Uno studio pubblicato ora sul Journal of Archaeological Science: Reports da un team internazionale di ricercatori guidato da Alistair W. G. Pike dell’Università di Southampton ha rivelato che i Neanderthal furono i primi artisti della storia. Utilizzando il metodo di datazione uranio-torio (U-series), gli studiosi hanno dimostrato che le stencilles manuali rosse della Grotta di Maltravieso, in Extremadura (Spagna), risalgono a oltre 66.700 anni fa, ben prima dell’arrivo dell’Homo sapiens in Europa.
I dettagli dello studio
La grotta di Maltravieso contiene oltre 60 impronte di mani dipinte in rosso, alcune delle quali sepolte sotto croste di carbonato di calcio che, naturalmente, si sono formate con il tempo a causa dell’essudazione dell’acqua e dell’umidità. Queste croste, datate con precisione grazie all’U-series, hanno fornito età minime dei vari interventi pittorici che variano tra 66.700, 55.200 e 46.600 anni. Tali stime collocano senza ambiguità la creazione di queste opere nel Paleolitico medio, un periodo dominato dai Neanderthal.
Il metodo U-series misura il rapporto tra uranio e torio accumulatosi nelle croste calcaree. A differenza della datazione al carbonio, che non può essere applicata ai pigmenti minerali, l’U-series consente di determinare l’età minima del deposito, assicurando che le opere d’arte sottostanti siano ancora più antiche.
Questa tecnica era già stata impiegata per altre grotte spagnole, come La Pasiega, dove segni simbolici risalenti a 64.800 anni fa erano stati attribuiti ai Neanderthal. I risultati della Grotta di Maltravieso rafforzano ulteriormente l’idea che i Neanderthal possedessero capacità artistiche e simboliche avanzate. I pigmenti utilizzati derivano da terre e rocce polverizzate.
Probabilmente i colori furono utilizzati bagnati laddove li vediamo stesi in modo piuttosto uniforme e invece come polveri secche, specialmente a livello del blu di contorno della mano.
Non si può escludere che alla tenuta abbia contribuito la presenza di grassi. Le condizioni stabili della grotta e la mancanza di agenti atmosferici hanno contribuito a non cancellare le antiche opere che, con il tempo, si sono consolidate grazie a una moderata essudazione delle rocce con la produzione di depositi di carbonato di calcio, la sostanza che conserva i nostri affreschi, proteggendoli sotto una crosta dura e trasparente.
Chi erano i Neanderthal?
I Neanderthal (Homo neanderthalensis) sono una specie di ominidi vissuta in Eurasia tra circa 400.000 e 40.000 anni fa. Tradizionalmente rappresentati come rozzi e primitivi, recenti scoperte archeologiche e paleoantropologiche ne hanno rivelato una sorprendente complessità culturale e cognitiva.
Dotati di un cranio voluminoso, simile a quello dell’Homo sapiens, ma con caratteristiche fisiche robuste e adattate ai climi freddi, i Neanderthal erano abili cacciatori, artigiani di strumenti litici avanzati e, come confermano gli studi, portatori di tradizioni simboliche.
Tra i loro comportamenti complessi si annoverano l’uso del fuoco, la sepoltura dei morti e la creazione di ornamenti. Inoltre, i Neanderthal condividevano il proprio habitat con gli antenati dell’Homo sapiens, dando origine a episodi di incrocio genetico le cui tracce sono presenti nel DNA di molti esseri umani moderni.
L’importanza della Grotta di Maltravieso
La scoperta delle stencilles manuali a Maltravieso rappresenta una svolta nella comprensione dell’evoluzione culturale. Non solo sfida l’idea che l’arte simbolica sia una prerogativa esclusiva dell’Homo sapiens, ma suggerisce che l’origine dell’arte visiva potrebbe risalire a una tradizione più antica e condivisa tra diverse specie di ominidi.
Questa tradizione di dipingere stencilles manuali si ritrova anche altrove, sebbene con date posteriori: ad esempio, le impronte nella Grotta di Leang Timpuseng, in Indonesia, risalgono a circa 39.900 anni fa. Maltravieso, tuttavia, mostra che l’Europa potrebbe essere stata la culla delle prime espressioni artistiche intenzionali.
Implicazioni e futuro della ricerca
Le stencilles di Maltravieso offrono nuovi spunti di riflessione sull’intelligenza e la creatività dei Neanderthal, confermando che questi antichi abitanti dell’Europa possedevano capacità cognitive, tecniche e sociali complesse.
Il lavoro di Standish et al. (The age of hand stencils in Maltravieso cave, Extremadura, Spain, established by U-Th dating, and its implications for the early development of art, 2025) stimola ulteriori indagini su altri siti europei, in cerca di tracce di arte neanderthaliana. Come osservato dagli autori, “la datazione al carbonato di calcio rappresenta una finestra privilegiata per interpretare le manifestazioni simboliche più antiche della nostra storia evolutiva”.
Questo studio non solo riscrive la storia dell’arte, ma anche quella dell’umanità, spingendoci a riconsiderare i confini dell’unicità culturale dell’Homo sapiens. In definitiva, i Neanderthal emergono come pionieri dell’espressione simbolica, aprendo nuove prospettive su cosa significhi essere umani.