Scoperta durante un’escursione di appassionati una grotta decorata nell’Età del rame. Un dio, stelle, uomini

La distribuzione dei diversi elementi è riconducibile ad una composizione: zoomorfa nella parte inferiore del pannello, reticolata soprattutto nella parte centrale e stelliforme nella parte superiore e con figura oculare nella parte superiore dell'incastro. Proprio questa composizione e distribuzione ordinata delle diverse figure ci fa pensare che "non è una composizione casuale, ma al contrario, a un intervento espressivo che risponde chiaramente a un significato simbolico", afferma con forza Ramon Viñas.
Particolare della Sala dels Gravats del complesso sotterraneo della Cova de la Vila de la Febró. Foto: Arnau Pascual Monells / Assessorato alla Cultura

E’ stata resa pubblica, nelle scorse ore, la scoperta della Sala dels Gravats del sistema carsico di Cova de la Vila, nel comune di La Febró, regione del Baix Camp nella quale sono state trovate incisioni rupestri realizzate in un unico intervento decorativo, con il fine di rappresentare il mondo e il cosmo. Il set è composto da incisioni preistoriche, del periodo Calcolitico-Bronzo, disposte in un pannello lungo 8 metri che sono eccezionali sia per la loro unicità sia per l’ottimo stato di conservazione. Non c’è disordine, nelle incisioni, tutto si svolge su una sorta di pentagramma, che segna i diversi livelli del cosmo, con le creature che in esse risiedono.

La ricerca è stata condotta in una piccola grotta che è stata trovata intatta. E’ una delle poche rappresentazioni di arte sotterranea schematica in tutto l’Arco Mediterraneo. Secondo gli esperti si tratterebbe di una composizione legata alla visione del mondo delle società contadine e allevatrici del territorio.

Particolare della Sala dels Gravats del complesso sotterraneo della Cova de la Vila de la Febró. Foto: Arnau Pascual Monells / Assessorato alla Cultura

La presentazione della scoperta è stata compiuta dal direttore dei Servizi Territoriali di Tarragona dell’Assessorato alla Cultura, Lurdes Malgrat, dal sindaco di La Febró, Lourdes Martorell, dal direttore dell’Istituto Catalano di Paleoecologia Umana ed Evoluzione Sociale (IPHES-CERCA), Robert Sala Ramos. Anche Julio Serrano, Montserrat Roca e Francesc Rubinat, insieme al capo del progetto di ricerca Josep Vallverdú, Antonio Rodríguez-Hidalgo e Diego Lombao, hanno partecipato alla presentazione dei ricercatori IPHES-CERCA/URV/USC e dell’esperto di arte rupestre preistorica Ramon Viñas.

Particolare della Sala dels Gravats del complesso sotterraneo della Cova de la Vila de la Febró. Foto: Arnau Pascual Monells / Assessorato alla Cultura

La comunicazione relativa alla scoperta di questo spazio è avvenuta in queste ore – marzo 2023 – dopo mesi e mesi di lavoro nel più stretto riserbo, condotto anche a livello di studio e sperimentazione della protezione degli accessi, attraverso un sistema che non mutasse il microclima dell’ambiente. Nei prossimi mesi inizieranno invece gli scavi archeologici per approfondire il contesto in cui questo rituale espressivo è avvenuto.

Il primo capitolo di questa vicenda – resa nota nelle ore scorse -risale al 13 maggio del 2021. Nel corso di alcune esplorazioni e lavori topografici da parte di un gruppo di esploratori, nella zona nota come Barranc de la Cova del Corral – in Catalogna – una cavità di accesso viene aperta da Vilaseca.

Attraverso uno dei sette ingressi al sistema sotterraneo si accede ad un piccolo cunicolo, tra blocchi e sedimenti, che conduce a una sala ovale di oltre 90 mq. Il primo ad entrare fu Juli Serrano, e la sua sorpresa fu enorme quando, su una delle pareti della stanza, vide un murale pieno di strisce e figure. Pur non sapendo come interpretarle, si rese conto che ciò che vedeva poteva essere molto antico. Come ricorda, “quando ho visto le incisioni, ho provato una grande emozione che porterò con me per il resto della mia vita”. Aveva appena scoperto uno dei complessi di arte rupestre preistorica più importanti della Catalogna.

Dopo aver visto alcune foto del luogo, il Dr. Ramon Viñas, ricercatore e collaboratore di IPHES-CERCA, ha visitato la grotta insieme al Dr. Josep Vallverdú, ricercatore IPHES-CERCA e uno dei responsabili del progetto di ricerca archeologica che si svolge in questo comprensorio dal 2012. Dopo aver certificato l’autenticità delle incisioni, ne informò l’Assessorato alla Cultura.

Particolare della Sala dels Gravats del complesso sotterraneo della Cova de la Vila de la Febró. Foto: Maria D. Guillén / IPHES-CERCA

Un insieme di incisioni molto singolare ed eccezionale.

Il gruppo di arte rupestre nella Sala dels Gravats del complesso carsico della Cova de la Vila è un gruppo completamente nuovo che sembra possa essere tra le migliori composizioni di arte sotterranea post-paleolitica astratta dell’intero arco mediterraneo.

Su una delle pareti della grotta è stato individuato un ampio insieme di rappresentazioni schematico-astratte. Il pannello dell’incisione, lungo circa 8 metri, è configurato da cinque linee orizzontali, una sopra l’altra e, su ciascuna di esse, sono presenti diverse figure incise che hanno un proprio significato e simbolismo Secondo Viñas: “questa composizione del pannello della Sala dels Gravats è assolutamente isolata ed è indicativa di una cosmovisibilità da parte della popolazione del territorio durante il processo di neolitizzazione”.

Questo murale è stato realizzato esclusivamente con la tecnica dell’incisione, utilizzando uno strumento di pietra e/o di legno, nel caso dei dettagli. Sotto il profilo iconografico, la grotta presenta varie figure di quadrupedi, zigzag, tratti lineari, angolari e cerchi. Tra gli altri, spiccano una serie di incisioni zoomorfe (forse bovidi ed equidi), stelliformi (soli e/o stelle) e reticolati. Anche qui c’è una composizione che registra la presenza di un idolo “oculato”. Il tutto è stilisticamente molto omogeneo e presenta poche sovrapposizioni.

La distribuzione dei diversi elementi è riconducibile ad una composizione: zoomorfa nella parte inferiore del pannello, reticolata soprattutto nella parte centrale e stelliforme nella parte superiore e con figura oculare nella parte superiore dell’incastro. Proprio questa composizione e distribuzione ordinata delle diverse figure ci fa pensare che “non è una composizione casuale, ma al contrario, a un intervento espressivo che risponde chiaramente a un significato simbolico”, afferma con forza Ramon Viñas.

Da un punto di vista estetico, l’insieme fa parte dell’arte schematica post-paleolitica. È un’arte associata alle comunità agricole e zootecniche durante il periodo di transizione tra il Calcolitico e l’Età del Bronzo, cioè tra 5.000 e 3.000 anni fa e si trova generalmente nei rifugi all’aperto. In Catalogna questo tipo di insiemi, nelle cavità sotterranee, è molto raro, essendo il caso della Sala dels Gravats del complesso carsico Cova de la Vila eccezionale per trovarsi all’interno di una grotta e con un contesto archeologico forse associato.

Lo stato di conservazione è eccezionale, ma la pietra morbida, umida e calda, quindi il mutamento delle condizioni atmosferiche nella stanza potrebbe alterare la conservazione del pannello inciso, facendone sgretolare alcune pari. Per garantire le condizioni climatiche originarie, l’Assessorato alla Cultura, il Consiglio Comunale di La Febró e IPHES hanno lavorato insieme – a livello di chiusura interna ed esterna degli spazi che desse ogni garanzia sotto il profilo della sicurezza e della conservazione del microclima. I membri di IPHES-CERCA, con la loro attrezzatura di restauro, hanno sviluppato un protocollo per il monitoraggio dei parametri ambientali attraverso una serie di sonde, che verranno incrementate durante l’attività di scavo.. QUI SOTTO IL VIDEO DELLA SALA RUPESTRE INCISA

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Maurizio Bernardelli Curuz
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