Un “frigorifero” con resti di cibo cotto trovato ora in un antico accampamento di soldati romani

Nel frigo sono stati trovati frammenti di vasi e ossi d'animali, che presentano segni di cottura. Ciò significa che nel contenitore veniva riposto il cibo avanzato.

Un contenitore coibentato per la conservazione degli alimenti, che, con il ghiaccio conservato nelle nevaie poteva costituire il progenitore dell’attuale frigorifero, è stato trovato, in questi giorni, in un accampamento romano del I secolo a Novae, in Bulgaria, da un’equipe di archeologi polacchi.

“Novae era un accampamento legionario costruito nel I secolo d.C., come base permanente della 1a legio di soldati provenienti dall’attuale penisola italiana sul Basso Danubio Lima (confine impero) nella provincia di Mesia Inferior. – spiegano gli archeologi – Nel 69 dC si decise di rafforzare il confine imperiale perché si temeva la vicina Dacia. Ecco perché la neonata legione, che era formata solo dagli abitanti d’Italia, fu trasferita sul Danubio: la 1a legio italiana fu di stanza a Novae fino alla metà del 5° secolo”.


L’équipe guidata dal prof. Piotr Dyczek dell’Antiquity of Southeastern Europe Research Center, Università di Varsavia, ha fatto una serie di scoperte, nelle scorse settimane. Tra i materiali recuperati, importanti monete e il “frigorifero” che si trovava in quella che doveva essere la stanza di una caserma militare.
Nel frigo sono stati trovati frammenti di vasi e ossi d’animali, che presentano segni di cottura. Ciò significa che nel contenitore veniva riposto il cibo avanzato.

La minuscola struttura, avrebbe potuto essere utilizzata anche per tenere in caldo le vivande cotte, durante la stagione fredda, in attesa dell’arrivo del commensale.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz è uno storico e un critico d'arte. Fondatore di Stile arte, è stato direttore dei Musei Bresciani (Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo, Santa Giulia e Castello dal 2009 al 2014) coordinando, tra le altre cose, il dossier della candidatura Unesco di Brescia e dell'Italia Longobarda, titolo concesso dall'ente sovrannazionale. Ha curato grandi mostre sia archeologiche - Inca - che artistiche - Matisse - con centinaia di migliaia di visitatori. Ha condotto studi di iconologia e di iconografia. Ha trascorso un periodo formativo giovanile anche in campo archeologico. E' uno specialista della pittura tra Cinquecento e primo Seicento ed è uno studioso del Caravaggio. E' iscritto all'Ordine dei professionisti professionisti E' stato docente di Museologia e Museografia all'Accademia di Brescia