E’ davvero un colpo al cuore, che continua a vibrare per l’emozione. Ecco la cloaca maxima. E’ una galleria con volta a tutto tondo, piuttosto alta. Un tempo raccoglieva le acque delle piogge, dei torrentelli e i rifiuti liquidi delle abitazioni. Garantiva pulizia, nelle città, convogliando tutto, poi, nel fiume.
Chi potrebbe pensare che nella fognatura qualcuno avesse nascosto, adagiandola su un letto di fanghiglia, una statua di 2 metri? Eppure c’ è un piede di marmo appoggiato a un muretto che garantiva la riduzione della velocità delle acqua, facendole fare un piccolo salto. E, poco più in là il moncone di un braccio che emerge dal terreno.
Un piede e un braccio emergono dal terreno
Il corpo intero della scultura è sotto il fango rappreso. Basta rimuovere accortamente il deposito di terra. Appare un uomo muscoloso, il volto appoggiato al muro e tracce di fango che non riescono a cancellare l’abbacinante candore del marmo.
Siamo a Eraclea Syntica (un’antica città della Bulgaria sud-occidentale, vicino all’odierna Petrich, che era nell’antichità il centro della regione abitata dalla tribù dei Synti Traci). Sembra di essere a casa nostra, a Roma. Ma del resto il modello della città eterna fu totalmente esportato.
E’ una fortuna aver trovato una scultura così integra. E’ alta due metri. E’ mancante solo dell’avambraccio destro, ma la testa è perfetta. E questo è davvero un miracolo.
Normalmente, durante gli scavi, si trovano statue senza teste o teste senza statue. Un po’ perché il collo, con mani e braccia, nelle sculture è un elemento piuttosto fragile. Un po’ perché, con il passaggio dei barbari e il diffondersi del Cristianesimo, le teste degli “Dei falsi e bugiardi” venivano prese a mazzate per scardinarne l’identità.
Le ipotesi sull’identità del dio
“Probabilmente raffigura Hermes, una delle divinità più popolari in questa zona – commenta l’archeologo Lyudmil Vagalinski. – Abbiamo ancora molto lavoro da fare e non voglio affrettare le conclusioni, ma d’ora in poi posso dire che questa antica statua non è solo la meglio conservata tra le scoperte qui, ma anche sul territorio della Bulgaria in generale”.
La mancanza di attributi identificativi – il petaso, i calzari alati, il caduceo – potrebbe essere giustificata da una particolare iconografia, che coglieva il dio in una delle sue multiformi attività. La statua, allora, potrebbe rappresentarlo nella sua connotazione di psicopompo, cioè accompagnatore delle anime dei defunti. Una statua analoga è stata trovata ad Atalante in Grecia. Una scultura funeraria in marmo di un giovane raffigurato come Hermes. La vediamo nell’immagine, qui sotto.
Si suppone che gli ex abitanti della città abbiano protetto la statua, mettendola nella cloaca e appoggiandola a una coltre di fango, che era in grado di preservarla. In effetti l’intento è protettivo.
Se si fossero voluti semplicemente sbarazzare della scultura, l’avrebbero messa a cuocere per ricavarne calce da edilizia, destino che perseguitò, per centinaia di anni, le vestigia marmoree dell’antichità. La calce ricavata dal marmo è purissima. Le statue sono sempre state appetibili. Se questa è lì, probabilmente fu parcheggiata, a scopo di tutela, sperando – chissà – che il mondo potesse rivoltare il proprio corso e potessero tornare i tempi antichi.
A Brescia qualcuno nascose la grande Vittoria Alata – che è di bronzo – e diverse teste di imperatori in una sorta di sgabuzzino. Protezione degli Dei dalle orde barbariche o vecchie divinità accantonate discretamente dal Cristianesimo? A Eraclea, si misero insieme tante criticità per il mondo classico. Nel IV secolo ci fu anche un devastante terremoto…
L’avventura prosegue. Si torna allo scavo.
La statua non è stata ancora completamente liberata. La mano sinistra e il vello appoggiato alla spalla vengono scavati in queste ore. Ma si può stabilire che la scultura fu realizzata nel periodo romano – II secolo d. C. – in un blocco di marmo intero, senza giunture, come spesso si usava.