Davide Mello, il potere spirituale delle ombre. Luci e piccole lamiere sagomate proiettano un pantheon sui muri antichi. A Brescia

Gli Dei, le ombre, il potere spirituale, l'eco della caverna di Platone, i romanzi noir, le creature spettrali, ma anche le rivelazioni di teatrini d'infanzia. Mello evoca in proiezione. E la verità multiforme, in un mondo al contrario - quello della notte -, si dispiega nel luogo in cui transitano entità immateriali ma presenti ed agenti. Mello esplora la non-materia

E’ stata inaugurata negli spazi di UCAI Brescia – al Museo Diocesano di Brescia – la mostra “Pantheon”, con le opere di Davide Mello a cura di Alessandro Rampini.
Un suggestivo spazio che diventa un tempio metaforico delle figure mitiche create dall’artista, attraverso le sue ombre. Piccole sagome investite di luce proiettano la loro ombra sulla superficie selezionata e interagendo con lo spazio circostante.


Aperta fino al 28 ottobre, la mostra è visitabile dal giovedì alla domenica dalle ore 15 alle 18.
Sabato 7 ottobre alle ore 16, evento di chiusura con “Catabasi”, con la lettura di testi liberamente ispirati alle opere, a cura della compagnia teatrale I Dadi Truccati.

Gli Dei, le ombre, il potere spirituale, l’eco della caverna di Platone, i romanzi noir, le creature spettrali, ma anche le rivelazioni di teatrini d’infanzia. Mello evoca in proiezione. E la verità multiforme, in un mondo al contrario – quello della notte -, si dispiega nel luogo in cui transitano entità immateriali ma presenti ed agenti. Mello esplora la non-materia. L’essenza spirituale, che non è oscuramento della fonte di luce, ma un mondo autonomo di forme che inducono a pensare e guardare davanti a sé e dentro di sé. Un mondo onirico che si dispiega nelle sale e negli angoli e che sarebbe piaciuto ad Hans Arp – e ai surrealisti -, che avrebbe intrigato Giacometti – con le sue ombre della sera, come derivazione degli spiriti delle necropoli etrusche – e che oggi incanta gli spettatori, nel momento in cui la furia del sole si placa e le verità meno evidenti iniziano a strisciare lungo i muri.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz