[U]n tempio arcaico – probabilmente collegato all’atto di fondazione della città – lungo 18 metri e largo 7, risalente al VI secolo a. C. è stato trovato a Velia, in Campania, nel comune di Ascea, in provincia di Salerno.
Sul pavimento gli archeologi hanno rinvenuto oggetti votivi e le armi strappate dai Focei – popolazione della Magna Grecia, che era fuggita dal territorio dell’attuale Turchia per sottrarsi al pericoloso espansionismo persiano – ai nemici etruschi e offerte alla dea Atena. La scoperta, comunicata poco fa dal direttore generale del Ministero, Osanna, è avvenuta dopo scavi archeologici nell’acropoli della città campana. Ne dà notizia l’agenzia Ansa.
La scoperta
“All’interno dell’edificio – riferisce l’agenzia – su un pavimento in terra battuta, ceramiche dipinte tutte contrassegnate con la scritta Ire (“sacro”) che ne attesta la dedica alla divinità, elementi architettonici decorativi in argilla cotta che risultano realizzati da maestranze cumane, non a caso forse una delle città greche in prima linea contro gli etruschi del mare, oltre a qualche frammento dell’antica copertura. Ma non solo, perché accanto al vasellame il pavimento del tempio ospitava diverse armi in bronzo e in ferro. Ci sono tanti frammenti di armi , quelli che al momento appaiono come i pezzi di un grande scudo decorato e due splendidi elmi in perfetto stato di conservazione”.
Gli ex voto, ai tempi in cui furono collocati, erano appesi a un muro, nei pressi di un angolo di una sala del tempio, come è ricostruito nel disegno di scavo steso dagli archeologi (qui sotto).
“Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. – dicono gli archeologi – Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Certo si tratta di prime considerazioni che già così chiariscono molti particolari inediti di quella storia eleatica accaduta più di 2500 anni fa”.
La Battaglia di Alalia
Le armi potrebbero venire dalla Battaglia di Alalia, combattuta dai Focei, nel mar di Sardegna, contro una coalizione di Etruschi e Cartaginesi, in un periodo compreso tra il 541 e il 535 a.C.
Dopo la fuga dalla città del Medio Oriente, i focei avevano infatti raggiunto le coste della Corsica, dove si erano fermati, avviando commerci, in competizione con gli etrusco-cartaginesi, che si trovarono a reagire con le armi.
Lo scontro navale tra le due flotte fu vinto dai Focei, che però riportarono perdite gravissime e che furono costretti a ripiegare verso sud, in direzioni delle terre della città di Velia.
Qui avrebber4o portato le reliquie della battaglia di Alalia, offrendole ad Atena, nel tempio che è stato trovato ora dagli archeologi.
Velia è famosa per essere poi diventata la patria della scuola di filosofia di Parmenide e Zenone. Oltre alla scuola eleatica, il sito archeologico di Velia narra ancora oggi la storia di una grande città della Magna Grecia con i suoi cittadini, la sua vita quotidiana, i suoi spazi pubblici e privati. La città occupa una parte alta, l’acropoli, e i retrostanti pendii collinari ed è circondata da un ampio circuito di mura che segue il profilo naturale dei suoli. Al suo interno, lo spazio urbano si articola in tre quartieri distinti, ancora oggi visibili, messi in comunicazione tra loro da valloni, uno dei quali monumentalizzato dalla costruzione della straordinaria “Porta Rosa”, il più antico esempio di arco a tutto sesto d’Italia
“Il lavoro ha condotto, grazie ad un’ampia squadra di professionisti e collaboratori, a dare risposta a questioni aperte da oltre settant’anni, su cui si sono espressi nel corso del tempo numerosi eminenti studiosi. I risultati hanno chiarito topografia, architettura, destinazione d’uso e cronologia delle varie fasi dell’Acropoli, dall’età del Bronzo al periodo ellenistico. – dichiara l’archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza – Adesso si lavora ad ulteriori progetti che la presente ricerca ha ispirato, di fruizione, studio e valorizzazione. Tra questi, la rimodulazione dell’Acropoli, da rendere visibile e visitabile in ogni sua parte e la rielaborazione dei luoghi espositivi della Cappella Palatinae e della chiesa di Santa Maria, in modo da rendere ancora più attraente il già suggestivo paesaggio di Velia.”