di Redazione
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Scavare tra i detriti di un monastero smontato secoli fa. Trasformato cioè in una cava per il recupero di materiale edilizio pregiato e comunque già pronto per essere murato in altro luogo. Gli archeologi che lavorano nella Germania orientale hanno scoperto tra il pietrame un gioiello architettonico: una chiave di volta ornata perfettamente intatta. Risalente al XIV secolo, un tempo faceva parte di un monastero medievale.
E’ sulla prima elevazione dopo la baia di Lipsia, a est della città di Zeitz, che sorgeva monastero di Posa. Il complesso dominava lo sperone collinare, che si erge chiaramente sopra l’Elsteraue. Le eccellenti condizioni naturali probabilmente avevano suscitato grande interesse per questo luogo già in epoca preistorica. Oggi sul monte si possono scoprire i resti di un complesso bastione, che potrebbe essere stato costruito nell’età del bronzo. Ma non solo questo.
Qui nel Medioevo sorse un monastero, ampliato e in buona parte ricostruito nel Quattrocento. Poi, con la Riforma protestante, i luoghi cattolici entrarono in una crisi profonda. Nel corso della Riforma il monastero perse sempre più la sua importanza e dal 1545 venne considerato formalmente sciolto. L’ultimo abate morì nel 1553 e fu sepolto nella chiesa del monastero. Oggi, a parte l’ex casa dell’abate – del XII secolo – e alcune cantine, non rimane quasi nulla del monastero. Gli edifici del periodo monastico sono oggi quasi del tutto scomparsi. Le loro pietre furono utilizzate come materiale da costruzione per il nuovo castello di Zeitz.
Dal 2017 il lavoro svolto dall’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti e l’archeologia della Sassonia-Anhalt (LDA) e dalla neonata Associazione per la promozione dell’archeologia e della ricerca storica Zeitz e. V. si è concentrato su un’area dove un tempo era situato il chiostro del monastero. E anche quest’anno il lavoro tra i detriti ha offerto importanti sorprese.
Le ricerche hanno già rivelato che già nel IX e X secolo esisteva qui un castello di notevole importanza e che forse già nel X secolo fu costruita una chiesa. Nel 1114 sull’imponente sperone montuoso fu fondato un monastero benedettino che durò centinaia di anni prima di scomparire.
All’inizio dell’estate si sono svolti a Posa gli scavi archeologici annuali sotto la direzione di Holger Rode. Il fulcro dello scavo attuale è l’area a sud della chiesa, dove un tempo era situato il chiostro del monastero. Si è iniziato con l’esame di un massiccio accumulo di macerie rimasto dopo la demolizione del monastero avvenuta intorno al 1657. A quel tempo il monastero fungeva da cava – come dicevamo – per l’estrazione di materiali da costruzione per la nuova costruzione di Moritzburg, il Castello di Zeitz. Anche vaste parti delle fondamenta degli edifici del monastero furono demolite fino all’ultima pietra.
Sotto questo strato livellato di detriti, alcune parti dell’ala sud del recinto sono state rinvenute in uno stato di conservazione inaspettatamente buono. La facciata nord del chiostro è ancora alta circa 70 centimetri su una lunghezza di circa 10 metri. Particolarmente impressionanti sono i contrafforti realizzati in muratura bugnata verso il cortile trasversale. Sono presenti resti di intonaco anche all’interno del chiostro.
I pavimenti dell’ala sud del chiostro sono ancora quasi ultimati. Quello superiore era costituito principalmente da scaglie di mattoni rossi di altissima qualità, che probabilmente avrebbero dovuto avere l’aspetto del marmo rosso. Difetti nel pavimento del massetto indicano la posizione di lastre funerarie, che furono rimosse come prezioso materiale da costruzione.
Sorprendentemente, negli strati di macerie spessi fino a 1,80 metri sopra le rovine sono state trovate anche arenarie più grandi, che erano state trascurate durante il recupero del materiale da costruzione o forse semplicemente troppo pesanti. Oltre alle parti delle nervature della volta del chiostro, alcune delle quali presentano ancora resti di verniciatura rossa, rappresenta un ritrovamento speciale una chiave di volta completamente intatta dell’ex volta del chiostro. Qui sono raffigurati pampini e uva, simboli cristiani, evidentemente riferibili a un preciso passo evangelico: «Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla» (Giovanni 15:5).
Il ritrovamento della chiave di volta e di alcune altre pietre consente ora una datazione relativamente esatta dell’ala meridionale del chiostro alla fine del primo terzo del XIV secolo. Pietre comparabili di questo tipo sono note dal chiostro del duomo di Zeitz e del duomo di Naumburg. Il chiostro di Posa del XIV secolo sostituì un predecessore romanico. Anche la chiesa del monastero, riscoperta nel 2017, mostra un ammodernamento dell’edificio originariamente romanico in stile gotico nel corso del XIV secolo. Ulteriori indagini archeologiche si concentreranno su parti dell’ala meridionale ed orientale del chiostro e del cortile trasversale. L’obiettivo è quello di conoscere meglio la chiesa più antica, che si ritiene si trovi sotto le mura e i pavimenti gotici e romanici. Le prime tracce di questo presunto edificio sacro prototipico sono state rinvenute negli ultimi anni. Fu probabilmente costruito nel X secolo e bruciato alla fine dell’XI secolo.
“Gli scavi di questi anni ci hanno permesso di documentare l’abside romanica, la metà meridionale del coro e parti del transetto. Di particolare importanza è stata la prima scoperta di resti di pavimento nel transetto. – affermano gli archeologi tedeschi – Le conoscenze sull’ex chiesa del monastero sono sempre più fitte. Secondo le conoscenze attuali la chiesa era lunga circa 60 metri. Ad ovest aveva una facciata con due torri a volta al piano terra. Ad est si trovava la navata scoperta, cioè chiusa con un soffitto a travi. I supporti della navata erano sotto forma di pilastri quadrati. Tutta la parte orientale della chiesa era a volta. Le cappelle laterali e quelle dei bracci del transetto erano chiuse ad est con absidi ad arco. In una seconda fase costruttiva l’abside maggiore fu prolungata verso est. La nuova estremità orientale era ora progettata come un poligono a volta con pilastri a montanti. Il recinto era situato sul lato sud della chiesa. Il chiostro rettangolare era circondato su tutti i lati da edifici. Nell’ala est del chiostro, la sagrestia relativamente piccola era direttamente adiacente alla chiesa. Al piano superiore forse si trovava anche il refettorio dei monaci”