Una splendida moneta d’argento che raffigura Roma trovata ora nel terreno dell’Anfiteatro romano di Volterra

La moneta risale all'epoca repubblicana ed è pertanto precedente alla realizzazione della grande struttura. E stata rinvenuta nel materiale di riempimento

VOLTERRA – Mentre un gruppo lavora all’individuazione del banco roccioso su cui poggia l’anfiteatro e all’individuazione delle tecniche di integrazione costruttiva tra la base dell’edificato e il contesto naturale, un secondo gruppo di archeologi opera per portare alla luce parti dell’anfiteatro ancora totalmente sepolte. Ed è tra il materiale che è stato trasportato nei secoli o che è sceso dal colle per dilavamento che è apparsa oggi una scintillante moneta romana d’argento. Che non è stata persa quindi dagli spettatori che assistevano ai giochi gladiatori, ma da qualcun altro più di 100 anni prima che l’anfiteatro stesso fosse costruito.

La moneta, un denarius d’argento, risale al periodo repubblicano e fu battuta da Marco Cecilio Metello attorno al 127 a. C. Una moneta che rappresenta Roma, con l’elmo in testa, il nome poco dietro la nuca, come la conosciamo raffigurazioni arcaiche, per certi aspetti simile a Minerva, che tendono poi a ridurre la propria presenza iconografica andando verso l’Impero. Nel verso della moneta è battuto uno Scudo macedone decorato con testa di elefante, circondato dalla scritta M · METELLVS Q · F ·. Il tutto in una corona di alloro.

Marcus Cæcilius Metellus Quintus Junior era il terzo dei figli di Quintus Cæcilius Metellus Macedonicus. Svolse la carica di magistrato monetario presso Quinto Fabio Massimo Eburnus e Caio Servilio intorno all’anno 631 a.C. (123 a.C.). Divenne console nel 639 a.u.c (115 a.C.) Emilio Scauro. L’anno successivo fu inviato come proconsole in Sardegna e, dopo aver sconfitto gli isolani in rivolta, tornò trionfante a Roma.

Lo scudo macedone ricorda le vittorie ottenute in questo Paese dal padre del console e in particolare il suo trionfo sulla rivolta di Andrisco nel 148 a.C., dopo la quale la Macedonia divenne una provincia romana . Sull’umbone dello scudo è raffigurata una testa di elefante in ricordo della vittoria di un altro suo antenato, Lucio Cecilio Metello, sugli elefanti cartaginesi a Panorma nell’anno 503 aC (251 aC).

L’anfiteatro romano di Volterra – successivo a quell’epoca – è un edificio monumentale della città di epoca imperiale, ancora in fase di scavo. La sua scoperta risale all’estate del 2015, avvenuta in modo del tutto casuale durante alcuni lavori di ripristino idrogeologico eseguiti dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno. Situato a pochi passi dalla Porta Diana e dal cimitero urbano, l’anfiteatro è venuto alla luce grazie ai primi saggi di scavo e a un’indagine topografica, che hanno permesso di determinarne l’estensione e la tipologia di costruzione. Le evidenze raccolte suggeriscono che l’anfiteatro risalga approssimativamente al I secolo e che misuri 65 x 82 metri. Si stima che potesse ospitare tra le 8000 e le 10000 persone.

È interessante notare che nessuna fonte storica pervenutaci menziona l’esistenza di un anfiteatro a Volterra, e le cause del suo parziale crollo e successivo interramento rimangono tuttora sconosciute.

A partire dal 2019, sono stati avviati gli scavi, che continuano tuttora, concentrandosi sulle gradinate e sulle relative gallerie sottostanti. Inoltre, è stata raggiunta l’arena, situata a circa 10 metri dal livello dello scavo, con il sistema di smaltimento delle acque reflue ancora intatto.

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