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Tutti i segreti del lampadario etrusco che illuminava un tempio di Cortona. Mostra a Milano. Il video


Dal 14 dicembre il Museo d’arte ospita il lampadario etrusco di Cortona: un raro oggetto in bronzo, con raffinate decorazioni, destinato a illuminare un luogo di culto.
Oltre a essere uno dei capolavori dell’artigianato artistico dell’Etruria, il lampadario – che ha un diametro di 60 centimetri – testimonia la storia dell’Accademia Etrusca e la sua volontà di conservare un patrimonio eccezionale e metterlo a disposizione della collettività; la sua temporanea presenza nel Museo d’arte consente di rafforzare la collaborazione tra due istituzioni e di portare a Milano un oggetto di grande fascino e raffinatezza.

 

Rinvenuto casualmente nel 1840 nella campagna cortonese, il lampadario fu acquistato dall’Accademia per inserirlo nella civica collezione etrusca. La faccia inferiore è decorata con scene figurate e motivi fitomorfi e al centro campeggia un gorgoneion dal volto incorniciato da riccioli bipartiti sulla fronte e grande bocca con lingua pendente.


tutto attorno al gorgoneion piccoli serpenti aggrovigliati, realizzati a mano. Sui bordi si alternano rilievi di piccoli volti di Acheloo e 16 beccucci nei quali avveniva la combustione dell’olio lampante grazie ad appositi stoppini. Accompagna il lampadario una targa con iscrizione, aggiunta in un periodo successivo ma ritrovata insieme al manufatto, che informa sulla consacrazione o riconsacrazione del lampadario, attestando la pratica del riuso nelle civiltà passate. Ciò che possiamo aggiungere è il fatto che, nell’insieme, le creature divine etrusche contribuiscono a creare l’immagine di un fiore-sole. Il lampadario, visto dal basso ha proprio la forma dell’astro solare raggiato e di un enorme struttura floreale.. I lumi ridavano forza al sole stesso, richiamandolo all’eterno ritorno primaverile.

La mostra – Il lampadario di Cortona. Dal collezionismo delle origini alle raccolte contemporanee – è curata
da Paolo Bruschetti e Giulio Paolucci nello Spazio Bianco della Fondazione Luigi Rovati, in Corso Venezia 52, a Milano.


Acheloo, la cui figura è presente nel lampadario, è un personaggio della mitologia greca, un dio-fiume figlio del titano Oceano e della titanide Teti. Fondamentalmente era il dio che generava le fonti di acqua dolce e pura. E la sua presenza, attraverso i fiumi, era garanzia di prosperità per l’agricoltura. Fu padre di Ippodamante ed Oreste avuti da Perimede, figlia di Eolo. Gli viene attribuita anche la paternità delle sirene.

Compare nel ciclo delle fatiche di Eracle quando aspirava alle nozze con Deianira, figlia di Eneo e re degli Etoli, che era stata chiesta in moglie da Eracle.