“Come una pernice che cova uova da lei non deposte è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia. A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla fine diverrà uno stolto”. Così scrive Gerolamo, Padre della Chiesa, avvalorando la connotazione negativa attribuita alla pernice, emblema del guadagno illecito
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Il soggetto dell'angelo del Lunedì non è particolarmente diffuso nell'arte e trova particolare attenzione durante il Seicento, nel periodo dominato dal tenebrismo e dal barocco. L'episodio glorioso della Resurrezione non è ancora conosciuto dalle pie donne. Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salòme andarono al sepolcro con l'intento di cospargere il cadavere di Cristo con oli ed essenze. Ma trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato
Nonostante in origine sia nata sulla base di una concezione di origine pagana riferita alla dea Venere, nel medioevo la chiesa cattolica la fa propria divenendo la principale promotrice di questo simbolo e favorendone, in questo modo, una sempre maggiore diffusione. Fra coloro che nel corso dei secoli lo hanno adottato ci sono anche affermati artisti. Molte infatti le opere in cui compare l’étoile, la stella. Tra queste, per esempio, si possono citare quelle di Filippino Lippi (1457-1504), figlio d’arte (il padre Filippo è stato anch’esso un pittore), che è solito dipingere sulla veste di Maria un piccolo segno dorato, la maris stella, appunto. Di modeste dimensioni, ma non per questo poco visibile, sembra risaltare quasi brillando di luce propria, attirando l’attenzione su di sé e sulla Vergine stessa.
Roberto Manescalchi ci porta in un viaggio appassionante dedicato al celeberrimo dipinto: dal confronto tra l'opera del Louvre con quella londinese alla ricostruzione del progettato polittico, dai disegni alle repliche e alle copie che costituiscono un'enciclopedia di variazioni stilistiche attorno allo stesso modello che ebbe un impatto sconvolgente sulla pittura