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Cede la strada, ruota di camion indica nel vuoto una “città idraulica” sotterranea scavata dai romani

L'autista del camion ha visto la ruota del mezzo di trasporto sprofondare in un buco che si stava creando nell'asfalto. Da quell'incidente e da altri cedimenti sono partite verifiche e indagini che hanno permesso di avviare esplorazione congiunte di speleologi e archeologi che hanno consentito di trovare un dedalo di gallerie d'acquedotto scavate dagli antichi romani nel sottosuolo del comune di Torreperogil (Jaén), nella spagnola Andalusia.

I risultati delle ricerche sono stati comunicati negli scorsi giorni. Ed è stata una sorpresa per gli abitanti apprendere che nella collina si nasconde un complesso sistema idraulico scavato 2000 anni fa dagli antichi romani, tra il I e il II secolo.

José Millán, Presidente dell'Associazione andalusa di esplorazioni sotterranee (AAES), ha una vasta esperienza in questo campo. Egli, una volta calatosi all'interno della struttura sotterranea ha immediatamente pensato che la grande opera idraulica presentasse molte analogie con lo studiato sistema idraulico sotterraneo romano di Carmona (Siviglia). Per ora sono stai esplorati e resi percorribili 600 metri di acquedotto scavato nella nella calcarenite C'è poi, oltre una galleria di oltre due chilometri, che richiede ancora numerose indagini. Infine si presentano gallerie anche molto piccole, di 60 centimetri di diametro, che rendono l'esplorazione molto complessa.

L'intenzione del Comune è quello di recuperare il sistema idraulico per offrirlo come attrazione turistica. Anche per questo è iniziata la rimozione dei materiali che riempiono i pozzetti con affaccio esterno, che si aprivano - almeno lungo i tratti principali, ogni trenta metri. L'acquedotto romano non era rivestito perché era l'acqua stessa a contribuire , attraverso i depositi calcarei a "cementare" la struttura.

Genova scava e scopre la città rinascimentale: trovate bottega d’orefice, vani cambia valute e “albergo”

"Gli spazi adibiti a depositi di merci di pregio, o la bottega dell’orefice, documentano l’importanza strategica, commerciale e finanziaria di questa area di Genova. - dice il sindaco Marco Bucci - Gli scavi dovranno essere visibili e raccontati in maniera immersiva. Nei prossimi mesi saranno organizzate delle visite al cantiere per il pubblico per osservare da vicino l'incredibile storia della nostra città".

175 monete romane sepolte in un bosco portate alla luce durante una passeggiata in Toscana

Il tesoretto potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato già nella guerra sociale e forse anche in quella tra Silla ed i mariani. Una volta ritornato alla sua casa e ai suoi campi, avrebbe nascosto sotto un albero del vicino bosco i denari d’argento, che non sarebbe mai più tornato a recuperare

I campioni della Sapienza. In fase di restauro i capolavori di Battista e Dosso Dossi a Trento. La mostra. Le foto

Le tavole saranno quindi messe a confronto da una parte con dipinti aventi lo stesso soggetto ma realizzati da altri pittori, dall’altra con opere di Dosso Dossi e di Battista eseguite poco prima o poco dopo gli anni di attività a Trento questo per mettere a fuoco il problema della collaborazione dei due fratelli. Infine, anche in collegamento ideale con l’identità dei Sapienti dosseschi, il percorso si svilupperà a partire da una preziosa serie di busti raffiguranti filosofi e scienziati del mondo antico per poi comprendere capolavori del tardo Cinquecento e del Seicento quando le immagini dei più illustri sapienti organizzate in veri e propri cicli conosceranno un grande successo. Fama che darà vita ad un vero e proprio fortunatissimo genere iconografico, arricchendo raccolte e collezioni private e assecondando la cultura erudita dei committenti del tempo.

Aperta botola misteriosa nella basilica di Piacenza. Scatta l’esplorazione tra scheletri e medaglie anti-demonio

"La camera oggetto delle indagini, cui si accede tramite una botola in pietra sul pavimento, è posta al di sotto dello spazio del Coro. - spiega la Soprintendenza - Gli inumati, presumibilmente una quindicina, sono stati deposti in casse lignee che una volta decomposte hanno provocato la sovrapposizione delle salme; in tutto sono state rinvenute 12 medaglie, 4 crocefissi, 1 anello e 2 rosari. La camera sepolcrale è stata utilizzata tra il XVII e il XVIII secolo come sembrano testimoniare 2 delle medaglie devozionali in lega di rame. La prima è una medaglia “passio Christi” recante i simboli della Passione, mentre la seconda è una medaglia di San Benedetto con abbreviazioni di formule di esorcismo VRS (vade retro Satana) NSMD (numquam draco sit mihi dux “il demonio non sia il mio padrone”) CSSML (Crux Sancta sit mihi lux “la Santa Croce sia la mia luce”). Le indagini sul campo e lo studio sono stati eseguiti dalla ditta Malena di Piacenza".

Tomba di un alto dignitario di 3200 anni fa scoperta da una missione archeologica del Museo egizio di Torino

L'edificio sepolcrale di Panehsy ha la forma di un tempio, con un ingresso monumentale e una corte con portico colonnato al cui centro c’è un pozzo che dà accesso alle camere sepolcrali ipogee. Sul lato ovest la corte è chiusa da tre cappelle. Il complesso funerario di forma rettangolare, di 13,4 metri per 8,2 metri, confina a sud con la celebre tomba di Maya, alto funzionario, responsabile del tesoro del faraone Tutankhamun

Tu mi chiami a compiere un atto d’amore, a Bologna una collettiva-manifesto di giovani autori

La mostra si costruisce su un sistema di partecipazione che coinvolge tutte le parti, artisti e pubblico in egual misura, verso la ricerca di paradigmi sociali alternativi. Tu mi chiami a compiere un atto d’amore, inteso come enunciato, istituisce così un’economia dell’empatia: un sistema economico aperto e partecipativo basato sulla relativizzazione

Trovato un tabellone del gioco del pallone dei Maya risalente a più di mille anni fa. E’ scolpito sulla pietra calcarea

Al centro della rappresentazione c'è una palla contesa tra due giocatori uno dei quali indossa un vistoso copricapo con piume e fascia con elemento floreale, che ricorda un fiore palustre simile alla ninfea, mentre l'"attaccante avversario" porta in testa un turbante a forma di serpente, elemento simbolico ricorrente in questa antica città.

Granaio di una villa romana con il raccolto intatto di 2000 anni fa scoperto in azienda vitivinicola in Abruzzo

"La prima grande fase di vita di questa villa produttiva si data ad epoca alto-imperiale, probabilmente tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C., e con ogni probabilità è continuata con una certa floridità almeno fino alla media età imperiale. - dicono i tecnici della Soprintendenza ABAP per le province di Chieti e Pescara.