Il Chac Mool è un modello di scultura con funzione di altare, tipico della mesoamerica precolombiana che riproduce una figura umana, adorna di gioielli, in posizione reclinata con la testa alzata e rivolta verso il lato destro, con un recipiente appoggiato sul ventre. Su questo recipiente venivano appoggiate le offerte in occasione dei sacrifici.
"L'archeobotanica francese: "I Romani portarono la viticoltura nel bacino di Clermont-Ferrand e quindi l'uva è frequente. Molto comuni sono anche le prugne, le pesche, le ciliegie e la frutta secca come noci e nocciole. Fatta eccezione per la nocciola, la maggior parte di questi frutti furono portati dall'Italia dai romani che ne mangiavano moltissimi. In termini di acculturazione, le élite romane portarono non solo i loro edifici, ma anche il loro cibo. È romanizzazione dei frutti. Tutto si svolge nel I-II secolo d.C. J.-C., proprio come oggi siamo passati dal cassoulet all'hamburger".
Eseguito con maestria era attribuito a Pietro della Vecchia (Pietro Muttoni) (Venezia, 1603 – Vicenza, 8 settembre 1678) Pittore, copista nonché falsario di Tiziano e Giorgione. Incorniciato con bella cornice neoclassica è in condizioni discrete, già pronto da appendere, reintelato nel XIX secolo e misura 86,5 per73,5. Per vedere tutte le fotografie, leggere la scheda e vedere le quotazioni potete CLICCARE QUI
La villa aveva un'ampiezza di 3mila metri quadrati e si sviluppava attorno a un cortile o a un giardino di circa 400 metri quadrati. La parte interna, che si affacciava su questo giardino chiuso, era tutta circondata da un elegante portico sorretto da colonne, con caratteristiche architettoniche e decorative paragonabili alle migliori ville dell’aristocrazia romana dell'epoca
Enormi strutture a più piani sono state identificate in questi giorni sotto una fortezza dell'Impero romano d'oriente, in Turchia, grazie all'intervento degli archeologi con i georadar, strumentazioni che, funzionando un po' come i sonar che scandagliano la profondità del mare, consentono di "vedere" cavità e muri sotto il terreno
Nelle immediate vicinanze del ritrovamento gli archeologi hanno scoperto altri resti organici: un frammento di pala di legno e parte di pelliccia - forse un cappuccio - con un'allacciatura
96 oggetti gioielli antichissimi, provenienti da collezioni europee, vanno all'asta in queste ore sul sito internazionale Catawiki. Un'asta molto curiosa, che consente di fare una carrellata tra anelli, pendenti, braccialetti dall'inusuale disegno. Per vedere le foto degli oggetti preziosi, conoscerne quotazioni e provenienza potete cliccare qui
“I resti – dice il Ministero della cultura – sono quelli di una struttura quadrangolare di grandi dimensioni che si può ricollegare a un edificio di culto di età romana, datato, in via preliminare, al I sec. a.C., coevo con la pavimentazione in lastre di pietra arenaria del foro lasciate a vista nella vicina area archeologica pubblica e ritrovate anche alla base delle evidenze strutturali messe in luce. L’eccezionalità di tale rinvenimento consiste anche nel suo stato di conservazione: un’unica imponente struttura in corsi orizzontali di blocchi di arenaria, identificata come il podio sopra il quale si dovevano ergere i muri dell’antico edificio di culto, secondo la tipologia di tempio italico ben attestata nella penisola, conservato per un’altezza massima di 2,85 metri”.
Il Forte San Felice, il cui nucleo originario risale al 1385, anno della posa della prima pietra del Castello della Luppa - quello che è stato liberato ora dalla vegetazione che ne impediva la lettura - venne costruito in posizione strategica sull'isolotto naturale all'ingresso della laguna dopo la Guerra di Chioggia che aveva visto la Repubblica di Venezia attaccata da quella di Genova
C'è da farne mezzo museo. Mezzo museo dedicato all'evoluzione della ceramica medievale italiana - con particolare riferimento all'Italia centrale - nel passaggio al Rinascimento e al Barocco. I pezzi recuperati dal pozzo di Campo della Fiera di Orvieto sono di assoluta bellezza e testimoniano una "civiltà del bere" che poggiava sulla narrazione e sulla bellezza. Che fosse acqua o vino il liquido agognato giungeva al consumatore racchiuso in una storia policroma, con una suggestione simbolica.