Carlo Scarpa nel mondo di Masaaki Sekiya. Architetture e fotografie. La mostra

Il lavoro di ordinamento dell’archivio di Sekiya, conservato a Tokyo, ha portato alla luce fondi fotografici su architetti fondamentali per l’architettura del XX secolo, a partire da quello immenso su Otto Wagner, probabile inizio di un lavoro ancora più complessivo su tutta la scuola viennese

Al lavoro, a Treviso, a Ca’ Scarpa, per una mostra che sarà aperta nell’Autunno 2022: “Carlo Scarpa nel mondo di Masaaki Sekiya. Architetture e fotografie”, a cura di J.K. Mauro Pierconti
Una riflessione sull’opera del grande architetto veneto (1906-1978) attraverso gli scatti di un fotografo d’eccezione, il giapponese Masaaki Sekiya (1942-2002).

Carlo Scarpa, Villa Palazzetto, foto di Masaaki Sekiya

Il lavoro di ordinamento dell’archivio di Sekiya, conservato a Tokyo, ha portato alla luce fondi fotografici su architetti fondamentali per l’architettura del XX secolo, a partire da quello immenso su Otto Wagner, probabile inizio di un lavoro ancora più complessivo su tutta la scuola viennese.
Il Fondo Carlo Scarpa è uno dei più ricchi e solo alla Tomba Brion egli ha dedicato più di un migliaio di scatti. In aggiunta, fotografie di altri progetti, realizzate con lo scopo di dare alle stampe una monografia fotografica sull’intera opera.
Carlo Scarpa, Tomba Brion, foto di Masaaki Sekiya

La morte di Sekiya è tuttavia sopraggiunta a chiudere quest’esperienza lasciando incompleto il suo lavoro, di cui però rimangono moltissime lastre fotografiche, capaci di delineare un profilo inedito dell’opera scarpiana, avendo lasciato rivivere all’interno delle sue inquadrature tutte le ore del giorno, le stagioni e ogni condizione atmosferica.
Carlo Scarpa, Tomba Brion, foto di Masaaki Sekiya

Una ripresa fotografica resa quindi “autentica” dalla natura, come appare evidente nelle fotografie della Tomba Brion, l’unica opera che può dirsi veramente acquisita, perché Sekiya era solito tornare e ritornare più volte, in un lavoro sul campo che si traduceva in una infaticabile pratica di lettura di ciò che gli si parava di fronte.
Del resto, la complessa e articolata realtà della vita moderna giapponese era stata alla base della formazione di intere generazioni di fotografi e pure Sekiya – nella veste di produttore e di promotore fotografico – aveva dimostrato nel tempo la sua attenzione e il suo interesse per la fotografia di strada e quindi per un’arte che sapesse calarsi nella realtà del tempo.
Carlo Scarpa, Tomba Brion, foto di Masaaki Sekiya

La mostra sfrutterà interamente gli spazi di Ca’ Scarpa, dedicando ogni piano a uno o più temi dell’opera fotografica di Sekiya: il pianoterra verrà occupato da alcuni scatti giovanili sul complesso di Angkor Wat e sull’architettura Khmer in Cambogia, su Otto Wagner e sulle fotografie di strada degli anni ’80 di Aiko Hattori, promosse da Sekiya nella sua veste di produttore; al primo piano Carlo Scarpa, con fotografie inedite di alcune sue opere; gli ultimi due livelli invece saranno dedicati esclusivamente alla Tomba Brion con un’area destinata alla proiezione di un breve documentario.
L’allestimento della mostra porterà la firma di Tobia Scarpa, già autore dei grandi pannelli che verranno utilizzati per accogliere alcuni degli scatti più rappresentativi di Sekiya. E questo a suggello di una amicizia tra i due, che si era consolidata proprio nel periodo in cui Sekiya aveva iniziato a fotografare le opere del padre.

J.K. Mauro Pierconti è uno storico dell’architettura formatosi all’Università Iuav di Venezia. Dopo aver insegnato alla VIU di Venezia ha conseguito le prestigiose borse post-dottorato giapponesi della Japan Foundation e della Japan Society, svolgendo negli anni la sua attività di ricerca presso l’Università di Tokyo e la Waseda University.
Attualmente è curatore dello spazio espositivo Ca’ Scarpa presso la Fondazione Benetton Studi Ricerche. Ha pubblicato estensivamente sia su Carlo Scarpa che sull’architettura giapponese e ha anche prestato la sua opera per la realizzazione di documentari e mostre.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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