Un ragazzo scopre sotto terra questo strano oggetto. Ha 2mila anni. Cos’era, a cosa serviva, che significava. Rispondono gli archeologi

Visto così, poteva sembrare il meccanismo di un vecchio orologio. O comunque una sorta di ingranaggio. In realtà l’oggetto in bronzo narra una storia avvincente, tutta da leggere. Nell’area sono state scoperte anche ceramiche romane e una moneta imperiale. Cosa c’era in quel punto?

Gli archeologi di Heneb: Clwyd-Powys Archaeology, impegnati in una serie di scavi al Greenfield Valley Heritage Park nel Galles del Nord, hanno portato alla luce i resti di un insediamento vecchio di 2000 anni. Questo ritrovamento rappresenta una tappa fondamentale per la comprensione dell’età del ferro nella regione. Come riferito dai responsabili del progetto, la scoperta del 2024 è stata realizzata da un team composto da esperti, studenti e volontari locali, guidati dagli archeologi dell’ufficio di Heneb a Welshpool. Tra i resti individuati spiccano due case rotonde, tipiche dell’epoca, e una serie di manufatti che gettano nuova luce sugli scambi commerciali e sulle influenze culturali del periodo.

Le case rotonde e i manufatti dell’età del ferro

La ricostruzione delle case a pianta circolare utilizzate per le riunioni @ Heneb: Clwyd-Powys Archaeology

Le case rotonde, caratteristiche degli insediamenti dell’età del ferro, erano utilizzate come abitazioni e punti di ritrovo comunitario. Le due strutture ritrovate a Greenfield Valley offrono indizi sulle modalità di vita della tribù locale dei Deceangli, una popolazione celtica stanziata nel nord-est del Galles. Accanto alle case, è stata rinvenuta una ricca collezione di manufatti, tra cui frammenti di ceramiche romane e alcuni lavori metallici. Questi oggetti testimoniano una presenza romana significativa e suggeriscono un commercio fiorente tra i nativi e i nuovi arrivati romani, probabilmente incentrato sulla produzione di metalli, risorsa chiave dell’area.

La montatura a triscele: l’identità celtica

Il triscele di bronzo, subito dopo il ritrovamento @ Heneb: Clwyd-Powys Archaeology

Tra i reperti, la scoperta più notevole è stata una montatura a triscele della tarda età del ferro, ritrovata completamente intatta da un ragazzo – “archeologo in erba” è stato definito dia colleghi – che partecipava agli scavi. Questo tipo di montatura decorata era utilizzata per adornare i finimenti dei cavalli e rappresenta un elemento di valore sia artistico che culturale. Le decorazioni per finimenti erano un po’ come “targhe automobilistiche” personalizzate. Consentivano a tutti di capire a che tribù appartenesse il padrone del cavallo. Il triscele, un antico simbolo a tre braccia, è fortemente associato al mondo celtico e possedeva connotazioni sacre e simboliche.

Cos’è il triscele celtico?

Il triscele è un simbolo composto da tre spirali o gambe, che ruotano attorno a un centro comune, e rappresentava l’equilibrio e l’armonia delle forze della natura. Nel mondo celtico, questo simbolo era spesso legato a significati profondi, come il ciclo della vita, della morte e della rinascita, oppure il legame tra terra, cielo e mare. Le sue tre braccia possono rappresentare anche le divinità celtiche o gli elementi naturali. La montatura decorata con il triscele rinvenuta a Greenfield Valley suggerisce un’identità etnica e culturale fortemente legata alle tradizioni celtiche locali, sebbene influenzata dalle relazioni con i Romani.

Prospero scambio commerciale con i Romani

La scoperta della montatura e degli altri manufatti, tra cui ceramiche romane, testimonia un legame significativo tra i Deceangli e l’Impero Romano verso la fine del I secolo d.C.

Una moneta romana, trovata durante gli scavi @ Heneb: Clwyd-Powys Archaeology

Questo rapporto sembra essere stato in gran parte incentrato sulla produzione e sul commercio di metalli, una risorsa abbondante nel Galles del Nord. Gli scavi hanno rivelato che l’insediamento, pur appartenente all’età del ferro, era profondamente influenzato dalle pratiche commerciali romane, a dimostrazione di uno scambio economico e culturale tra i due mondi.

L’importanza della scoperta per la comunità locale

La dottoressa Carol Bell, presidente di Heneb, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta non solo per la ricerca archeologica, ma anche per il coinvolgimento delle nuove generazioni. “Sono sicura che questa importante scoperta incoraggerà Edward e molti altri giovani a imparare di più sull’archeologia e sulla storia locali”, ha detto. Il progetto di Heneb ha infatti un forte legame con la comunità locale, coinvolgendo residenti, studenti e volontari in tutte le fasi degli scavi. Questo approccio non solo arricchisce la ricerca scientifica, ma promuove anche l’apprendimento attivo e la partecipazione civica.

Un futuro promettente per Greenfield Valley

L’intero programma di scavi ha l’obiettivo di potenziare il patrimonio culturale e storico del Greenfield Valley Heritage Park, rendendolo un punto di riferimento non solo per la ricerca archeologica, ma anche per il turismo culturale. Le scoperte fatte finora stanno aprendo nuove strade per la comprensione della storia dell’area, gettando luce su periodi storici complessi e poco documentati. Grazie alla partecipazione della comunità e al sostegno delle istituzioni, Greenfield Valley si sta trasformando in un luogo dove il passato prende vita e offre nuove prospettive per il futuro.

I Deceangli decisero di collaborare con gli invasori

I Deceangli erano una tribù celtica che abitava il nord-est del Galles durante l’età del ferro, in particolare nelle aree che oggi corrispondono alle contee di Flintshire e Denbighshire. Sono menzionati dagli storici romani come una delle tribù autoctone che si opposero all’invasione romana, ma la loro storia è in gran parte ricostruita attraverso l’archeologia. Sebbene siano stati coinvolti in alcune ribellioni contro l’occupazione romana, la loro sottomissione agli invasori non sembra essere stata lunga o violenta rispetto ad altre tribù celtiche della Britannia.

La presenza romana nel Galles

I Romani iniziarono la loro invasione della Britannia nel 43 d.C. sotto l’imperatore Claudio. L’espansione romana nel Galles fu difficile e caratterizzata da aspri conflitti, in particolare contro tribù come i Siluri e gli Ordovici, stanziati più a sud e a ovest. Tuttavia, la presenza romana nel nord-est, dove vivevano i Deceangli, fu relativamente pacifica dopo che i celti assunsero un comportamento collaborativo. Il Galles del Nord, noto per la sua abbondanza di risorse naturali, attirò l’interesse dei Romani, che erano particolarmente interessati all’estrazione mineraria.

Le miniere della zona. Preziose per i romani

I segni della presenza romana nella zona sono certamente collegati al reticolo che si sviluppò attorno alle attività minerarie e al suo indotto. Una delle risorse più importanti del Galles settentrionale erano i metalli, in particolare il piombo – utilizzato nel campo delle condutture idrauliche all’interno delle abitazioni e fondamentale per la realizzazione dei proiettili dei frombolieri dell’esercito romano – il rame e lo stagno, che venivano estratti dalle montagne circostanti. Sottolineiamo che il rame e lo stagno sono i due componenti del bronzo. Le miniere romane, come quelle di Parys Mountain e Great Orme, erano centri produttivi chiave durante il periodo dell’occupazione romana. Oltre al piombo e al rame, si trovavano filoni di argento, utilizzato per scopi decorativi e monetari.

Le miniere erano cruciali per l’economia dell’impero romano, e la zona del Galles del Nord divenne una delle aree più attive per l’estrazione di questi metalli. Le comunità locali, come quella dei Deceangli, furono coinvolte nel processo di estrazione e commercio dei metalli, contribuendo a creare un prospero scambio economico con i Romani. Questo è evidente anche dalle scoperte di ceramiche romane e lavori metallici rinvenuti negli insediamenti locali, che testimoniano il rapporto tra i nativi e i colonizzatori romani.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa