Cosa conteneva la scatolina di metallo? Si indaga su una misteriosa tomba del VII secolo. La scoperta della spada da cavaliere. Un “lascito” romano?

Nel cuore del Gloucestershire, un ritrovamento interessante sta facendo luce su un’epoca poco conosciuta della storia inglese. Un team di veterani dell’esercito, formati nell’ambito dell’archeologia grazie al programma Operation Nightingale, ha recentemente portato alla luce uno scheletro umano risalente probabilmente al VII secolo. Accanto al corpo, una lunga spada da cavalleria e una misteriosa scatola metallica, il cui contenuto è al centro di un intrigante enigma archeologico. Misteriosa anche la provenienza della spada. Secondo qualche studioso essa potrebbe essere ricondotta alle dotazioni della cavalleria romana. Un oggetto appartenente a qualche antenato, portato con sé dal defunto? Oppure una persistenza della modalità produttive delle spade per la cavalleria?

La scoperta del sito

Il sito è stato inizialmente individuato da un appassionato di metal detecting, il quale ha segnalato il ritrovamento di alcuni reperti di metallo. L’interesse del Gloucestershire Council ha portato all’intervento di esperti archeologi e, in seguito, all’inclusione dei veterani dell’esercito nell’indagine. Questi ultimi, grazie al programma Operation Nightingale, hanno avuto l’opportunità di contribuire allo scavo scientifico, sviluppando nuove competenze e trovando un percorso di recupero psicofisico attraverso l’archeologia.

Il Gloucestershire, durante il VII secolo, era una “zona liminale”, una terra di confine tra vari regni anglosassoni, che vide numerosi cambiamenti politici e culturali. I resti archeologici di questo periodo sono rari, e ogni scoperta aggiunge pezzi significativi al mosaico della storia britannica. In questo caso, il ritrovamento di una sepoltura associata a importanti corredi funerari suggerisce l’importanza sociale dell’individuo sepolto.

Un corredo funerario di prestigio

Accanto ai resti scheletrici, gli archeologi hanno trovato una lunga spada da cavalleria, un’arma che indica lo status elevato dell’uomo, forse un guerriero o un leader militare. Le armi, in questo periodo, non erano solo strumenti di guerra ma anche simboli di potere e prestigio sociale. La presenza della spada e di altri manufatti ha portato a ipotizzare che l’uomo fosse parte dell’élite locale.

Tuttavia, l’elemento più misterioso del corredo funerario è una scatola metallica, che non contiene nulla di visibile, ma il cui scopo e contenuto originale sono ancora oggetto di dibattito.

Le prime ipotesi suggeriscono che la scatola potesse contenere materiali organici, come tessuti o pergamene, che si sono disintegrati nel tempo. La misteriosa scatola vuota rappresenta dunque un enigma che potrebbe essere risolto solo attraverso indagini di laboratorio più approfondite.

Operation Nightingale: archeologia e recupero

Operation Nightingale è un’iniziativa sviluppata per favorire il recupero psicologico e fisico di veterani militari attraverso l’archeologia. Nata nel contesto dei numerosi conflitti che hanno coinvolto il Regno Unito, come la guerra in Afghanistan, l’iniziativa ha dimostrato come l’archeologia possa fornire un’opportunità unica di reintegrazione per coloro che hanno subito traumi in guerra. Il programma non solo permette ai veterani di imparare nuove abilità, ma offre anche un senso di appartenenza e uno scopo, elementi fondamentali per il processo di guarigione.

Le Cotswolds, in particolare, rappresentano uno scenario perfetto per queste attività, grazie alla ricchezza di siti archeologici e alla bellezza naturale dell’area. Dichiarate nel 1966 come Area of Outstanding Natural Beauty, le colline di Cotswold hanno una lunga storia che le rende un terreno fertile per nuove scoperte archeologiche.

Salisbury Plain e la collaborazione con il Ministero della Difesa

Operation Nightingale ha operato anche in altre aree archeologiche significative, come la Salisbury Plain, un’area conosciuta per la sua ricchezza di resti preistorici e protostorici. Questo vasto territorio, che ospita anche Stonehenge, è sotto la gestione del Ministero della Difesa (MoD) e rappresenta un’area ideale per gli scavi archeologici grazie alla sua scarsa urbanizzazione e al fatto che gran parte del territorio è utilizzato come campo di addestramento militare.

La Wessex Archaeology, in collaborazione con la Defence Infrastructure Organisation, ha lavorato per proteggere i numerosi siti archeologici presenti nella Salisbury Plain, spesso danneggiati non dalle attività militari, ma dai tassi. Questi animali, scavando tane, compromettono i tumuli funerari e altri monumenti di grande importanza, rendendo necessarie operazioni di scavo e registrazione per prevenire ulteriori danni.

Il mistero della scatola vuota

Uno degli aspetti più intriganti del ritrovamento nel Gloucestershire è senza dubbio la scatola metallica trovata accanto allo scheletro. Pur essendo vuota, la sua presenza fa supporre che contenesse oggetti di grande valore simbolico o personale. Il fatto che il sito non mostri segni di saccheggio da parte di tombaroli rafforza l’ipotesi che il contenuto della scatola fosse fatto di materiale organico, deteriorato nel corso dei secoli.

Le indagini di laboratorio potrebbero eventualmente rivelare la presenza di residui, che potrebbero fornire indizi sul suo uso originario. Tra le ipotesi più accreditate vi è quella che la scatola contenesse un tessuto pregiato, come una stoffa funeraria, oppure un oggetto di uso rituale legato alla sepoltura del defunto.

Un contesto archeologico e paesaggistico unico

Le Cotswolds sono una regione storicamente ricca, abitata da secoli e punteggiata da villaggi pittoreschi. Bourton-on-the-Water, soprannominata la “Venezia dei Cotswolds”, è solo uno degli esempi della bellezza architettonica e naturale della regione. Questi paesaggi, oggi parte di una riserva naturale protetta, nascondono ancora innumerevoli tesori archeologici, come dimostrato dal recente ritrovamento.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa