Hanno aperto una porta e si sono trovati al cospetto di un ampio sepolcro a camera, intatto, con due stanze notevoli e con uno splendido corredo integro. Piatti, mobilia, oggetti raffinati e preziosi di una nobiltà colta e raffinata. Un appartamento dell’Aldilà, arredato alla fine del Cinquecento.
Così gli archeologi dell’Istituto Shanxi – che si occupa di Beni culturali e di archeologia – hanno portato alla luce una tomba ben conservata della dinastia Ming (1368-1644) nella città di Xinzhou, nella provincia dello Shanxi, nel nord della Cina. Le iscrizioni trovate sulla bara e sui muri hanno fornito indizi determinanti, permettendo ai ricercatori di identificare il proprietario del sepolcro, un uomo vissuto tra il 1533 e il 1588. Data l’alta qualità dei manufatti e l’eccezionale stato di conservazione – tutto era a posto, come quando fu collocato, solo alcuni piccoli cedimenti dei tavolini hanno lievemente messo in disordine l’allestimento originario – gli archeologi hanno capito di essere entrati in una capsula del tempo appartenuta ad un nobile della fine del XVI secolo.
Gli archeologi non hanno ancora parlato dei resti mortali. E’ possibile che le due tombe contengano i resti di due persone – il nobile e un suo familiare – ma esiste anche la possibilità che la seconda bara si riferisse anch’essa, per motivi rituali, al nobile cinese che qui fu inumato. Attendiamo quindi delucidazioni, in tal senso, dai cinesi.
L’uomo a cui la tomba apparteneva era probabilmente dotato anche di mansioni giurisdizionali e amministrative. Si potrebbe pensare che egli, vissuto alla corte, sia stato poi inviato, con una sorta di infeudazione, nei territori del nord, pur rimanendo in contatto con il centro di potere dell’impero. Le ricerche sui manufatti e in archivio sono appena iniziate. Stupisce il ritrovamento di tutto il necessaire per la scrittura.
La scoperta è avvenuta durante i sopralluoghi in previsione dell’esecuzione del progetto di riallineamento dell’autostrada nazionale. La tomba, lunga 25 metri e composta da una camera funeraria centrale e da una camera posteriore, di dimensioni inferiori, venne realizzata sul terrazzamento di un villaggio, utilizzando conci in pietra. L’accesso si trova alla fine di un corridoio in discesa lungo 17 metri.
Gli archeologi, nella camera principale, hanno scoperto due bare di legno splendidamente decorate oltre a due nicchie: una a sud con quattro vasi di porcellana e una a nord con cinque vasi di porcellana e quattro bottiglie. I vasi di porcellana contenevano cereali, liquidi o oli.
La tomba è, in fondo , una nobile suite. Il sepolcro vuol ricordare la camera da letto, mentre la stanza accanto è un salottino-studio. Questo vano è arredato con tavoli, sedie, candelabri altari di legno, incensieri, vasi di latta, tazze di latta, piatti di latta, statuine di legno dipinte, calamai, pennelli, portapenne e altri utensili per scrivere.
Un epitaffio sulla tomba iscritto in caratteri di sigillo offre un indizio sulla possibile identità del defunto: “Epitaffio del principe di Ming Ru Hou’an”, alludendo a un lignaggio nobile e a un titolo prestigioso.
La seconda bara, caratterizzata da un motivo a rombi, reca un’iscrizione in caratteri regolari. L’iscrizione recita: “Ming Gu Rong Kao Hou Ru Wang Gong”, che si traduce in “Incaricato dalla dinastia Ming di servire la corte reale come funzionario di palazzo”.