Allarme e solidarietà di guerra. Nelle dida dei Musei di Bologna si segnalano le opere da evacuare

L’introduzione dei nuovi supporti contestualizza all’interno del tragico scenario bellico, che sta provocando forte preoccupazione in tutto il mondo, la tradizionale funzione informativa delle didascalie come strumento di mediazione e interpretazione dell’opera, contribuendo a coinvolgere il pubblico anche attraverso la creazione di un significato emozionale

A partire da oggi, sabato 9 aprile, i visitatori dei musei civici di Bologna troveranno una nuova segnaletica interna allestita nelle sale espositive. Didascalie accomunate dalla stessa grafica – una cornice rossa e il testo “Priorità di evacuazione in caso di allarme” – saranno posizionate in corrispondenza dei beni culturali classificati come prioritari da evacuare in caso di eventi calamitosi di varia natura ed entità.

Statua frammentaria di Nerone
Provenienza: Teatro romano di via de Carbonesi
Metà I sec. d.C.
Marmo, probabilmente greco pentelico, altezza cm 117
Bologna, Museo Civico Medievale

“Abbiamo voluto mettere in campo questa iniziativa simbolica – spiega il sindaco Matteo Lepore – per comunicare un messaggio di solidarietà verso le istituzioni museali dell’Ucraina impegnate a mettere in sicurezza e salvaguardare il patrimonio culturale, storico e artistico esposto alle minacce e ai danni causati dal conflitto armato con la Russia, che stanno aggravando la crisi umanitaria in corso. Con questa azione vogliamo dare un messaggio più ampio ai visitatori dei nostri musei: in guerra le opere d’arte, così come le vite, sono in pericolo”.
Jean de Boulogne detto Giambologna
Modello per la statua del Nettuno
Bronzo, sec. XVI (1563 – 1564)
cm. 78,4 (base cm. 4,5 x 30)
Bologna, Museo Civico Medievale

“Nel luogo dove lo sguardo si concentra sulla bellezza delle opere d’arte – aggiunge la delegata del sindaco alla Cultura Elena Di Gioia – poniamo simbolicamente un segno che indica come i Musei e i luoghi della cultura accolgono con solidarietà e vicinanza le ferite del mondo. Alle iniziative simboliche si accompagnano iniziative a cui stiamo lavorando di sostegno concreto in favore di artiste e artisti ucraini”.

L’introduzione dei nuovi supporti contestualizza all’interno del tragico scenario bellico, che sta provocando forte preoccupazione in tutto il mondo, la tradizionale funzione informativa delle didascalie come strumento di mediazione e interpretazione dell’opera, contribuendo a coinvolgere il pubblico anche attraverso la creazione di un significato emozionale che sottolinea la necessità di proteggere dai rischi le collezioni museali, a partire dalle opere più significative in ordine di priorità.

Con questa azione comunicativa si è inteso raccogliere l’appello lanciato da Marco Riccòmini, presente a Kiev nei giorni immediatamente precedenti l’inizio del conflitto. In un articolo pubblicato sulla rivista ‘Il Giornale dell’Arte’, lo storico dell’arte e art advisor bolognese ha raccontato come l’Ucraina sia un paese ricco di tesori d’arte, moltissimi dei quali sono italiani, e gli operatori museali si stiano preparando a tutti gli scenari possibili in un’atmosfera di tensione. Olena Zhikova, curatrice del Museo Nazionale Khanenko, gli confida le procedure da seguire per l’evacuazione e il ricovero temporaneo delle opere in caso di emergenza, spiegando come per la classificazione di priorità siano stati utilizzati nastri di colore diverso: rosso a indicare le opere che costituiscono una priorità assoluta, giallo per la seconda scelta.

Riuscito a rientrare in Italia poche ore prima della chiusura dell’aeroporto di Kiev, Riccòmini si è rivolto al mondo dell’arte – musei, gallerie e mostre – per proporre un’azione di solidarietà verso i colleghi che si stanno mobilitando per salvaguardare il patrimonio artistico in pericolo: eleggere una stanza nella quale segnare le opere da portare in salvo e quelle da lasciare indietro. Un gesto simbolico per sensibilizzare tutti gli amanti dell’arte su cosa sta accadendo in questi giorni in Ucraina, che il Comune di Bologna ha voluto fare proprio e condividere con il pubblico dei propri musei.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz