Come doveva essere il luogo dell’occultamento? Un’indagine sulle ricorrenti localizzazioni di tesori e tesoretti consente di stabilire quali fossero i punti preferiti da chi praticava il deposito, alla ricerca della massima sicurezza. Così sicuri che poi i luoghi furono dimenticati. Così segreti che i proprietari se ne andarono per sempre senza comunicare ai familiari la posizione dei depositi.
Vediamo l’ultimo esempio, in termini temporali. Un team di archeologi dell’Università di Haifa ha portato alla luce in questi giorni un raro tesoro di circa 160 monete risalenti al periodo asmoneo, precisamente al regno di Alexander Yanai (104-76 a.C.). La scoperta, effettuata sotto la guida del dott. Shay Bar e del dott. Yoav Farhi dello Zinman Institute of Archaeology, rappresenta un contributo significativo alla comprensione della storia ebraica e della vita quotidiana dell’epoca.
Un sito strategico nella valle del Giordano
Lo scavo si è concentrato su una stazione di servizio lungo la strada principale che attraversava Nahal Tirzah e conduceva alla fortezza di Alessandria, nota anche come Sarbata, situata a nord di Gerico, nell’attuale Cisgiordania. Questa posizione strategica suggerisce che il sito fosse un punto di sosta cruciale per i viaggiatori e le carovane durante il periodo asmoneo. Un luogo in cui doveva circolare molto denaro.
Il tesoro di monete era nascosto in prossimità di un muro, avvolto probabilmente – in origine – in un sacco di cuoio o altro materiale organico che si è decomposto nel tempo. Secondo il dott. Bar, la scelta di nascondere le monete in quel luogo indica che il sito aveva un’importanza economica e strategica considerevole.
Le monete di Alexander Yanai
Le monete rinvenute, tutte coniate nell’80/79 a.C., durante il 25° anno di regno di Alexander Yanai, sono uniche per i loro dettagli. Un lato presenta una stella a otto punte accompagnata da un testo aramaico che recita: “Re Alessandro Anno 25”. Sul rovescio, un’ancora circondata da un’iscrizione greca identifica le monete come appartenenti a “[moneta] di Re Alessandro”.
Alexander Yanai, il cui nome ebraico era Jonathan, fu una figura centrale nella storia asmonea. Figlio di Yochanan Hyrcanus e nipote di Shimon l’Asmoneo, egli rappresentò la terza generazione di una famiglia che guidò la rivolta contro Antioco IV Epifane nel 167 a.C. La ribellione, ricordata per la purificazione del Tempio e l’istituzione della festa di Hanukkah, consolidò il potere asmoneo nella regione.
Un sito ricco di strutture e significato storico
Oltre al tesoro di monete, lo scavo ha rivelato una stazione stradale con infrastrutture ben conservate, tra cui un bagno rituale (mikveh), una riserva d’acqua e diverse altre strutture che testimoniano l’importanza del sito nel contesto regionale.
“È davvero un momento raro scoprire così tante monete in un unico luogo”, ha dichiarato il dott. Bar. Queste scoperte gettano nuova luce sull’importanza della valle del Giordano come area di transito e di commercio durante il periodo asmoneo. La fortezza di Alessandria, che dominava la regione, fu successivamente distrutta durante la rivolta ebraica contro Roma (66-74 d.C.), ma il suo ruolo strategico è ancora evidente.
Dove si nascondevano più frequentemente i tesori
Vicino ai muri
I muri di abitazioni e strutture erano luoghi privilegiati per nascondere tesori. Gli individui spesso scavavano alla base di muri interni – nel terreno delle cantine – di muri di cinta delle proprietà e, meno frequentemente, di mura cittadine. E’ probabile che lo scavo fosse poi protetto da alcune pietre poste irregolarmente per evitare che fosse visibile la terra fresca e che non esistesse un possibile suggerimento ai ladri. Questo tipo di nascondiglio era frequente per la sua accessibilità e per la discrezione, soprattutto in ambienti urbani. Ad esempio, a Pompei sono stati scoperti tesoretti nei pressi dei muri e delle muraglie delle domus, dove i proprietari speravano di tornare in futuro. I tesori domestici dovevano essere in un luogo difficilmente identificabile dai ladri, ma in un punto che non fosse frequentato da molte persone e che si prestasse ad essere quotidianamente presidiato dal proprietario.
In aperta campagna
Altri tesori sono stati trovati in luoghi remoti, come campi o boschi, scelti per evitare che fossero individuati da altri. In genere questi erano i tesori di persone in fuga da invasioni; o bottini di ladri o soldati. Questi nascondigli erano spesso segnati da riferimenti naturali, come alberi particolari, rocce o conformazioni riconoscibili del terreno. Tuttavia, il rischio era maggiore perchè il luogo non poteva essere sottoposto a controllo e, per lavori o altri interventi, il deposito poteva essere scoperto..
Vicino a fonti d’acqua
Le vicinanze di fiumi, pozzi o sorgenti erano scelte soprattutto da chi non aveva vicino a sé la propria casa e avrebbe dovuto memorizzare facilmente la posizione in cui era avvenuto il deposito. Tesoretti di monete romane sono stati trovati lungo il corso del Reno, in aree di passaggio strategiche. Ma in diversi casi i depositi presso le fonti erano legati alle offerte che avvenivano in luoghi di culto.
All’interno di edifici religiosi
Alcuni tesori sono stati rinvenuti in templi, chiese o santuari, forse come offerte votive o per proteggerli da saccheggi. Questi ritrovamenti spesso includono oggetti preziosi legati alla devozione, come monili o coppe sacre.
Gli indicatori usati per scegliere i nascondigli
Facilmente riconoscibili
Un elemento fondamentale era l’identificabilità. Chi nascondeva un tesoro doveva essere in grado di ritrovarlo facilmente. Elementi come alberi, massi particolari o la vicinanza a strutture architettoniche distintive erano indicatori privilegiati.
Discrezione
La paura di furti o saccheggi spingeva molti a nascondere i loro beni in luoghi poco evidenti. Le fondamenta di edifici, angoli nascosti di case e sepolture anonime rispondevano a questa esigenza.
Prossimità e rapidità di accesso
In tempi di emergenza, come l’arrivo di eserciti nemici, i tesori venivano spesso nascosti in luoghi vicini per essere recuperati rapidamente. Questa praticità ha portato al ritrovamento di molti tesori nei cortili di abitazioni o lungo i perimetri delle mura cittadine.