Ruspa scava per conduttura del gas. E guardate in cosa si imbatte. Cosa trovano durante i lavori? Chi era questo personaggio? E che c’entra con la casa del filosofo?

La statua emerge candida dal terreno. Fa molta impressione vedere questo corpo immacolato emergere con il suo biancore dalla profondità. E la bellezza della scultura e dei lacerti, poco più in là, contrasta con l’oscurità in cui questo dio è rimasto per secoli e secoli. Ma in fondo egli è il dio dell’oscurità ermetica, del pensiero velato dal quale scaturisce la luce della comprensione del mondo.

Il quartiere ateniese di Makrygianni si conferma una fonte inesauribile di tesori archeologici. E’ emersa una magnifica statua in marmo bianco, che rappresenta Hermes, datata al periodo romano. La scoperta è stata compiuta durante i lavori di scavo per l’installazione della rete di gas all’incrocio tra le vie Erechtheiou e N. Kallisperi. Poco dopo sono avvenuti altri ritrovamenti significativi recuperi e forse gli archeologi hanno scoperto un fil rouge: il possibile collegamento della “statua magica” con la casa del filosofo Proclo, che poco distante da qui visse.

I nuovi ritrovamenti

Durante gli scavi condotti nello stesso sito, è stato rinvenuto un torso maschile a grandezza naturale, adagiato sul lato destro, e diversi frammenti marmorei raffiguranti arti umani superiori e inferiori. Li vediamo tutti, nella foto qui sopra. Questi ultimi, per le dimensioni e lo stile, appaiono compatibili con la statua di Hermes. In aggiunta, sono stati identificati frammenti di una statua che rappresenta una figura umana e un gruppo di lampade databili al V secolo d.C.

Questi reperti, testimonianza del ricco passato della zona, sono stati rimossi con cura sotto la supervisione degli archeologi e trasferiti nei laboratori dell’Eforato delle Antichità della Città di Atene per le necessarie operazioni di conservazione e studio.

La statua di Hermes e il suo contesto storico

La straordinaria statua in marmo di Hermes, priva della testa ma in condizioni eccezionali, rappresenta un esempio unico di arte romana. Scoperta vicino all’Herodeion, la statua è stata rinvenuta in un’area che, durante il periodo imperiale romano (I-V secolo d.C.), era caratterizzata da una vivace attività culturale e filosofica. Atene, e in particolare le pendici meridionali dell’Acropoli, ospitavano lussuose ville e prestigiose scuole filosofiche.

Secondo l’archeologa Eleni Banou, ex capo dell’Eforato delle Antichità di Atene, questa scoperta è particolarmente rilevante. Banou sottolinea come fosse consuetudine, per i capi delle scuole filosofiche, installare statue di divinità all’interno delle loro residenze, a simboleggiare il legame tra cultura e spiritualità. La statua di Hermes potrebbe dunque essere stata parte integrante di una scuola filosofica o di una dimora aristocratica.

La residenza di Proclo: un possibile collegamento

Un aspetto cruciale di questa scoperta è la sua possibile connessione con la residenza del filosofo neoplatonico Proclo, situata nelle vicinanze, sotto l’attuale via Dionysiou Areopagitou. Proclo, originario di Costantinopoli, studiò all’Accademia di Platone ad Atene e vi diresse una delle più celebri scuole filosofiche del tempo fino alla sua morte nel 485 d.C. Hermes o Ermete era il dio dell’Ermetismo e dei significati arcani. Per questo la statua potrebbe essere collegata alla casa di Proclo. I neoplatonici come Proclo, infatti, esploravano il mondo occulto e i collegamenti con il mondo delle Idee.

La sua abitazione, scoperta nel 1955 dagli archeologi Jason Miliadis e Georgios Dontas e ulteriormente indagata nel 2003, è un imponente edificio rettangolare di 32 metri di larghezza. La villa comprendeva una stanza principale con pavimento a mosaico geometrico e un santuario domestico dedicato a Cibele. Questa scoperta è stata interpretata come una testimonianza della fusione tra filosofia e spiritualità nella vita quotidiana degli abitanti colti dell’epoca.

Chi era Proclo. Il suo pensiero

Proclo (412-485 d.C.), come dicevamo, fu uno dei massimi esponenti del neoplatonismo e ultimo grande scolarca dell’Accademia di Platone ad Atene. Nato a Costantinopoli, si trasferì ad Atene per studiare filosofia e giurisprudenza, ma presto si dedicò interamente alla filosofia neoplatonica. Al centro del suo pensiero vi è l’idea di una gerarchia cosmica che collega il mondo materiale all’Uno, principio supremo di unità e perfezione. Proclo enfatizzò l’importanza della teurgia, un insieme di pratiche rituali per avvicinarsi al divino, come mezzo per realizzare l’unione con l’Uno. Considerava il mondo come un riflesso armonico dell’ordine superiore, in cui ogni cosa ha una funzione e uno scopo ben definiti. Ermes ed Ermete Trismegisto erano i mezzi per raggiungere conoscenze superiori che, nella realtà quotidiana, apparivano velate.

Un vasto museo sotterraneo

Il sito di Makrygianni, come molte altre aree attorno all’Acropoli, rappresenta un vero e proprio museo sotterraneo ancora in gran parte inesplorato. Durante il periodo romano, le pendici meridionali dell’Acropoli erano abitate dall’aristocrazia locale, che decorava le proprie dimore con opere d’arte provenienti dai laboratori neo-attici.

Stamatia Eleftheratou, archeologa responsabile degli scavi presso l’Acropolis Museum, evidenzia che grandi statue del II secolo d.C. in buone condizioni sono estremamente rare. Questo conferisce alla scoperta un valore straordinario, sia dal punto di vista artistico che storico.

Le lampade del V secolo: uno sguardo sulla vita quotidiana

Il rinvenimento di lampade databili al V secolo d.C. offre un ulteriore spaccato sulla vita quotidiana di Atene tardoantica. Questi oggetti, spesso decorati con motivi simbolici o religiosi, erano comunemente usati per illuminare le abitazioni e i luoghi di culto. La loro presenza suggerisce un contesto residenziale o filosofico, in linea con l’immagine di un quartiere culturalmente vivace e spiritualmente ricco.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa