante, crollò in parte sul pavimento di circolazione, preservando quest’ultimo così come il focolare centrale e schiacciando un vaso posto accanto ad esso. Una struttura di deposito, anch’essa localizzata nell’area dell’abitazione, mostra anch’essa un episodio di intenso riscaldamento delle sue pareti ed è probabile che il suo contenuto sia bruciato durante l’incendio”.

“Nella parte inferiore di una struttura di stoccaggio (cioè un magazzino, ndr.) – prosegue l’Inrap – sono stati scoperti i resti di sei individui. Cinque di essi presentavano le caratteristiche della deposizione simultanea con, in particolare, contatto diretto e senza disturbo degli scheletri. In ordine cronologico di presentazione, questo gruppo era composto da un adolescente di età compresa tra 12 e 14 anni, un soggetto femminile adulto, un bambino di età compresa tra 4 e 8 anni, un bambino di età compresa tra 3 e 5 anni e un soggetto perinatale. Se la posizione di quest’ultimo non è leggibile, tutti gli altri soggetti del gruppo riposavano in posizione flessa”.

L’abitazione – che era lunga undici metri e larga 8- e che presentava, da un lato, una struttura absidale in cui c’era un focolare – andò in fiamme. Il tetto cadde, tutte le parte lignee furono divorate dal fuoco. Ma qui si ricostruì rimuovendo parte dei detriti dell’incendio, che furono utilizzati per la copertura di silos, cioè le cavità nel scavate nel terreno per conservare i raccolti, i formaggi o la carne salata. L’incendio fece vittime? Uccise nel sonno una giovane donna e i suoi figli? Sono da collegare all’incendio la sepoltura anomala di una donna, di un adolescente e altri 4 individui – tutti bambini -?

E’ presto per poterlo dire, ma quel che è certo è il fatto che la tomba presenta numerose anomalie. La prima è che 5 delle 6 persone persone in essa sepolte furono inumate simultaneamente – quindi morirono se non nello stesso istante, nelle stesse ore – mentre la sesta – un bambino – fu sepolto dopo. Più morti contemporanee nella stessa comunità non attengono, normalmente, alla malattia, ma sono legate a un incidente, a una disgrazia o un omicidio plurimo.

Ciò che colpisce è la posizione assolutamente anomala della donna, soprattutto a livello delle gambe. Una postura non naturale, che lascerebbe intendere che il corpo della defunta sia stato manipolato immediatamente dopo l’evento fatale o comunque dopo poche ore, considerando che il rigor mortis inizia a manifestarsi a 3 ore del decesso.

Ulteriore anomalia di queste esa-sepoltura è la scelta altamente simbolico- scenografica della collocazione dei corpi. Fu pensata una fossa circolare. La giovane donna fu sepolta in posizione bocconi – con il volto verso il terreno – le braccia e le gambe composte in una posizione di orante, ma forse -. ancor più – di rana o di rospo.

Attorno a lei e parzialmente sopra il suo corpo  o poco sotto di lei furono collocati i corpi dell’adolescente e di 3 bambini. Ad avvenuta sepoltura dei cinque corpi ne fu collocato un sesto. I volti dei bambini guardavano lateralmente e non in basso. Osservata da sopra la fossa con i corpi ricorda la ruota di un carro o un corpo celeste o come la luna piena. La collocazione dei corpi nella buca doveva essere stata oggetto di spaventosa contemplazione. E’ probabile che la sepoltura non fosse stata immediata. E ciò ci rinvia – pur nel passaggio dei millenni – a un a un modus monumentale con la quale nella Francia arcaica si affrontavano i riti della morte. Basti pensare ai 28 cavalli abbattuti contemporaneamente e disposti a terra, come in un gigantesco e spaventoso teatro di 2000 anni fa, altra scoperta degli archeologi dell’Inrap.

Perché quella postura con donna e bambini? Nei periodi storici – cioè successivi alla preistoria – la sepoltura bocconi tendeva ad essere usata come motivo infamante nei confronti del defunto o per protezione dei vivi dal morto che, probabilmente, si temeva che potesse tornare in vita. Ma qui il corpo della donna defunta, oltre ad essere bocconi, viene chiamato ad assumere la posizione anomala di una orante che, al contempo sembra una rana o un rospo, che porti sul dorso la propria progenie.

 

Il disegno, sotto il profilo compositivo, è evidente. Ma è il significato che può sfuggire. Lei era semplicemente in posizione di orante? Ma perché, allora, il volto verso il basso?  Nella connotazione positiva potremmo pensare che i familiari avessero affidato alla giovane morta il compito di portare i piccoli defunti, amorevolmente, nell’aldilà, come se dovessero attraversare un lago. Nella connotazione negativa potremmo pensare che ella sia stata sepolta dopo un atto violento – l’omicidio e incendio? – nel quale furono coinvolti alcuni bambini e che la rappresentazione della rana o del rospo, fosse collegata dai nemici della donna – come nei millenni successivi – alla sfera che oggi definiremmo demoniaca. Sia nel caso di un’amorevole sepoltura familiare che in un rituale di sepoltura esorcistica assisteremmo alla stessa cura rituale.

Ora è presto per esprimersi. Devono essere ancora iniziate le indagini di laboratorio. Da esse potremo conoscere la datazione dell’incendio e della successiva ricostruzione, forse fino alla fine della frequentazione del luogo; sempre dall’esame degli isotopi del radiocoarbonio conosceremo l’epoca della morte delle sei persone sepolte nei pressi della casa. Il loro Dna saprà darci conferme sul sesso e sui vincoli di parentela.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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