Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Intatta, dopo due millenni. Resiste agli escavatori. Strada romana trovata durante lavori in Transilvania

"A Cluj sono state utilizzate piastre di pietra, alcune delle quali arrotondate. - dice l'archeologo che ha compiuto i rilievi - In scala ridotta, tutto ricorda molto da vicino ciò che è conservato oggi a Pompei. La resistenza delle costruzioni romane è dovuta in buona parte alla malta da loro inventata allora, ma anche al loro successivo riutilizzo, che ne permise la manutenzione".

Sarà sottoposto a restauro lo Stendardo dipinto da Perugino negli anni giovanili. La storia

Nel Gonfalone del Farneto la critica concorda nel riconoscere una delle prove capitali del giovane Pietro Perugino, che vi lavorò nei primi anni settanta del Quattrocento, all’indomani del fondamentale periodo formativo trascorso a Firenze nella bottega di Andrea del Verrocchio, accanto a “compagni di studi” quali Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli e Domenico Ghirlandaio. La profonda e personale rimeditazione degli insegnamenti appresi dall’orafo, scultore e pittore fiorentino è evidente nel trattamento dei volumi e delle anatomie, nella modulazione dei panneggi, resi quasi come fossero lamine metalliche, nella definizione del paesaggio aggiornata sui modelli fiamminghi

Santo Sepolcro. Portato alla luce il pavimento romano in opus sectile della tomba di Cristo

"La complessità della stratigrafia determina la necessità di dover proseguire le indagini archeologiche e lo studio dei materiali rinvenuti, così da poter puntualizzare sequenze e cronologie e proporre quindi ricostruzioni filologicamente attendibili" spiega la professoressa Francesca Romana Stasolla, professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale presso l'Università di Roma Sapienza

15 statue di divinità e marmi finiti nei depositi tornano nell’elegantissima villa di Poppea. Le foto

15 i reperti ricollocati, che un tempo adornavano la maestosa Villa, tra i quali un grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, ad aprire il percorso e grandi statue. La Nike, l’Artemide e l’Efebo, e poi il busto di Eracle, il bambino con l’oca, e ancora una testa di Afrodite e ritratti di bambini. A questi reperti già posizionati si aggiungeranno i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito, al termine della mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei” presso la palestra grande di Pompei, dove sono attualmente esposti.