Gli archeologi che operano negli scavi preventivi in un sito di sviluppo di un magazzino per lo stoccaggio e la lavorazione del grano hanno scoperto i resti di un insediamento romano. E Eye, un villaggio appartenente all’area metropolitana di Peterborough, hanno portato alla luce un un luogo di sepoltura, un essiccatoio, oggetti di epoca medio-tarda romana e i resti di una fornace per la produzione di laterizi.
Furono i romani a costruire un forte chiamato Durobrivae nel 43 dopo Cristo, che poi diventò la città di Peterboroug. Eye si trova in quest’area. La conquista e la colonizzazione romane crearono, in Britannia, attorno a strutture militari o civili romane, un nucleo importante che avrebbe portato alla fondazione di importanti e numerose città. I canali delle reti organizzative, le strade e i resti degli edifici restarono a disposizione secoli e costituirono fondamenta per lo sviluppo urbano.
Lo scavo viene effettuato da Allen Archaeology, lungo la Thorney Road. Adam Lodoen, direttore regionale di Allen Archaeology, ha detto alla Bbc che la squadra ha scoperto qui un’area cimiteriale romana con 14 sepolture, resti di un essiccatoio di mais e di una fornace per piastrelle.
Nei pressi della fornace sono state trovati numerosi resti di mattoni, condotte ceramiche per il fuoco ed embrici, un tipo di tegola piatta di forma rettangolare senza risalti o di forma trapezoidale con bordi rialzati sui due lati obliqui, usata, quest’ultima, nelle coperture a tetto dette «alla romana». Secondo gli archeologi, i laterizi portati alla luce sono di alta qualità. Quattordici, come dicevamo sono le sepolture romane, nell’area. Cosa c’era, quei tempi, qui?
Gli indizi consentono di formulare l’ipotesi della presenza nei dintorni, di una villa rurale romana, della quale non sono state trovate tracce perché o cancellata dalla costruzione di altri edifici o è ancora da scavare in qualche area attigua. L’essicazione dei cereali, oltre che essere alla base della produzione della birra – attraverso la tostatura di orzo – consentiva ordinariamente, attraverso esposizioni più limitate al calore, di accelerare l’essicazione di grano e orzo, abbattendo così la presenza degli insetti e dei microrganismi che avrebbero potuto intaccare i grani. Gli essiccatoi potevano anche essere utilizzati, in modo integrato, anche come forni per il pane, sfruttando il fuoco acceso per l’attività primaria.
La fornace per prodotti fittili e ceramici potrebbe essere sorta come presidio di cantiere prima della costruzione della presunta villa vicina e poi, probabilmente, potrebbe aver prodotto materiali da immettere sul mercato. La presenza di attività legate all’agricoltura e ai materiali per l’edilizia rientra in uno schema abbastanza ripetitivo nell’ambito dei centri produttivi delle ville rustiche. E’ chiaro il fatto che molti coloni riuscivano a garantirsi prosperità proprio grazie alla vendita di prodotti agricoli e di oggetti artigianali.
L’ipotesi che ci si possa trovare in un’area estrema della proprietà, forse nei pressi di una strada antica, è dimostrata dalla presenza di un piccolo cimitero romano, che ora deve essere studiato. E’ probabile che il luogo di sepoltura fosse riferito proprio agli abitanti della villa rustica, come accedeva molto spesso nel mondo romano.