Il recente scandalo, in Francia, suscitato dall'orribile performance di Adel Abdessemed, che ha bruciato vivi polli appesi a un muro per trasformare quest'atto in un'opera d'arte ha scatenato infinite proteste. Una campagna promossa dai colleghi francesi di Expo in the city, che vogliono sollecitare una diversa attenzione, da parte degli artisti, al rispetto degli animali. Stop, dicono i critici francesi, alle azioni degli artisti che tatuano i maiali per venderne la cotenna colorata. Ma un invito anche agli artisti che, pur senza pianificare la fine di un animale per la propria opera, utilizzano animali morti o imbalsamati. Nel video alcune opere per le quale si chiede, nel futuro, un superamento
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Dalla storia all'arte, il maiale risulta frequentemente citato e rappresentato. Dall'invenzione della lucanica - l'antenato del salame, che sarebbe stato ideato nell'Italia meridionale - ai dipinti parietali romani, dalle rappresentazioni gotiche dei mesi alle macellerie dei pittori fiamminghi. L'animale attraversa le tele degli artisti fino a giungere a Goya, Mirò e Magritte. Solo per citarne alcuni
Miguel Macaya è nato a Santander nel 1964. È un disegnatore, pittore e incisore di origine cantabrica, che lavora a Barcellona. Macaya, ottimo animaliere, appartiene ad una generazione catalana di artisti che ha avuto particolare spazio negli anni Novanta per una rinata attenzione nei confronti di una figurazione moderna, con venature esistenzialiste.Il lavoro di Macaya, che rilegge Goya negli accordi cromatici e negli atteggiamenti di uomini e animali, è legato anche alla tradizione della pittura barocca e tenebrista spagnola, rivisitata con l'uso di un'ironia amara
Quasi come un rifiuto al mondo impressionista, che gli risulta superficiale, decide di limitare l'uso dei colori, privilegiando il bianco e nero delle opere disegnative e collocandosi vicino alla visione letteraria di Edgar Allan Poe, di Charles Baudelaire e Stéphane Mallarmé e a quella artistica di Francisco Goya e Paul Gauguin. La citazione di questi poeti e scrittori, nonché la vicinanza al pittore spagnolo della Quinta del Sordo, lasciano intendere quali siano le tematiche noir e spiritualiste alle quali l'artista si lega
la scimmia che è raffigurata sulla manica della nobile bambina, ritratta nel 1601 circa da Rubens, simboleggia prosperità e protezione dalle malattie, come il corallo – rappresentato anche nel Ritratto di Giovanni de’ Medici, dipinto da Bronzino nel 1549 -, rimedio contro malocchio e infermità, proprio grazie ai rametti appuntiti che avevano la capacità di deviare l’influsso malefico
[caption id="attachment_27740" align="aligncenter" width="684"] P.P.RUBENS, Ritratto di Eleonora Gonzaga all'età di tre anni, 1601 ca., olio su tela, cm. 76 × 49,5, Vienna, Kunsthistorisches Museum. Nel cerchio, il gioiello portafortuna che allude, al tempo stesso, alla vanità femminile. La scimmia, infatti si specchia[/caption]
Nell'ambito del vasto Corpus delle opere di Gustave Doré, accanto ai dipinti - meno noti della sua produzione grafica, ma splendidi - troviamo anche illustrazioni di altissimo livello d'invenzione e di tecnica. Aggirando le tavole molto note realizzate per la Divina Commedia, emergono opere compiute per diversi libri destinati ai bambini e ai ragazzi, tra i quali fiabe e romanzi.