Fu costruita tra il 79 e l'80 durante l'impero di Vespasiano e di suo figlio Tito per scopi commerciali e restaurata ai tempi di Massimino il Tracio e suo figlio Máximo. Durante l'impero romano, accanto alla strada sorsero edifici e attività che furono poi abbandonati probabilmente per ragioni di sicurezza nel corso della caduta dell'impero romano. Le vecchie immagini mostrano accumuli di materiali antichi che potevano essere oggetto di scavo
Qualche studioso inglese presume che possa trattarsi di qualche tipologia particolare di sepoltura, ma appare, in realtà, evidente che i legionari trovati a rubare o a tradire i commilitoni, avviando rapporti con i nemici, subissero questa sorte. Il "nobile" taglio della testa e una degna sepoltura. Per quanto malviventi erano pur sempre romani.
Il percorso allinea sequenze di bronzi, datate dai primi anni Dieci agli anni Trenta, e soggetti presentati nei loro diversi stati successivi e accostati alle fonti di ispirazione dell’artista, tra cui fotografie di nudi e modelle in posa, oltre a una selezione essenziale di pochi dipinti in cui i motivi stessi svelano la doppia anima della sua ricerca parallela, pittorica e scultorea, in particolare nell’affrontare i temi dominanti del nudo, della danza, dell’odalisca
Il criptoportico era un elemento edilizio molto spesso interrato o seminterrato posto come base ad un edificio di notevoli dimensioni. Supportava una struttura come un foro o una villa romana, nel quale caso fungeva da basis villae, corridoio di servizio non esposto alla vista
Una villa romana trasformata, con l'entrata in crisi del sistema, in un villaggio tardo antico? Seguono questa ipotesi gli studiosi e gli archeologi impegnati negli scavi in località Ronzadel, a Budoia, un Comune di circa 2500 abitanti della provincia di Pordenone, nel Friuli Venezia Giulia, che risulta abitato sin da tempi antichissimi. Nelle ore scorse si è tenuto un incontro, organizzato dalla Soprintendenza, intitolato “Un territorio e la sua storia: nuove scoperte archeologiche a Budoia” che ha svelato e descritto - tre insediamenti diversi per tipologia, ubicazione e cronologia e che consentono di fare luce su modalità differenti di uso del territorio tra la fase protostorica e l’età altomedievale.
“Accadde in Versilia”, la mostra prodotta dalla Società di Belle Arti con il Comune di Forte dei Marmi e Fondazione Villa Bertelli, propone, al Forte Leopoldo I dal 17 giugno al 5 novembre, la lettura in punta di pennello di quel magico momento che la Versilia visse a cavallo tra ‘800 e ‘900. Quando il paesaggio incredibilmente armonioso, il clima e le acque calamitarono qui il beau monde europeo e non solo. Personalità attratte dai bagni, certo, ma anche dall’ambiente culturale creato da chi “in stagione” qui si dava appuntamento, improvvisando cenacoli artistici, letterari e musicali.
Originariamente gli specchi di bronzo funzionavano grazie a una finissima lucidatura della superficie, che consentiva di ottenere immagini riflesse di altissima definizione e qualità, seppur virate in un colore dorato
"Siamo a Cannaregio, in Fondamenta di Ca' Vendramin e l'assistenza archeologica prescritta nell'ambito di una ristrutturazione dell'edificio ha permesso di mettere in luce strutture molto particolari - dice la Soprintendenza -
Probabilmente le piogge e i temporali violenti hanno contribuito a portare in superficie il reperto. Il pugliese ha documentato il recupero e il luogo del ritrovamento. Si è poi recato alla più vicina stazione dei Carabinieri per presentare denuncia relativa all'eccezionale rinvenimento
L'oggetto è riemerso durante gli scavi che la Sapienza sta conducendo a Poggio Nativo, in Sabina. Il reperto, di argilla, risale a un periodo, il Neolitico, in cui la penisola era abitata dalle prime comunità agricole. Oggetti di questo tipo sono molto rari in Italia e pressoché assenti nelle regioni del versante tirrenico