Il Met di New York dedica un’ampia mostra, senza precedenti, alla vita e alle conquiste artistiche del pittore afro-ispanico del XVII secolo Juan de Pareja (ca. 1608–1670). Ampiamente noto oggi come soggetto dell’iconico ritratto del Met di Diego Velázquez, Pareja, nato ad Antequera, in Spagna, fu ridotto in schiavitù nello studio di Velázquez per oltre due decenni prima di diventare un artista autonomo, a pieno titolo. La mostra newyorchese è la prima a raccontare la sua storia e ad esaminare il modo in cui il lavoro artigianale di persone ridotte in stato di schiavitù e una società multirazziale sono indissolubilmente legati all’arte e alla cultura materiale dell'”età dell’oro” della Spagna.
Nell’ambito della mostra statunitense, sono esposte le rappresentazioni delle popolazioni nere e moresche della Spagna nelle opere di Francisco de Zurbarán, Bartolomé Esteban Murillo e Velázquez, accanto a oggetti d’arte che tracciano l’ubiquità del lavoro schiavizzato in opere artistiche o decorative, dalla scultura all’argento.
Il ritratto del Met, eseguito da Velázquez a Roma nel 1650, è contestualizzato da altri suoi ritratti di questo periodo e dal documento originale con cui Pareja fu liberato al suo ritorno a Madrid. La mostra culmina con la prima raccolta di dipinti – raramente visti – di Pareja, alcuni di dimensioni enormi, che si confrontano con i canoni dell’arte occidentale pur riecheggiando in tutta la diaspora africana.
Il collezionista e studioso del Rinascimento di Harlem Arturo Schomburg è stato fondamentale per il recupero dell’opera di Pareja e funge da filo conduttore che collega la Spagna del diciassettesimo secolo con la New York del ventesimo secolo, fornendo una lente attraverso la quale vedere le molteplici storie che sono state scritte su Pareja.
Velázquez ritrae Pareja
schiavo e collega
prima della liberazione
Molto probabilmente Velázquez eseguì questo ritratto del suo assistente-schiavo a Roma, durante i primi mesi del 1650. L’opera è oggi conservata al Met di New York. Secondo uno dei biografi dell’artista, quando questa pietra miliare della ritrattistica occidentale fu messa in mostra per la prima volta, “ricevette un plauso così universale che, a parere di tutti ai pittori delle diverse nazioni, tutto il resto sembrava pittura ma solo questa era verità.” Qualche anno dopo aver raffigurato il suo modello e collega in modo così orgoglioso e ricco d’affetto e d’ammirazione, Velázquez firmò un contratto di manomissione che avrebbe liberato Pareja dalla schiavitù nel 1654. Da quel momento in poi, Juan de Pareja lavorò come pittore indipendente a Madrid, realizzando ritratti e dipinti religiosi.