Un disegno giovanile attribuito a Michelangelo all’asta con una stima di 30 milioni di euro

L'opera testimonia il confronto con il Masaccio degli affreschi della Chiesa del Carmine a Firenze. La Francia ha concesso il diritto di esportazione. Sarà gara tra Occidente, Cina e mondo arabo

Christie’s mette all’asta a Parigi – nell’ambito della tornata dedicata ai “Maîtres anciens et du XIXe siècle”, che si svolgerà il 18 maggio – un disegno attribuito a Michelangelo Buonarroti, “Giovane nudo (dopo Masaccio)”, realizzato dal maestro durante un confronto con il Battesimo dei neofiti di Masaccio – nel richiamo alla figura centrale – dipinto nella Chiesa del Carmine a Firenze. Altri studi di Michelangelo traggo linfa dal Masaccio, tra i quali viene segnalata un’opera disegnativa conservata all’Albertina di Vienna e una seconda alla Staatliche Graphische Sammlung di Monaco.

Il disegno attribuito a Michelangelo (33 x 20 cm). Foto: courtesy Christie’s

Secondo quanto è scritto nella scheda dell’opera, essa sarebbe stato eseguita in età giovanile, poco dopo gli esordi e sarebbe sulla scala temporale di produzione del maestro – il primo disegno di Michelangelo, finora conosciuto. L’opera, che appartiene a un privato, è stata dotata, dopo 30 mesi di indagini e valutazioni da parte dello Stato francese che avrebbe potuto bloccarlo in patria, di licenza di esportazione. Ciò significa che il numero dei collezionisti che potranno partecipare alla gara sarà molto superiore e non è escluso che il disegno vada in direzione dei Paesi Arabi o della Cina, molto attenti all’arte rinascimentale. Sarà possibile, pertanto, che la stima di 30 milioni sia superata.

Il disegno fu autenticato nel 2019 da Furio Rinaldi, che, in quell’anno, era specialista del dipartimento Old Master Drawings di Christie’s, che aveva incassato anche un parere positivo anche da parte di Paul Joannides, emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge e autore dei cataloghi completi dei disegni di Michelangelo e della sua scuola all’Ashmolean di Oxford e al Louvre.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz