Il Neolitico, iniziato circa 12.000 anni fa – in Italia, più tardi – rappresenta una fase cruciale nella storia dell’umanità, in cui avvenne la transizione dalla vita nomade dei cacciatori-raccoglitori a quella stanziale basata sull’agricoltura e sull’allevamento. Uno dei cambiamenti più significativi di questo periodo fu l’invenzione delle prime abitazioni stabili, segnando l’inizio delle società agricole e la nascita dei villaggi.
Dove si trovavano le prime case del Neolitico?
Le prime abitazioni stabili del Neolitico si trovano in diverse parti del mondo, soprattutto nelle regioni del Vicino Oriente, dell’Europa e dell’Asia. Alcuni dei più antichi villaggi neolitici sono stati scoperti nella “Mezzaluna Fertile”, una regione che comprende l’attuale Iraq, Siria, Giordania, Israele e parte della Turchia. Uno dei siti più emblematici è Çatalhöyük, (nella foto di copertina)situato in Turchia, considerato uno dei primi e più grandi insediamenti urbani del Neolitico, risalente al 7.500 a.C.
Altri insediamenti notevoli includono Jericho (in Palestina) e Göbekli Tepe (Turchia), che testimoniano l’emergere delle prime strutture abitative e religiose. Anche in Europa si trovano numerosi villaggi neolitici, come quelli delle isole Orcadi (Scozia) e di Skara Brae, dove abitazioni ben conservate offrono uno sguardo raro sulla vita quotidiana di quei tempi.
Com’erano fatte le case nel Neolitico?
Le abitazioni neolitiche variavano in base al luogo e alle risorse disponibili, ma condividevano alcune caratteristiche comuni:
- Materiali utilizzati: Le case del Neolitico erano generalmente costruite con materiali naturali locali come fango, pietre, legno e canne. Molte abitazioni erano fatte di mattoni di fango essiccati al sole, noti come mattoni di adobe, particolarmente comuni nella Mezzaluna Fertile. In regioni come l’Europa settentrionale, dove il legno era abbondante, si costruivano case in legno con tetti in paglia.
- Struttura: Le case del Neolitico erano generalmente a pianta rettangolare o circolare. Le abitazioni rettangolari erano più comuni in Medio Oriente e in Europa, mentre le strutture circolari prevalevano in alcune parti dell’Asia. Gli edifici più grandi potevano avere più stanze e, in alcuni casi, erano sovrapposti in una sorta di “città verticale”, come avveniva a Çatalhöyük, dove le case erano collegate da scale sui tetti.
- Tetti e isolamento: I tetti delle case erano fatti di materiali leggeri come paglia, canne o fango, posati su travi di legno. Le pareti venivano spesso intonacate con argilla o fango per garantire isolamento termico e protezione dalle intemperie.
- Funzione abitativa: Le case neolitiche non erano solo rifugi, ma anche luoghi di produzione. Molte abitazioni fungevano da spazi multifunzionali in cui si viveva, si cucinava, si conservavano alimenti e si svolgevano attività artigianali, come la tessitura e la lavorazione della ceramica.
Le prime abitazioni stabili
Le abitazioni neolitiche rappresentano il primo esempio di stabilità residenziale. Prima di questo periodo, gli esseri umani vivevano in strutture temporanee o mobili, adattate allo stile di vita nomade. Con l’introduzione dell’agricoltura, le popolazioni iniziarono a stabilirsi vicino a campi coltivabili e fonti d’acqua permanenti, portando alla costruzione delle prime case durature.
Queste prime case segnarono l’inizio di comunità stabili, favorendo la nascita di nuove tecnologie, il commercio e lo sviluppo di culture complesse. Le case stabili permisero una migliore gestione delle risorse e la protezione dalle minacce esterne, come predatori o nemici.
L’importanza delle abitazioni nel Neolitico
Le case nel Neolitico non erano solo spazi pratici, ma anche simboli di una trasformazione sociale profonda. La costruzione di abitazioni permanenti riflette il cambiamento verso una vita più sedentaria, un maggiore controllo sull’ambiente e lo sviluppo di legami familiari e comunitari più stretti. Le abitazioni diventavano anche luoghi di sepoltura, poiché spesso i defunti venivano interrati sotto il pavimento delle case, suggerendo una connessione spirituale tra la casa e la famiglia.
Il Neolitico: un’era di cambiamenti rofondi
Questo periodo segna una transizione fondamentale per l’umanità, che abbandonò gradualmente lo stile di vita da cacciatori-raccoglitori per adottare pratiche agricole stanziali. Il Neolitico introduce l’agricoltura, l’allevamento, la ceramica e una vita più comunitaria che favorì la nascita dei primi villaggi e insediamenti stabili.
Rivoluzione agricola
Uno degli aspetti più significativi del Neolitico è l’introduzione dell’agricoltura. Gli esseri umani iniziarono a coltivare piante selvatiche come grano, orzo e legumi, dando vita a coltivazioni su larga scala. Questa scoperta rivoluzionaria trasformò il modo di vivere delle comunità umane, che da nomadi diventarono stanziali. La coltivazione del suolo e l’allevamento di animali come capre, pecore e bovini permisero un surplus alimentare, che portò a una crescita demografica e alla creazione di nuove strutture sociali.
Sviluppo tecnologico e sociale
In questo periodo si assistette anche a una notevole evoluzione tecnologica. La lavorazione della pietra divenne più raffinata, con la produzione di utensili più efficienti come zappe, falci e asce levigate, strumenti necessari per le nuove attività agricole. Parallelamente, si diffuse l’uso della ceramica, fondamentale per la conservazione e il trasporto di cibo e acqua.
Le comunità neolitiche cominciarono a formare i primi insediamenti stabili, che favorirono lo sviluppo di nuove strutture sociali ed economiche. Si svilupparono forme di cooperazione tra gruppi e nacquero le prime divisioni del lavoro basate sulle competenze specifiche, con una differenziazione tra agricoltori, artigiani e commercianti.
Il Neolitico in Italia
In Italia, il Neolitico si sviluppò con caratteristiche proprie, influenzato da migrazioni e scambi culturali con il Vicino Oriente e il Mediterraneo. Il periodo neolitico in Italia si estende dal 6.000 a.C. circa fino al 3.000 a.C., e le prime testimonianze di insediamenti neolitici si trovano soprattutto lungo le coste e in alcune aree interne della penisola. Come tutti sappiamo il termine Neolitico significa epoca della Pietra nuova. La tecnologia della lavorazione della selce mutò e armi e utensili diventarono accuratissimi e molto taglienti o penetranti. La rivoluzione della “selce nuova” avvenne contemporaneamente alla rivoluzione delle rivoluzioni: la “scoperta” dell’agricoltura e dell’allevamento non episodico.
Le Prime Comunità Agricole
Le comunità neolitiche italiane introdussero quindi sul nostro territorio l’agricoltura e l’allevamento – nel Paleolitico eravamo tutti cacciatori-raccoglitori – pratiche importate probabilmente attraverso contatti con altre culture del Mediterraneo orientale. Tra le coltivazioni principali vi erano il grano, l’orzo e il farro, mentre per l’allevamento, pecore e capre erano predominanti. Gli insediamenti neolitici in Italia si trovavano spesso in zone pianeggianti o collinari vicino a corsi d’acqua, risorse essenziali per l’agricoltura.
La cultura della ceramica e l’architettura
Una delle caratteristiche più distintive del Neolitico italiano è lo sviluppo della ceramica impressa, decorata con motivi geometrici o stilizzati. Questa tecnica si diffuse in tutta la penisola, portando alla nascita di differenti stili regionali. Alcuni dei siti più importanti del Neolitico italiano si trovano in Puglia, come la Grotta di Serra d’Alto e la Grotta Scaloria, dove sono stati rinvenuti manufatti ceramici di straordinaria bellezza.
Inoltre, si cominciarono a costruire le prime abitazioni stabili, generalmente capanne di forma circolare o rettangolare, realizzate con materiali locali come legno, fango e canne. In alcuni casi, come nel sito di Torre Sabea in Puglia, sono state rinvenute strutture più complesse, con tracce di pavimentazioni in pietra.
I siti archeologici italiani
L’Italia conserva numerosi siti archeologici che testimoniano la presenza di culture neolitiche avanzate. Tra questi, oltre alla già citata Puglia, vanno menzionati i ritrovamenti in Liguria, con la famosa Caverna delle Arene Candide, e quelli in Emilia-Romagna, dove sono stati scoperti villaggi neolitici ben conservati.
Un sito di grande importanza è quello di Riparo Gaban, in Trentino, che ha restituito importanti informazioni sulla vita quotidiana, le pratiche agricole e gli strumenti utilizzati dalle comunità neolitiche dell’Italia settentrionale. Altri siti rilevanti includono la Grotta dei Cervi a Porto Badisco, dove pitture rupestri testimoniano l’esistenza di un simbolismo religioso o cerimoniale già sviluppato.