Ottimo disegnatore, Vincent Van Gogh imparò dall’osservazione degli antichi la costruzione e il completamento disegnativo attraverso la tecnica del paesaggio nel paesaggio e della figura nella figura. Cosa significa ciò che stiamo dicendo? Che spesso, i disegnatori e i pittori antichi – dal Rinascimento, fino all’Ottocento – riempivano le ombre o parti della loro opera con micropaesaggi o piccole figure, che non sono frutto della pareidolia – cioè dell’azione automatica del nostro cervello, che tende a proiettare, anche sull’informe, forme di senso compiuto – ma elaborati giochi che consentivano una resa ancor superiore rispetto a quella del semplice trasferimento del dato ottico piatto.
A questo gioco di efficientamento del segno e di sottolineatura dell’autografia non si sottrasse, come possiamo vedere, il maestro olandese, che inserisce qui – come in altre opere – un elaborato, per quanto minuscolo ritratto – che rinvia al volto del maestro stesso – nel piccolo paesaggio. Riuscite a vederlo?
Spesso per trovare elementi nascosti basta ruotare leggermente il disegno o il dipinto. La nostra percezione basata sulla perpendicolarità degli assi, ci sottrae particolari che un occhio allenato a cogliere la pluralità degli assi stessi, evidenzia con estrema facilità, come vediamo nelle due immagini, successive, dello stesso disegno.