Dopo la registrazione, le monete furono restituite al cercatore poiché il tesoretto non poteva essere oggetto d'acquisto da parte dello Stato, probabilmente perché nei musei esistono già le stesse monete. La legge inglese è molto liberale, in tal senso. se lo Stato è interessato a un oggetto trovato nel terreno, lo acquista a prezzo di mercato. se non è interessato, colui che l'ha trovato può disporne come meglio gli pare
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L'ala sud era un unico ambiente largo 16 metri (probabilmente una sala da pranzo invernale) riscaldato da un ipocausto.
Il sito degli scavi rivela un burgage, una tipica proprietà cittadina con un edificio che si affacciava su una strada stretta. Era, di fatto, ciò che noi, oggi, definiremmo come casa a schiera di un borgo, costituita una porzione autonoma di edificio e da un giardino lungo e stretto. Durante il Medioevo qualcuno sotterrò una borsa di stoffa - della quale sono rimaste inequivocabili tracce - contenente le monete a brattea, ordinatamente disposte in pile cilindriche
Situata strategicamente sulla via Emilia tra le colonie romane di Bologna (Bononia) e Imola (Forum Cornelii), Claterna si ergeva con orgoglio come una tappa vitale lungo la maestosa arteria stradale. Questa antica città romana, il cui nome era tratto dal vicino torrente Quaderna, è stata testimone della storia millenaria della via Emilia.
I reperti furono accumulati anche per il valore del metallo e risalgono pure a periodi ben più antichi. Furono interrati durante un'epoca turbolenta per il Giappone. Chi seppellì il tesoro non ebbe più la possibilità di tornare sui propri passi. Probabilmente anche i familiari morirono negli scontri armati
Tutte le monete prelevate sono in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Solo 4 pezzi risultano danneggiati, anche se comunque leggibili. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari ma soprattutto dall’assenza di centenionales, coniati a partire d al 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel periodo ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine.
"Dopo un lungo periodo in cui non sono uscito a rilevare per mancanza di tempo ho deciso, nei giorni scorsi, di svagarmi un po' con due amici. Così siamo partiti in auto per una normale giornata di relax e allo stesso tempo avventura nella foresta. Per la verità mi aspettavo che l'avventura si rilevasse per un eccesso di insetti molesti, in questa stagione. Le piogge e il caldo hanno moltiplicato questi fastidiosi compagni di strada".