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15 marzo. Le Idi. Non solo omicidio di Cesare. Cosa festeggiavano qui con gioia i romani, incontrando Anna Perenna. Chi era?


L’antica fonte di Anna Perenna, ai Parioli @ Soprintendenza speciale di Roma

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“Nel giorno delle Idi di marzo, il 15 del mese, si celebrava la gioiosa festa di Anna Perenna, una divinità delle origini che scandiva il rigenerarsi delle stagioni e sanciva l’inizio di un nuovo anno. – ricorda la Soprintendenza Speciale Roma – Il suo culto è ricordato dalle fonti antiche come nei Fasti di Ovidio”. Ricordato da noi in una connotazione nefasta – l’omicidio di Cesare – il giorno era in realtà un gioioso appuntamento con la primavera e con la rinascita, ricordando Anna Perenna.

“Nel boschetto sacro a lei dedicato in prossimità dell’antica via Flaminia si trovava una fonte sacra, monumentalizzata nel corso dei secoli. I resti della fontana sono venuti alla luce nei pressi di piazza Euclide durante i lavori di realizzazione di un parcheggio interrato nel dicembre del 1999. – racconta la Soprintendenza speciale di Roma – Due iscrizioni, inglobate nella muratura della vasca hanno permesso di attribuirla al culto della dea, mentre una ricca quantità di reperti formata da centinaia di monete, gusci d’uovo, pigne, rametti e tavolette di legno, ha documentato i riti propiziatori e di buon augurio che venivano svolti presso la fonte. In età tardo-antica, al culto primitivo si sovrapposero invece (come attestato dal rinvenimento di lamine plumbee iscritte con formule di maledizione dette defixiones e da figurine antropomorfe in materiale organico inserite in contenitori di piombo) riti e attività magiche, che fanno della scoperta una delle più importanti mai avvenute sulla magia antica. L’ambiente sotterraneo è stato preservato ed è al centro di un importante intervento di restauro e di valorizzazione, curato dall’archeologo Fabrizio Santi, con la finalità di realizzare, in un prossimo futuro, progetti di fruizione”.

La celebrazione di Anna Perenna prevedeva lunghi banchetti all’interno di un bosco sacro alla dea. Queste feste erano un’occasione per il popolo di dare sfogo a grandi manifestazioni di allegria e di intrattenimento, come balli, canti osceni e soprattutto ubriacature.

Il bosco, nella capitale, si trovava nell’attuale quartiere di Roma, Parioli, dove sono stati rinvenuti – appunto, come ci ha ricordato la Soprintendenza – una fonte votiva dedicata alla Dea e numerosi oggetti che testimoniano lo svolgimento di pratiche magiche presso il sito, risalente al IV secolo a.C.

Ma chi era esattamente Anna Perenna? Diversi studiosi ritengono che essa fosse personificazione femminile dell’anno e del perpetuo ritorno delle stagioni. I romani si auguravano reciprocamente di annare perannareque commode (passare un buon anno dall’inizio alla fine). In epoca arcaica, forse ereditando una tradizione etrusca, Anna – il cui nome si riferirebbe al sanscrito Ann, cibo – era una divinità legata alla terra, all’abbondanza e al nutrimento. Di fatto veniva evocata all’inizio della Primavera perché propiziasse un anno ricco per l’agricoltura e affinché allontanasse dall’orizzonte lo spettro della fame. Il termine annona presso i Romani significava “raccolto dell’anno”. Con il tempo esso significò vettovaglie raccolte, o distribuite, a cura dello stato o di altri enti pubblici.