Cos'è l'Arte Povera? Londra la celebra, Christie la vende

Arte di contestazione, nacque in Italia negli anni Sessanta, contro le sontuose modalità espressive della tradizione borghese. Il recupero "francescano" di materiali non nobili. Nell'articolo opere e quotazioni dei "magnifici dodici", dei compagni di strada e dei successori.



artepoveraChristie’s Londra ha allestito  la mostra e l’asta (11 febbraio 2014) Eyes Wide Open: An Vision italiana, è stata la mostra della più importante collezione privata di Arte Povera e di altri artisti italiani del periodo,  mai esposta  in Gran Bretagna,. Rassegna e catalogo  esplorarono le radici e l’humus del movimento, coinvolgendo anche opere non propriamente appartenenti al “movimento”, ma ad esse vicine. Alberto Burri, Lucio Fontana , Piero Manzoni e Fausto Melotti e la  fioritura nelle opere di artisti come Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Mario Merz, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone e Emilio Prini costituiscono il nucleo portante della mostra e della vendita di 109 lotti che ha di fatto contribuito al vero lancio storicizzato del movimento italiano. Questa collezione indaga anche le ricadute dell’Arte Povera e l’eredità nel lavoro di artisti diversi come Cy Twombly, Olafur Eliasson, Anish Kapoor, Tony Cragg, 

Arte Povera è un movimento artistico italiano , che da Torino e Roma , è apparso sulla scena internazionale negli anni Sessanta. .
Essa è un “atteggiamento” (piuttosto che un movimento, termine che i protagonisti dell’Arte Povera respingono) sostenuto da artisti italiani , a partire dal 1967 . In quegli anni operare in quei termini significava soprattutto impegnarsi in un un atteggiamento di sfida nei confronti dell’industria culturale e della società dei consumi, attraverso una guerriglia intellettuale.
Questo rifiuto delle tradizionali modalità di esprimersi e contestare, si manifesta con un’attività artistica che favorisce più l’atto creativo che l’oggetto finito. Il processo fondamentale – che è specchio di un atteggiamento filosofico e politico, che intende ribaltare i valori della società borghese – è quello di rendere significativi oggetti normalmente insignificanti. Sabbia, stracci, terra, legno, catrame, corda, juta, vecchi vestiti divengono elementi della composizione.
Così come condannava l’oggetto come prodotto alienato e alienante, l’Arte Povera rivendicava il diritto a resistere a qualsiasi forma di proprietà e sottolineava la propria essenza nomade e inafferrabile.
I termini Arte Povera furono usati per la prima volta nel settembre 1967 dal critico Germano Celant, come titolo per una mostra allestita a Genova. L’aggettivo “povero” era desunto dal teatro sperimentale underground, realizzato senza ricorsi a scenografie o a produzioni ricchissime e soprattutto orientato al nuovo, alla parola, all’attore, al significato. Ci fu chi, come il critico Giovanni Lista, sottolineò il particolare significato del termine “povero” nella cultura italiana, a lungo nutrita dal cattolicesimo di San Francesco d’Assisi .
Germano Celant nel 1972 abbandonò il termine, che egli ha così iniziato a considerare “un cliché ripetitivo” scelto da lui, ha detto, “perché significa nulla.” Tuttavia nel 1984 e nel 1985, Germano Celant rilancia queste modalità espressive e la filosofia ad esse sospesa in diverse mostre che confermano la specificità italiana del “movimento”. E’ in questo periodo che il numero storico degli artisti viene fissato a dodici, con un gioco numerico che sembra rinviare ancora ai primi discepoli di Francesco, agli apostoli e ai cavalieri del Sacro Graal. I dodici sono Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.
Rifiutando di considerare l’opera d’arte come un prodotto, gli autori non hanno esitato a creare opere effimere o hanno usato  materiali ritenuti come terra, tessuti, piante, ecc oppure hanno realizzato lavori che non possono essere collezionati facilmente in normali abitazioni.
Sebbene vicina all’arte concettuale praticata  in altri paesi – solo negli Stati Uniti ricordiamo i parallelismi con la pop art, gli esperimenti minimalisti, l’happening e il cinema underground – l’ Arte Povera ha forti specificità, che ne fanno un fenomeno italiano.
PER VEDERE LE OPERE DELL’ARTE POVERA IN MOSTRA A LONDRA, CLICCA LA RIGA QUI SOTTO
http://www.christies.com/lotfinder/salebrowse.aspx?intSaleid=25023&viewType=grid


 
NEL VIDEO UN VIAGGIO TRA ALCUNE OPERE DI ARTE POVERA

 

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa