Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Scoperta l’antica strada di Segesta. Archeologi vicini all’individuazione dell’agorà siciliana

Si intuisce che la strada potrebbe condurre ad un’agorà. Attorno e sopra, si è accumulato terriccio, facilmente asportabile. Sul posto stanno lavorano, a supporto di tecnici ed esperti, anche i giovani richiedenti asilo del centro Casa Belvedere di Marsala, che ha stretto un accordo di archeologia solidale con il Parco di Segesta e l’Università di Ginevra

Arte contemporanea. A Ca’ Pesaro esposte le 105 opere della collezione di Gemma De Angelis Testa

Annovera capolavori di Robert Rauschenberg e Cy Twombly affiancati ai Maestri dell’Arte povera Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Gilberto Zorio. Il viaggio nell’arte del secondo ‘900 si articola con opere fondamentali della produzione di Anselm Kiefer e con lavori iconici di Gino De Dominicis, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mario Schifano e ancora sculture di Tony Cragg ed Ettore Spalletti. L’altra metà dell’avanguardia è ben rappresentata nella collezione con le visioni di Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Candida Hofer, Mariko Mori, Shirin Neshat, tra le altre

I campioni della Sapienza. In fase di restauro i capolavori di Battista e Dosso Dossi a Trento. La mostra. Le foto

Le tavole saranno quindi messe a confronto da una parte con dipinti aventi lo stesso soggetto ma realizzati da altri pittori, dall’altra con opere di Dosso Dossi e di Battista eseguite poco prima o poco dopo gli anni di attività a Trento questo per mettere a fuoco il problema della collaborazione dei due fratelli. Infine, anche in collegamento ideale con l’identità dei Sapienti dosseschi, il percorso si svilupperà a partire da una preziosa serie di busti raffiguranti filosofi e scienziati del mondo antico per poi comprendere capolavori del tardo Cinquecento e del Seicento quando le immagini dei più illustri sapienti organizzate in veri e propri cicli conosceranno un grande successo. Fama che darà vita ad un vero e proprio fortunatissimo genere iconografico, arricchendo raccolte e collezioni private e assecondando la cultura erudita dei committenti del tempo.

Aperta botola misteriosa nella basilica di Piacenza. Scatta l’esplorazione tra scheletri e medaglie anti-demonio

"La camera oggetto delle indagini, cui si accede tramite una botola in pietra sul pavimento, è posta al di sotto dello spazio del Coro. - spiega la Soprintendenza - Gli inumati, presumibilmente una quindicina, sono stati deposti in casse lignee che una volta decomposte hanno provocato la sovrapposizione delle salme; in tutto sono state rinvenute 12 medaglie, 4 crocefissi, 1 anello e 2 rosari. La camera sepolcrale è stata utilizzata tra il XVII e il XVIII secolo come sembrano testimoniare 2 delle medaglie devozionali in lega di rame. La prima è una medaglia “passio Christi” recante i simboli della Passione, mentre la seconda è una medaglia di San Benedetto con abbreviazioni di formule di esorcismo VRS (vade retro Satana) NSMD (numquam draco sit mihi dux “il demonio non sia il mio padrone”) CSSML (Crux Sancta sit mihi lux “la Santa Croce sia la mia luce”). Le indagini sul campo e lo studio sono stati eseguiti dalla ditta Malena di Piacenza".

Tomba di un alto dignitario di 3200 anni fa scoperta da una missione archeologica del Museo egizio di Torino

L'edificio sepolcrale di Panehsy ha la forma di un tempio, con un ingresso monumentale e una corte con portico colonnato al cui centro c’è un pozzo che dà accesso alle camere sepolcrali ipogee. Sul lato ovest la corte è chiusa da tre cappelle. Il complesso funerario di forma rettangolare, di 13,4 metri per 8,2 metri, confina a sud con la celebre tomba di Maya, alto funzionario, responsabile del tesoro del faraone Tutankhamun

Trovato un tabellone del gioco del pallone dei Maya risalente a più di mille anni fa. E’ scolpito sulla pietra calcarea

Al centro della rappresentazione c'è una palla contesa tra due giocatori uno dei quali indossa un vistoso copricapo con piume e fascia con elemento floreale, che ricorda un fiore palustre simile alla ninfea, mentre l'"attaccante avversario" porta in testa un turbante a forma di serpente, elemento simbolico ricorrente in questa antica città.