112 vasi di vetro, probabilmente provenienti da Murano e risalenti al Rinascimento, sono stati rinvenuti durante le immersioni estive 2024, nel corso dei lavori archeologici subacquei nel Mar Nero.
La scoperta e il recupero del materiale sono avvenuti nella baia di Chengene Skele, nel distretto di Burgas in Bulgaria.
Il lavoro archeologico è stato condotto da un team del Museo di Storia Nazionale guidato dal professor Ivan Hristov e ha comportato immersioni in cinque aree della baia.
I rinvenimenti di quest’estate 2024 seguono il ritrovamento di oggetti di vetro nella stessa baia, nel 2020 e nel 2021.
La probabilità che il relitto della nave che trasportava il carico di vetro sia vicino al luogo dove sono stati scoperti questi oggetti è molto alta.
Sono stati infatti trovati pezzi di catene di ancoraggio in ferro e vasi ceramici fortemente frammentati che rinviano al tardo Medioevo e al Rinascimento. I prossimi tentativi si riferiranno alla ricerca del corpo del relitto, che forse potrà fornire indicazioni sulla provenienza della nave.
In quel tratto di mare, i sub archeologi avevano già recuperato 310 vasi frammentati e interi, che sono stati studiati dal Museo Nazionale di Storia e del Museo Regionale di Storia di Burgas. Il carico doveva essere destinato ad uno degli empori del lusso della zona, che a quell’epoca apparteneva all’impero ottomano. La politica commerciale dei veneziani era particolarmente incisiva e priva di barriere.
“Numerosi frammenti di oggetti di vetro sono stati trovati qui già nel nel 2020 e nel 2021. – spiegano gli archeologi del Museo regionale – L’area della scoperta si trova ad una profondità di -2 -2,5 m ed ha un fondo in pietra. Si presume che il vetro sia caduto da una nave durante una tempesta o una forte turbolenza, ulteriormente potenziata dalle rocce basse e pendenti”. La caduta del materiale, causata dallo sbandamento della nave sotto la sferza del vento e delle onde, potrebbe aver preceduto l’affondamento.
Come e perché Murano
La storia della produzione del vetro a Venezia è ricca di fascino e tradizione. Risale al 450 d.C., quando i vetrai di Aquileia cercarono rifugio nelle isole veneziane per sfuggire agli invasori barbarici. Le prime vetrerie documentate risalgono al VII-VIII secolo sull’isola di Torcello.
L’arte della lavorazione del vetro a Venezia è stata influenzata dai vetrai di Bisanzio e del Medio Oriente, che portarono con sé conoscenze avanzate, che si innestarono sulla tradizione lasciata dai vetrai romani.
Murano divenne celebre come centro del vetro dopo che la Repubblica di Venezia, per proteggere la città dal rischio di incendi, costrinse i vetrai a trasferire le loro fornaci sull’isola nel 1291.
Contrariamente ad altre regioni, dove le vetrerie sorgevano vicino alle fonti di materia prima e combustibile, Venezia e Murano importavano tutto: dal silicio vetrificante alla soda fondente, persino la legna per il fuoco delle fornaci, proveniva da luoghi distanti come le coste istriane e dalmate.
Nel Medioevo e nel Rinascimento, il vetro di Murano era ambito dalle classi sociali più elevate d’Europa. L’introduzione del cristallo intorno al 1450 conferì al vetro caratteristiche raffinate.