Al via in queste ore la sesta campagna di scavi nell’antica città sumerica di Nigin in Iraq
Lo scavo – finanziato dal programma Grandi scavi della Sapienza e dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con il coordinamento di Davide Nadali del Dip. di Scienze dell’antichità – vede la partecipazione anche quest’anno di numerosi studenti di archeologia.
La Spedizione Archeologica Italiana a Tell Surghul è un progetto congiunto tra l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Perugia, co-diretto da Davide Nadali e Andrea Polcaro. Il sito è un insediamento di circa 70 ettari, caratterizzato da due monticelli principali, denominati Tumulo A e Tumulo B. Il primo, raggiungendo in realtà un’altezza di circa 15 metri, si trova al centro del sito e corrisponde alla principale fasi dell’acropoli dell’antica Nigin. Il secondo, che oggi raggiunge un’altezza di 5 metri, si trova a 160 metri a sud-ovest del tumulo A. Entrambi i tumuli mostrano ancora i segni delle due profonde trincee di scavo operate da Robert Koldewey nel 1887. Il sito di Tell Surghul era già stato identificato come Nigin, una delle tre città principali dell’antico Stato sumero di Lagash, corrispondente a Tell el-Hibba (situata a soli 7 chilometri a nord-ovest), dai primi scavi e rilievi operati nel sito nei secoli passati.
Diverse fonti cuneiformi della prima e della seconda dinastia di Lagash descrivono l’antica città di Nigin riferendosi all’esistenza di numerosi santuari (il principale dedicato alla dea Nanshe) e del canale dello stato sumero, proveniente da Tello e che raggiungeva il mare fino a il Sud.
I primi scavi della Spedizione Archeologica Italiana nel 2015 hanno mostrato che la storia del sito è più antica e risale al V millennio a.C., nel periodo Ubaid, con un impotente e vasto insediamento nel IV millennio a.C. nel Tardo Uruk.