A caccia di monete antiche in grotte e anfratti, prima che passino i “predatori dell’arca perduta”. Scoperte delle ultime ore

Le monete del "falso Messia" che portò il popolo alla rivolta. Un arco di pochi anni caratterizzati da guerriglia e scontri violentissimi. L'analisi e la storia del materiale ritrovato

Grotte, anfratti, cavità sono, in Israele, fonte di innumerevoli scoperte perché furono luoghi in cui, nei millenni, gli uomini occultarono ricchezze, armi e persino i rotoli del Vangelo. Il problema è però costituito dal recupero abusivo di materiali da parte di predatori che finisce sul mercato nero. Proprio per questo l’Israel Antiquities Authority ha creato una task force impegnata in ricerche preventiva, su un’areale vasto e molto complesso sotto il profilo morfologico. Ora sono state portate alla luce importanti monete. Nel recentissimo passato, tanti altri gli oggetti antichi trovati, tra i quali un frammento di pergamena dei Dodici Profeti Minori, spade di ferro romane – una ancora nel suo fodero – e il più antico cesto completo al mondo.

 

Nelle ultime ore l’autorità israeliana per le antichità ha annunciato il ritrovamento di alcune importanti monete, tra le quali un raro pezzo dell’epoca della rivolta di Bar Kokhba, sul quale appare il nome di “Eleazar il sacerdote” vergato nell’antica scrittura ebraica. La scoperta è avvenuta, nel deserto della Giudea, nella riserva naturale di Mazuq Ha-he’teqim.

Il reperto principale, databile al primo anno della rivolta ebraica (132 d.C.), è stato portato alla luce insieme ad altre tre monete del tempo della rivolta, che portano il nome di “Simon”. Sul dritto della moneta è incisa una palma da dattero, con la scritta “Eleazar il sacerdote” in antica scrittura ebraica. Sul rovescio, un grappolo di uva è circondato dal testo “Anno uno della redenzione di Israele”, ancora in antica scrittura ebraica.

Il ritrovamento è avvenuto nel corso della Judean Desert Cave Survey effettuata dall’Autorità Israel Antichities in collaborazione con il Ministero del Patrimonio e l’Ufficio Archeologico per l’Amministrazione Militare della Giudea e della Samaria, con l’obiettivo di recuperare gli antichi tesori prima che siano rubati da saccheggiatori d’antichità.

Le monete furono battute, come dicevamo, durante la terza guerra giudaica, nota anche come rivolta di Bar Kokhba, che fu l’ultima grande sollevazione ebraica contro l’occupazione romana. Essa avvenne tra il 132 e il 135 ed ebbe come teatro l’antica Israele.
La ribellione scoppiò per almeno due motivi scatenanti: da un lato il divieto di circoncisione posto dall’imperatore Adriano per eliminare un costume, non solo giudaico, considerato barbaro e in contrasto con i canoni estetici adrianei, dall’altro il progetto di costruire una nuova città sulle rovine di Gerusalemme e insediarvi il culto di Giove. Poiché, come ben sappiamo, Gesù non era stato considerato dagli ebrei come Messia, e l’imperatore Adriano appariva al mondo giudaico come un persecutore pre-messianico, si sparse la voce che il Messia fosse un certo Simon Bar Kokheba, che si era autodefinito tale.

Simon Bar Kokheba – il cui nome significa “Simone Figlio della Stella” – guidò la rivolta. Venne ufficialmente proclamato, da Rabbi Akiva, messia, principe d’Israele e poi re dei Giudei, in seguito alle vittorie conseguite con la guerriglia contro Roma. Dopo che i Romani nel 135 repressero con successo la ribellione, i rabbini ebrei lo chiamarono Bar Koseba, ossia “il figlio della menzogna”. Durante la rivolta i cristiani si rifiutarono di combattere a fianco di Simon e vennero perseguitati
Chi era il sacerdote alla quale – attraverso l’iscrizione del suo nome – si collega la moneta trovata ora nella grotta?
“Ci sono alcune possibilità riguardo all’identità del sacerdote Eleazar, il cui nome compare sulla moneta. – spiega l’Autorità archeologica israeliana – Uno è Rabbi Eleazar Hamod’ai, un rabbino tannaico dei tempi di Rabbi Akiva, un allievo di Rabbi Yohanan ben Zakai. Sembra che il rabbino Eleazar Hamod’ai abbia avuto un ruolo religioso significativo all’epoca della rivolta di Bar Kokhba, e viveva nella città di Beitar, la sede del quartier generale della rivolta. Il Talmud racconta che morì a Beitar, probabilmente durante la rivolta. (Gerusalemme Talmud Ta’anit 4:5)”.
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Foto: Emil Aladjem, Oriya Amichay e Yaniv Barman, Autorità per le Antichità israeliane

Un’altra precedente scoperta di grande rilievo nelle grotte. Le spade romane. Leggi l’articolo, cliccando sulla foto


 

Trovano nelle fessure di una grotta 4 spade romane con fodero. Perfette. Hanno 1900 anni. Scoperta straordinaria. Il video

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz