L’accumulo di denaro, al riparo dai ladri, doveva avvenire in punti protetti, ma non troppo interni alla casa. Gli scavi archeologici o i ritrovamenti fortuiti di monete e ori portano spesso alla luce i preziosi alla base di muri di recinzione o nel terreno delle cantine o nei cortili. Ma anche la fessura di una roccia poteva prestarsi come nascondiglio.
Quindi gli antichi tendevano a spiazzare i ladri, sfidando la propria apprensione. Il muro di un giardino, per quanto apparentemente più esposto, non rientra nelle aree indagate dai ladri, che invece perquisiscono l’interno delle case, strappano cuscini e materassi, tolgono quadri per vedere se ci sono buchi nel muro o casseforti. Anche i controsoffitti sono oggetto delle loro attenzioni. Gli antichi? Sotto un muro. Appena esterno alla casa.
Nell’arido paesaggio collinare di Modi’in-Maccabim-Re’ut, una scoperta archeologica ha rivelato un tesoro nascosto per oltre due millenni. Durante gli scavi effettuati diversi anni fa a Horvat Ashun, prima della costruzione del quartiere Moreshet, è stato rinvenuto un gruppo di monete d’argento risalenti al periodo asmoneo, databili tra il 135 e il 126 a.C. Le monete erano celate in un crepaccio di roccia, accanto a un imponente muro che circondava una vasta tenuta agricola.
Questa scoperta, ora esposta al pubblico presso il “Museo del Patrimonio Asmoneo” di Modi’in, offre un’affascinante finestra sulla storia del tardo periodo ellenistico.
Le monete, un raro tesoro d’argento, comprendono sicli e mezze shekel (tetradracmi e didracmi) coniati nella città di Tiro. Su di esse sono raffigurati i re seleucidi Antioco VII e suo fratello Demetrio II, sovrani di un’epoca tumultuosa in cui il controllo del territorio era spesso contestato.
“È emozionante pensare che questo tesoro di monete abbia atteso per oltre 2000 anni finché non l’abbiamo scoperto,” ha dichiarato Abraham Tendler, direttore degli scavi per conto dell’Autorità per le antichità israeliane. Tendler suggerisce che uno dei residenti della tenuta avesse probabilmente nascosto il suo denaro, frutto di mesi di risparmi, con l’intenzione di recuperarlo in un secondo momento. Tuttavia, per ragioni sconosciute, il proprietario non fece mai ritorno, lasciando che il suo tesoro rimanesse sepolto nella roccia.
Oltre alle monete d’argento, gli scavi hanno portato alla luce numerose monete di bronzo coniate dai governanti asmonei, recanti i nomi di illustri personaggi come Yohanan, Giuda, Jonathan e Mattathias, con l’iscrizione “Sommo sacerdote e capo del Consiglio degli Ebrei”. Questi ritrovamenti indicano che la tenuta agricola continuò a prosperare anche durante l’inizio del periodo romano.
Ma la storia di questo sito non si esaurisce qui. Gli scavi hanno rivelato che gli abitanti della tenuta presero parte alla Prima rivolta ebraica contro i Romani, scoppiata nel 66 d.C. Altre monete di quel periodo, rinvenute sul posto, riportano le date “Anno Due” e “Anno Terzo” della rivolta, accompagnate dallo slogan “Libertà di Zion”. Anche dopo la distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C., la tenuta continuò a funzionare, con gli abitanti che nutrivano ancora speranze di indipendenza da Roma.
In preparazione della rivolta di Bar Kokhba (132-136 d.C.), i residenti rafforzarono le difese della tenuta. “Abbiamo scoperto come, in preparazione della rivolta, i residenti riempirono di grandi pietre la fila di abitazioni adiacenti al muro esterno dell’edificio, creando così un muro fortificato,” ha spiegato Tendler. Sotto i pavimenti della tenuta, sono stati scoperti sistemi di nascondiglio scavati nella roccia, collegati tramite gallerie a cisterne d’acqua, pozzi di deposito e altri rifugi.
In una delle aree di scavo, è emerso un bellissimo bagno rituale (mikveh) che, a un esame più approfondito, ha rivelato l’ingresso a un vasto sistema di nascondigli usati durante la rivolta di Bar Kokhba. Tra gli oggetti ritrovati vi sono anche monete coniate dai ribelli, che recano i nomi del leader della rivolta, Simone Bar Kokhba, e del prete Eleazar, con iscrizioni come “Per la libertà di Gerusalemme” e “Anno Uno della Redenzione di Israele”.
Oggi, grazie all’istituzione di un parco archeologico sulla collina di Ashun, il pubblico ha l’opportunità di esplorare da vicino questo sito ricco di storia. La visita offre un viaggio nel tempo, permettendo ai visitatori di immergersi nelle vicende di un’epoca lontana, tra la lotta per la libertà e la speranza di redenzione.