Archeologia. Straordinaria scoperta. Cerca nei campi e si imbatte in 800 oggetti del I secolo sepolti in un fosso. Fu un sacrificio rituale di 2000 anni fa? Perché un insieme di eleganti calderoni celtici, lance, ruote, decorazioni? Rispondono gli archeologi

Tanto si deve a lui. All’appassionato di storia. Si è imbattuto nei reperti antichi, perlustrando il lato di un campo. Ha avvisato gli archeologi, mostrando ciò che aveva trovato. Ha segnalato che, probabilmente, là sotto era pieno di oggetti da recuperare. E’ così iniziata un’avventura stupenda.

Le ruote dei carri, il bacile e altri reperti, durante lo scavo archeologico
Un grosso blocco di terra contenente reperti di dimensioni medio-piccole recuperato e portato in laboratorio per un accurato micro-scavo

Oggi è stato annunciato ufficialmente il ritrovamento di un tesoro eccezionale nei pressi del villaggio di Melsonby, nel North Yorkshire. Per ragioni di sicurezza e di studio, la scoperta è stata tenuta riservata fino a questo momento. Il ritrovamento comprende oltre 800 oggetti, una quantità straordinaria di materiali che colloca la scoperta tra i più importanti tesori dell’Età del Ferro mai scoperti nel Regno Unito e tra i maggiori anche in Europa. Molti oggetti sono stati realizzati con fusioni di bronzo. Sotto il profilo stilistico, la matrice è celtica.Numerosi reperti mostrano evidenti segni di esposizione al fuoco prima della sepoltura.

All’interno dei depositi sono presenti frammenti fusi di lega di rame, mentre alcune superfici conservano residui di carbone. I rivestimenti in ferro rivelano tracce di bruciatura. Inoltre, alcuni oggetti sono stati intenzionalmente danneggiati: i cerchioni di carri e bighe risultano piegati e un calderone è stato frantumato con una pietra. In quest’area non vi era alcuna tomba, il che suggerisce che la distruzione, la combustione e la successiva sepoltura di questa ingente quantità di ricchezze siano avvenute in occasione di un evento significativamente drammatico..

Un elemento decorativo floreale di matrice celtica trovato durante lo scavo.. Osservando questo oggetto antico possiamo notare come lo stile delle popolazioni “galliche” abbia influito, in una sorta di rinascimento celtico, sul gotico, sul neo-gotico e persino sul Liberty

Una scoperta di portata straordinaria

Secondo il professor Tom Moore, direttore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Durham, “il tesoro di Melsonby è di una scala qualitativa e di dimensioni eccezionali per la Gran Bretagna e probabilmente anche per l’Europa. Insolitamente, comprende molti pezzi di veicoli e oggetti come un bacile per mescere il vino, che presenta sia decorazioni in stile mediterraneo che in stile britannico dell’Età del Ferro”.

Una convergenza stilistica che rinvia al mondo gallico, alla terra d’origine dei celti britannici.

Gli oggetti ritrovati includono:

  • Due calderoni o recipienti decorati, (nella foto) uno dei quali con coperchio, probabilmente utilizzato per mescere il vino. La dimensione dei bacili lascia intendere che essi fossero usati per riti collettivi. Il grande contenitore era, assai probabilmente, simbolo di ricchezza, di generosità e di convivialità ritualizzata. Probabilmente i capifamiglia si manifestavano tali anche grazie alla liberalità.
  • Finimenti per almeno 14 cavalli, con morsi per briglie.
  • Tre lance cerimoniali.
  • 28 ruote di ferro, sepolte nel fondo di un grande fossato.

Questi reperti suggeriscono che l’individuo o il gruppo che li possedeva apparteneva a una potente élite, in stretto contatto con le reti aristocratiche non solo della Gran Bretagna, ma anche dell’Europa continentale e del mondo romano.

Il luogo del tesoro e i celti Briganti

Melsonby, luogo del ritrovamento, è un piccolo villaggio situato nel North Yorkshire, Inghilterra, a circa 370 km a nord di Londra e a circa 20 km a nord-ovest di Darlington. Si trova non lontano dall’antica strada romana Dere Street, che collegava York alla Scozia, segno della sua importanza storica già in epoca romana.

La zona ha una lunga storia di insediamenti umani, risalenti almeno alla preistoria, con ritrovamenti archeologici che suggeriscono la presenza di comunità dell’Età del Bronzo e del Ferro. Nei dintorni si trovano tracce di popolazioni celtiche, probabilmente appartenenti alla tribù dei Briganti, che dominava gran parte dell’odierno Yorkshire prima della conquista romana.

Con l’arrivo dei Romani nel I secolo d.C., l’area divenne parte dell’amministrazione romana della Britannia. Sono stati scoperti resti di villae e fortificazioni, oltre a reperti come monete e ceramiche, che indicano un’intensa attività economica e agricola. Data la vicinanza a Dere Street, Melsonby potrebbe aver ospitato un piccolo insediamento di supporto per i movimenti militari e commerciali dell’epoca.

Il significato rituale del deposito

Uno degli aspetti più affascinanti del ritrovamento riguarda la distruzione deliberata di molti degli oggetti, un fenomeno raro nella Gran Bretagna dell’Età del Ferro, ma ben attestato nelle pratiche rituali celtiche in Europa. In molte culture celtiche, armi, utensili e carri venivano distrutti e offerti agli dèi, spesso gettati in specchi d’acqua o sepolti in fosse sacre.

La distruzione di un così grande numero di oggetti di alto valore potrebbe suggerire un rituale sacrificale, ma resta aperta l’ipotesi che possa trattarsi di un gesto legato a un evento bellico. Potrebbe, ad esempio, rappresentare il risultato di una vittoria su un altro gruppo celtico. I Celti erano noti per la pratica di consacrare agli dèi le armi e gli equipaggiamenti catturati ai nemici sconfitti. Il tesoro di Melsonby potrebbe dunque essere il risultato di una battaglia tra tribù rivali. Da quanto potrebbe apparire dalla scelta simbolica degli oggetti – che, nel territorio francese, sono spesso associati a luoghi di sepoltura od offerte rituali – si può pensare a un deposito compiuto dai celti stessi più che dall’esercito romano che stava invadendo la Britannia.

Non è escluso che, nel futuro prossimo, possano emergere, non lontano dal fossato, elementi che possano essere ricondotti a un recinto rituale celtico. Gli archeologi inglesi affermano di aver cercato eventuali resti umani per capire se i depositi si riferissero a una tomba. Ma, almeno per ora, questa ipotesi è scartata.

L’influenza della conquista romana

La datazione del ritrovamento al I secolo d.C. suggerisce un possibile collegamento con l’espansione romana in Britannia. Nel 43 d.C., sotto l’imperatore Claudio, le legioni romane avviarono la conquista della Britannia, incontrando resistenze feroci da parte delle tribù locali. È plausibile che la distruzione di questi oggetti sia stata una risposta diretta agli sconvolgimenti causati dall’arrivo dei Romani. Le élite locali potrebbero aver scelto di distruggere questi simboli di potere piuttosto che lasciarli cadere nelle mani dei conquistatori. Oppure, poiché alcune tribù celtiche collaborarono con i Romani, gli 800 pezzi recuperati come bottino di guerra furono accumulati ritualmente dalla tribù vincitrice – che probabilmente affiancava i Romani – e offerti alle divinità.

Il professor Moore ha sottolineato come la scoperta dimostri che le élite della Britannia settentrionale fossero potenti quanto le loro controparti meridionali, sfidando la tradizionale visione di una suddivisione netta tra le aree più sviluppate del sud e quelle più periferiche del nord.

Il ruolo dei detectoristi

Un aspetto fondamentale di questa scoperta riguarda l’importanza della collaborazione tra archeologi e detectoristi dotati di senso di responsabilità. Peter Heads, il detectorista che ha individuato il primo segnale del tesoro, ha immediatamente avvisato le autorità, permettendo che il materiale fosse salvaguardato e studiato adeguatamente.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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