Zeus-cigno, accoppiandosi con un'avvenente fanciulla, genera Castore e Polluce - La storia narrata nelle Metamorfosi d'Ovidio viene ripresa iconograficamente (per la prima volta dall'antichità) dal geniale pittore toscano - L'allusione all'amore carnale e le atmosfere che ricordano, in chiave pagana, l'Annunciazione - Una versione oscena del mito su una porta vaticana - L'interpretazione "muscolare" di Michelangelo.
il primo maestro di Hammershøi fu Niels Christian Kierkegaard (24 settembre 1806 - 14 agosto 1882) disegnatore e litografo danese, cugino del filosofo Søren Kierkegaard, considerato il primo esistenzialista. Secondo l'esistenzialista, il punto di partenza dell'individuo è caratterizzato da ciò che è stato definito "l'atteggiamento esistenziale", o un senso di disorientamento, confusione o terrore di fronte a un mondo apparentemente privo di significato o assurdo. La pittura del danese ne pare la diretta emanazione
L'occhio vigile, la posizione eretta, carica di potenza e di orgoglio, la sua osservazione della tenebre, innattesa del'annuncio del giorno che egli trasporta e annuncia al tempo stesso, hanno fatto del gallo, da sempre, una creatura magica dotata, nella maggior parte dei casi di connotazioni positive.E' un animale che porta la luce, l'allegria, traghettando l'umanità fuori dagli incubi della notte
Picasso crebbe con la corrida nel sangue. Adorava questo cruento spettacolo e ogni forma di tauromachia. Ne traeva forza e vigore. Nel toro vedeva la violenza bruta e la bellezza sublime delle forme. Singolarmente il toro stesso, che ha una costruzione ossea e muscolare come se fosse "assemblata" a blocchi geometrici, si prestava a una lettura cubista e primitiva dell'animale. Le stesse tavole disegnative delle enciclopedie che illustrano le parti del bovino dovettero ispirare il maestro, nelle suddivisioni schematiche tra parti.
E' evidente che il vitalismo di Picasso lo porta ad identificarsi con l'uomo-toro e, al tempo stesso, con l'uomo che uccide il toro
L’antro di Giorgione è uno dei topoi delle raffigurazioni ermetico-alchemiche. La concezione della nascita di Gesù come allegoria della Grande opera. Il ricercato equivoco che vuole suggerire e negare la presenza dei tre Magi
La rappresentazione di Diana è molto spesso servita, a livello simbolico, a raffigurare la purezza sessuale delle monache, come accade nella stanza della Badessa, a Parma. La luna, insomma, come canterà Maria Callas, e' una casta diva, una casta dea che non potrà mai conoscere l'abbandono erotico Numerose sono le versioni del mito greco. Ma ciò che a noi interessa è il significato allegorico di questi dipinti, chiamati a rappresentare amori impossibili, alimentati nonostante la distanza. Secondo una delle versioni più note - e semplici - del mito di Endimione, fu la sua bellezza ad attrarre Selene, la dea della luna, che si innamorò di lui. Per poterlo vedere per sempre gli diede il sonno e la giovinezza eterni
A sinistra l'autoritratto del pittore; al centro e in posizione frontale, col viso in ombra nella parte sinistra e progressivamente sempre più in luce verso destra (perfetta metafora del carattere intermedio, provvisorio e mutevole del presente), il figlio del grande pittore, Orazio, che appare nei panni di un uomo maturo scuro di carnagione, di barba e capelli; infine, rivolto verso destra, il nipote Marco, ritratto con fattezze di giovane dai capelli rossicci e dalla carnagione chiara, in piena luce nel massimo risalto di un luminosissimo futuro
Tiziano e Salviati collaborarono con Giulio Camillo nell’avvio di un progetto vertiginoso: realizzare dipinti che, associati, consentissero di espandere la memoria umana affinché contenesse tutto lo scibile, permettendo persino di conoscere e di replicare forze ed azioni della Creazione. Maurizio Bernardelli Curuz a colloquio con Lina Bolzoni, tra i massimi studiosi mondiali dell’ars memoriae
Alle volte, in pittura, nella scena - altrimenti omogenea dal punto di vista compositivo e narrativo – irrompe invisibile un elemento di incoerenza, un elemento esterno, ma che qualcuno all’interno segnala e rivela grazie al proprio comportamento. Qualcosa è successo, ma cosa?
Ciò che è straordinariamente importante per la pittura italiana di matrice lombardo-veneta è il riconoscimento universale dato a un artista fuori-linea, rispetto alle certezze rinascimentali, che seppe vedere ciò che gli altri non capivano e che sarebbe invece emerso secoli dopo, con un'unità sistemica: il mondo sommerso che sta dietro all'io. Solitario, anti-conformista, malinconico, religioso ma a proprio modo, conoscitore dell'alchimia. Errabondo, introverso, perseguitato anche dai propri più celebri colleghi.
Gli studi di Enrico Maria Dal Pozzolo confluiti nella mostra del Prado