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Cosa capita se scavi presso un castello medievale. Scoperti draghi e cavalieri, beccacce e Bafometti. Pentacoli e cerchi


di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato da Maurizio Bernardelli Curuz nel 1995

Caen, Francia, 20 dicembre 2023 – Le sorprese sono infinite, scavando in modo sistematico attorno a un castello. Il terreno rivela spesso fortificazioni più antiche, strade arcaiche, edifici scomparsi ed elementi artistici di rilievo, specie nel caso in cui il luogo sia stato una residenza. Gli scavi archeologici  2023 –  che hanno comportato otto mesi di lavoro in cantiere  – presso il Castello di Caen, nell’ambito di un vasto progetto di conservazione e sviluppo condotto dal Comune, hanno portato alla luce nuovi e affascinanti dettagli sulla storia del monumento. I risultati sono stati presentati nelle ore scorse.

Scavo dell’ingresso fortificato del palazzo ducale del XII secolo, con in primo piano la base inclinata di una torre quadrangolare.
© Bénédicte Guillot, Inrap

Caen è un comune francese con una popolazione di 112.218 abitanti, ma la sua influenza si estende ben oltre, raggiungendo i 200.000 abitanti nell’agglomerato e formando una zona urbana con una popolazione di 420.000 persone. Situata nel dipartimento del Calvados, nella regione della Normandia, Caen svolge un ruolo cruciale come capoluogo del suddetto dipartimento e come sede del Consiglio regionale normanno.

Le ricerche svolte presso il castello di Caen hanno dato riscontri abbondanti: resti mobili – ceramiche, elementi architettonici, resti di animali – e soprattutto murature medievali che rinnovano la storia del castello. L’indagine sistematica è stata svolta dagli archeologi dell’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives). Ma in questa riemersione appare notevole lo spazio e la forza che i nostri antenati medievali conferivano al mondo fantastico, tra offesa e difesa. Nel corso dei lavori è stato riportato alla luce un modiglione con volto maschile aggettante, una mensola scolpita utilizzata per sostenere la parte sporgente della cornice negli ordini architettonici.
Realizzato in pietra e finemente decorato con un volto, questo raro esemplare risalente probabilmente al XII secolo, secondo i primi studi stilistici, offre un’importante testimonianza dell’architettura dell’epoca.

Modillon del XII secolo riutilizzato in un muro di epoca moderna e raffigurante un uomo baffuto che soffia. © Sandrine Lalain, Inrap

Sotto il profilo iconografico, l’uomo con grossi baffi, potrebbe rinviare al Bafometto, misterioso personaggio molto utilizzato, sotto il profilo figurativo, dai templari. Secondo alcune fonti questa figura sarebbe ispirata a un demone mediorientale, ma in realtà l’immagine potrebbe raccordarsi a un’iconografia protettiva di Cristo desunta dalla stoffa di Veronica. Quale che sia l’origine, il Bafometto, nelle costruzioni medievali, aveva la funzione di protezione del sito. In Toscana troviamo diversi esempi di queste rappresentazioni – volti di uomini con grossi baffi – scolpite. Notevoli quelle all’eremo di Montesiepi di San Galgano, edificio che conserva una spada nella roccia.

Sempre a Caen, in un muro distrutto nel XIII secolo, gli archeologi hanno rinvenuto un affascinante graffito raffigurante la battaglia di due cavalieri con un drago sputafuoco, una scena eccezionale che offre uno sguardo intrigante sulle narrazioni visive dell’epoca. Come ben sappiamo la vicenda di San Giorgio e il Drago era particolarmente diffusa, all’epoca, nel mondo cortese. La bestia immonda era la rappresentazione del Male, con connotazioni demoniache.

Il graffito sulla pietra calcarea che rapprseenta un cavaliere che insegue un drago volante. L’opera risale probabilmente al XIII secolo. © Bénédicte Guillot, Inrap

 

Le figure evidenziate da Stile arte lungo le linee esterne dell’incisione

Un altro graffito, raffigurante una beccaccia, è stato scoperto in un muro moderno, coesistendo con graffiti antichi come un pentacolo e un cerchio, sottolineando la stratificazione di storie e simboli nel corso dei secoli.

Graffiti raffiguranti una beccaccia (o vittecoq in antico normanno) rinvenuti in un muro di epoca moderna.
© Bénédicte Guillot, Inrap

Gli archeologi hanno inoltre esplorato numerose cave presenti nel castello, alcune delle quali convertite in cantine e altre utilizzate come contenitori della spazzatura. Queste strutture hanno fornito un tesoro di reperti medievali, tra cui ceramica e ossa di animali, che aiutano a comprendere gli usi e le attività svolte all’interno del castello.

“L’inquietante Bafometto è il volto della Sindone. Per questo fu simbolo dei Templari”. La diffusione in Toscana, tre eremi e chiese