Scendendo dalle pendici, immediatamente sotto il cavallo bianco, si rileva la presenza di una collinetta, la Dragon Hill - la collina del drago - un rilievo di roccia calcarea, con la cima appiattita dall'intervento dell'uomo. Secondo la leggenda, qui San Giorgio uccise il drago e la forma circolare della pietra calcarea sarebbe la grande macchia lasciata dal corpo del drago stesso
L'epoca di scavo dei cunicoli andrebbe collocata tra l'800 e il 400 a.C. ed a scavarli sarebbero stati gli Etruschi ed i Latini, sotto l'influenza dei primi. Le indegini e le esplorazioni proseguono
La scoperta è avvenuta nei pressi dell’edificio denominato Casa del Navarca, in una zona finora poco esplorata, nell’ambito del progetto di manutenzione e fruizione dei fronti di scavo, proprio mentre alcuni operai ripulivano il terreno da sterpaglie e vegetazione spontanea. Entrambi i reperti sono a forma di tronco piramidale, in perfetto stato di conservazione, e dovrebbero costituire un altare per il culto familiare e un supporto per una scultura o un elemento di finitura.
Lo strano deposito si presentava come una sorta di guscio di tartaruga metallico, sepolto a una profondità relativamente esigua sotto un terreno piatto, come possiamo vedere chiaramente nell'immagine qui sotto. La terra è stata asportata con estrema cautela.
“Il rinvenimento di lingotti di oricalco nel mare di Gela" - dichiarò il Soprintendente Sebastiano Tusa - "apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea. Finora nulla del genere era stato rinvenuto nè a terra nè a mare. Si conosceva l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva attribuivano a Cadmo”.
Venerdì 7 luglio a Faenza, nel magnifico parco di Villa Orestina, si terrà la live performance del progetto sonoro, ipnotico e ritualistico Heith, alias del compositore e produttore milanese Daniele Guerrini, qui in trio live accompagnato da Leonardo Rubboli e Jacopo Battaglia (ex ZU). A seguire ci sarà un dj set di Carolina Martines, i suoi set, eclettici e imprevedibili, non sono collocabili all’interno di nessun genere specifico essendo narrazioni effimere e mutevoli tra diverse sonorità. Durante l'evento sarà creato un percorso espositivo all’aperto site specific con opere Nel corso della serata, nascosti nel parco della villa, sarà possibile scoprire una serie di lavori di Thomas Berra, che compongono un percorso espositivo dal titolo Frasche, a cura di Gioele Melandri.
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In quel momento a Vindolanda c'erano le truppe batave, che militavano nell'esercito romano. Erano originarie del delta del Reno, nel territorio degli attuali Paesi Bassi. Fisicamente dovevano presentarsi come i tedeschi. Biondi, occhi chiari, piuttosto alti, erano stati valorizzati militarmente a partire da Giulio Cesare. Tacito sottolinea che la popolazione dei Batavi era esente dal tributo e i militari di questa etnia erano utilizzati soltanto in battaglia e per le guerre, «quasi fossero dei dardi o delle armi».
L'autore, per ora, è ignoto. Gli incappucciati dipinti alla base della croce sono i disciplini o disciplinati, laici riuniti in congregazioni e confraternite che, preoccupati per la salvezza della propria anima, si sottoponevano a una vita di preghiera e di penitenza tra le quali privilegiavano l'autoflagellazione. Con quest'ultima pratica cercavano, anche, di ripetere e provare sul proprio corpo le stesse sofferenze patite da Cristo nella sua passione
I resti risalgono a circa 52.000 fa e sono stati sparsi sulla stessa superficie all'ingresso della grotta e mischiati con le ossa e i denti di altri animali cacciati dai Neanderthal. La scoperta di segni di taglio su una clavicola indica che sono stati fatti a pezzi da altri Neanderthal e probabilmente mangiati dai loro simili