In occasione dell’uscita del film Ratatouille, Gualtiero Marchesi re-interpretò, tra il Fauve e i frame di colori compatti del cartone animato, il celeberrimo piatto francese, presentando un piccolo capolavoro di accostamenti e di forme.
di Gualtiero Marchesi
[I]l grande successo di Ratatouille, il film d’animazione della Walt Disney-Pixar diretto da Brad Bird e Jan Pinkava, mi ha spinto a proporre ai lettori di Stile, questo mese, una mia interpretazione del celebre piatto francese.
Oltretutto, nel film ci sono anch’io: i produttori mi hanno coinvolto, infatti, in qualità di doppiatore dell’edizione italiana. Io presto la voce all’ispettore sanitario Lessard: un cameo la cui realizzazione mi ha divertito moltissimo.
La ratatouille da me preparata – nella classica versione che comprende peperoni, zucchine, melanzane e pomodori a tocchetti – è pure un omaggio all’ammaliante potere del colore, al fascino degli accostamenti, in una sorta di sinfonia timbrica – di una timbricità tutta pittorica – dei rossi, dei verdi, dei gialli, adagiati sul bianco del piatto come su di una tela.