Un ciclo di affreschi duecentesco riportato alla luce a Roma, riunisce virtuosismo narrativo e superba vitalità cromatica: l’iconografia racchiude una sorta di summa del sapere con una completa gamma di soluzioni figurative, fra allegoria e realismo. E si riapre la disputa fra primato fiorentino e primato capitolino nel rinnovamento della lingua pittorica italiana
Caravaggio dipinse il proprio giovanissimo amante come la divinità del sesso in grado di vincere ogni cosa. Ciò destò grande scandalo. E fu per il violento odio reciproco, alimentato da una calunniosa poesia caravaggesca, che Baglione gli rispose con un quadro che celebra l’amore divino e che assegna al pittore lombardo le fattezze del demonio
Materia, consistenza. La variabilità, le mille sfaccettature delle cose, sia che le si sottoponga all’esame dello sguardo, trattandole quindi quali involucri esterni, sia che ci si avventuri nell’indagine dell’essenza più intima e molecolare.
Il pittore bresciano affronta con sapienza e rigore intellettuale i misteri della bellezza, della natura e del tempo, dell’umano e del divino. Successo per la recente antologica cittadina ai SS. Filippo e Giacomo
Si chiamava Francesco Prata era nato sessant’anni prima del grande maestro
proprio a Caravaggio. Certi tagli di luce sembrano precedere straordinariamente l’opera del genio lombardo. Una serie di inizi convergenti tra Brescia e Bergamo
Influenzato all’origine dal Minimalismo e dall’Arte Povera, Nakis Panayotidis, dopo una fase segnata da rigore concettuale e implacabile reiterazione di forme archetipiche, ha trovato nuovo slancio nel racconto di architetture filtrate dalla memoria formulato mediante l’impiego simbiotico di fotografia e pittura
Una ricca monografia restituisce appieno la figura del pittore, attivo nel panorama dell’arte bresciana a cavallo fra Otto
e Novecento. Fine paesaggista, seppe cogliere lo spirito di rinnovamento che portò ad un linguaggio più sciolto e vibrante, nel segno della modernità
Alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena, la mostra curata da Antonio Paolucci e Marisa Zattini apre la riflessione sulla centralità dell’immagine umana nella storia della pittura attraverso le opere antiche e contemporanee provenienti dalla collezione della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Fondazione Banca Popolare di Cesena
La mia pittura, sembrerà strano, ma è nata dall’amore a prima vista che ho nutrito nei confronti del carattere tipografico Bodoni, che è diventato immediatamente una specie di impronta digitale per me. Il primo approccio alla tela, che è divenuto la mia cifra identificativa, avviene dunque con la riproduzione di questo “alfabeto”, sul quale intervengo poi in un tempo successivo con la sovrapposizione di segni più liberi e istintivi, una scrittura calligrafica, che sembra un ricamo, più ariosa e leggera
Approda a Milano la retrospettiva dedicata a Giorgio Armani. Per la prima volta le sale della Triennale, trasformate nell’occasione da un allestimento di Robert Wilson, ospitano un’esposizione che omaggia un protagonista della moda mondiale