Milena Bini, irresistibili mele scultoree, che portano fortuna, approdate da Alessandro Borghese

Ogni mela è un pezzo unico e irripetibile, realizzato con l'argilla e con una complessa lavorazione di finitura. Chiodi antichi, glitter, incisioni e smalti da carrozziere completano l'opera.

[S]trepitosa, Milena Bini, artista neo-pop che sta conquistando il mondo con le sue mele di terracotta lucide e meravigliose. Mele ogni varietà culturale – nel senso che ogni frutto nasce da una suggestione antropologica diversa – caratterizzate dalle varietà semantiche e dalle bellezze delle vernici di spider, che rispecchiano l’ambiente circostante e agiscono da superfici riflettenti convesse nei confronti di chi si prospetta davanti a esse. Uguali nella diversità. O diverse all’interno di un’unica categoria. Pensiero che, traslato all’umanità, porta alle conseguenze di un valido discorso: nonostante l’unico ceppo, siamo una o uno meravigliosamente diversi dall’altro. Persone.

“Ogni mela è un pezzo unico interamente fatto a mano. – dice Milena Bini – Tutte le mele, anche quelle apparentemente simili, hanno un particolare che le differenzia per mantenere integra la loro unicità. Come gli esseri umani, tutti simili ma diversi”

Queste simpatiche mele sono state messe in vendita online su Bombart. Per prezzi e info di vendita clicca sulle fotografie delle opere. (la galleria Bombart comunica che, dato l’alto numero di richieste, non tutte le opere sono ancora disponibili, ma che basterà contattare la stessa per richiedere nuovi pezzi)

 

Filmaker e scultrice, Milena Bini, nonostante la giovane età, ha un notevole cursus honorum, nel quale si collocano pure iniziative di autentica solidarietà, come l’esperienza, nei primi anni di attività, svolta in terra di missione. Nell’ambito dei riconoscimenti va segnalato il premio Contemporary Art Curator Magazine’s Artist of the Future. Le mele, coniugate in ogni identità individuale, tempo, situazione sono oggi il nucleo centrale del suo lavoro degli ultimi anni, che tanto è piaciuto – tra gli altri – ad Alessandro Borghese che ha esposto i frutti di Milena nel suo elegante ristorante milanese. Accanto a collezionisti privati queste opere attraggono designer e proprietari di alberghi o bar prestigiosi, alcuni dei quali a Venezia, come l’Hotel Cipriani. Successo l’artista riscuote anche al di là dei nostri confini, negli Stati Uniti e in Svizzera. Più che un simbolo, le mele di Milena Bini sono frutti della matissiana joie de vivre. Lusso, calma, voluttà. Portano bonheur. (curuz)

Chi volesse mettersi in contatto con lei.facebook.com/milena.bini3

Tracciabilità materiali e tecniche Mele
di Milena Bini

La pittura è stata la mia prima passione. Ho frequentato vari corsi e lezioni da maestri per apprendere le varie tecniche: acrilico, acquarello, l’olio (quello che più ho amato)
sperimentando e mischiando poi le tecniche e i supporti.

La prima mela che ho creato l’ho dipinta con colori a olio riproducendone la superficie simile al reale anche se le dimensioni erano amplificate. Anche la creta mi ha sempre affascinata, mi piace manipolarla e scoprire le varietà esistenti in natura: argilla rossa, rosa, bianca, terraglia, refrattaria adatta al raku, semi-refrattaria, con chamotte. Anche gli smalti ceramici mi piacciono tanto, soprattutto quelli dai colori accesi e brillanti. Durante i miei viaggi spesso mi soffermavo ad ammirarli.

Quando ho fatto la prima installazione con 100 mele a rappresentare una storia autobiografica
“A big Apple-biografia di una mela” per realizzarla ho impiegato un anno intero, lavorando in un laboratorio che ai tempi condividevo con altri artisti (una ex officina adibita a studi d’arte- open-space). E’stato un anno intenso ma anche divertente. La parte più bella è stata sperimentare e mischiare i vari smalti ceramici, spruzzando e colando il colore a pioggia (tipo action painting) o la tecnica raku e scoprendo ogni volta che aprivo il forno – il momento più emozionante – come avevano reagito i colori alle alte e prolungate temperature del forno. In questa fase spesso ero soddisfatta e felice del risultato, altre volte no. Rimediavo rismaltando i pezzi e magari scoprendo ulteriori effetti o buttandoli via.

Pur piacendomi la ceramica, la trovo comunque un po’ antiquata quindi successivamente sono stata incuriosita dagli smalti che utilizzano i carrozzieri e così ho cominciato ad utilizzarli sull’argilla, mi ricordo in quel periodo quando uscivo guardavo i colori delle macchine e immaginavo ogni volta una mela con lo stesso colore.

La parte più faticosa è la preparazione del fondo, meglio catalizzato bi-componente. L’argilla cotta a biscotto essendo molto porosa e assorbente necessita di vari passaggi con prodotti specifici. Inizialmente va stuccata e scartavetrata (seppiata) dopo un primo fondo catalizzato a spruzzo bi-componente necessita un altro fondo e stuccata, infine lo smalto e un protettivo trasparente. Adoro poi utilizzare stencil sulla superficie per riprodurre stelle o scritte, anche se a volte incido a priori l’argilla ancora fresca con lettere in metallo o stampi in 3d
Ho sperimentato anche la cromatura a spruzzo, tutto è nato per caso l’effetto finale è molto bello, come uno specchio!
Alcune mele sono state realizzate anche con la tecnica metalflakes, spesso usata per decorare moto e caschi dei bikers impiegando vernici trasparenti e glitter, per un effetto wow (a chi piace :))

I passaggi per fissare i glitter sono tanti e necessitano di uno spazio appropriato perchè volano ovunque, come ad un party. Anche in questo caso è molto importante preparare un buon fondo. Su alcune mele ho provato anche la tecnica della cubicatura. Oltre agli smalti, mi piace personalizzarle con elementi decorativi: borchie, Swaroski, catene, vetri, lettere in metallo, adesivi, stoffa, ecc Per i piccioli utilizzo dei chiodi, quelli antichi che si trovano sulle bancarelle dei mercatini, non facili da trovare…in genere li seleziono in base alla misura, vengono poi tagliati e smerigliati in modo da renderli più argentati. La nocchia viene leggermente battuta. Alcune volte li faccio cromare. Ultimamente ne ho disegnato alcuni in collaborazione con un vetraio di Murano e il risultato mi piace molto. Il vetro è un materiale che vorrei approfondire per le prossime sculture.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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