Aron Demetz (nato 1972, a Vipiteno) utilizza le tradizionali tecniche di lavorazione del legno per trasmettere il proprio turbamento circa l’incomunicabilità tra esseri umani e la complessa relazione che l’uomo intrattiene con la natura. Nella sua opera evita la classica dicotomia uomo-natura, facendoli diventare un tutt’uno inseparabile, richiamandosi all’esperienza primordiale. Nato in Val Gardena, l’artista ha adottato la tradizionale tecnica locale di lavorazione del legno, secondo canoni tecnici risalenti al XVII Secolo. Le sculture rappresentano donne e uomini sia in posizioni classiche che in posture ardue, inconsuete, ed esplorano le possibilita e i limiti del legno. Le opere che ne conseguono hanno una forte presenza fisica che coinvolge l’osservatore, profondamente, a livello psicologico, restituendo, al contempo, un’indicazione alla necessità della nostra unione con la natura e la nostra alienazione. Con l’Opera «Senza titolo», ideata per il Padiglione Italia della Biennale della 53a di Venezia, Demetz ha introdotto, nel proprio percorso, l’utilizzo della resina naturale, meticolosamente raccolta dagli alberi dei boschi della Val Gardena. Con un odore, un colore e una consistenza molto aaratteristici, la resina conferisce maggiore presenza corporea alle sculture in legno di Demetz, aggiungendo una dimensione lirica alle sue potenti creazioni.
Come nasce una scultura di Aron Demetz, tra legno e resine degli abeti. Il video
Aron Demetz (nato 1972, a Vipiteno) utilizza le tradizionali tecniche di lavorazione del legno per trasmettere il proprio turbamento circa l'incomunicabilità tra esseri umani e la complessa relazione che l'uomo intrattiene con la natura. Nella sua opera evita la classica dicotomia uomo-natura, facendoli diventare un tutt'uno inseparabile, richiamandosi all'esperienza primordiale