Durante la verifica condotta sul terreno, non sono state trovate ossa o pezzi di ceramica. Tutto indica il fatto che qualcuno si è disfatto di queste armi, probabilmente dopo averle messe in un sacco e poi li ha gettate in quella che era una zona paludosa
Gli storici evidenziano una fase di occupazione abitativa del castello nel Seicento, periodo al quale risale l'anello appena scoperto. L'oggetto prezioso è stato segnalato al servizio nazionale, come prevede la corretta procedura indicata dalla legge
L'opera misura 37 x 45 centimetri. Rappresenta una giovane donna, di spalle, contro un paesaggio classicista. Il dipinto, un olio su pannello, proviene da una collezione francese. Merita sicuramente d'essere osservato con grande interesse
Al momento, non è stata presa una decisione sulla continuazione dei lavori nell'area delle tombe, ma saranno adottati adeguati accorgimenti tecnici per preservarle. Gli interventi di scavo e le successive attività di studio e analisi rappresentano un esempio di corretta collaborazione tra la Soprintendenza, l'ente gestore del servizio pubblico e l'esecutore dei lavori pubblici, garantendo la salvaguardia di importanti testimonianze archeologiche.
"Nella casa IX, 10, 1 fervevano i lavori di ristrutturazione, in un angolo nell’atrio sono state ritrovate circa 300 tegole e vicino blocchetti di tufo utilizzati per riparare i danni del terremoto avvenuto negli anni precedenti - scrive il Parco archeologico di Pompei - Particolarmente interessanti sono i tanti numeri, parte incisi, parte a carboncino, tracciati sullo stipite accanto ai ritrovamenti, probabili conteggi del materiale o delle giornate di lavoro da parte delle maestranze".
La pratica, ancora pagana, pagana di seppellire armi nelle tombe dei guerrieri ha influenzato notevolmente la distribuzione, mentre i ritrovamenti al di fuori del nord Europa sono spesso legati a smarrimenti, come nelle acque dei fiumi. I vichinghi credevano che le armi avrebbero servito al defunto anche nell'aldilà, e spade nemiche venivano talvolta deformate per impedire che il nemico ritornasse armato per vendicarsi
In un'epoca in cui gli insediamenti collinari utilizzavano principalmente grandi cisterne per l'acqua, Heraion Teikhos si distingue per l'approvvigionamento idrico proveniente da un'area boschiva diversi chilometri a est del sito di scavo
Dopo una rapida indagine, è emerso che il relitto era una nave in quercia di almeno 6 metri di larghezza e 25 metri di lunghezza, con riparazioni in ferro. Dai documenti storici, la squadra ha identificato il brigantino
L'antica occupazione, risalente dalla metà del I secolo alla fine del II secolo d.C., si presenta con tracce di edifici rurali su pilastri quadrangolari all'interno di una rete di terreni trincerati situati nella zona meridionale. Questi edifici, associati a numerosi pozzi e a un pozzo circondato da ciottoli, sono presumibilmente collegati a una villa che si trovava al di fuori dell'area esaminata durante gli scavi archeologici preventivi.
Il teschio dell'uomo, con un chiodo ancorato nel tallone, è stato trovato insieme ad altre sepolture risalenti al III e IV secolo, in un insediamento romano precedentemente sconosciuto. Corinne Duhig, specialista in osteologia dell'Università di Cambridge, ha dichiarato che questo è un ritrovamento "quasi unico" e ha suscitato grande interesse negli esperti