Due relitti di navi romane trovati nella laguna di Grado. Operazione di salvaguardia

A scoprirli sono stati i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia di Trieste

di Michele Randolfi

La laguna di Grado (GO) restituisce due relitti di navi romane. I ritrovamenti testimoniano quello che doveva essere il sistema portuale diffuso della metropoli Aquileiese, in cui lo scalo gradese costituiva una vera cerniera tra le rotte marine e la vasta continuità d’acque interne fluvio-lagunari dell’arco adriatico. A scoprirli sono stati i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia di Trieste. Il primo relitto, chiamato “Grado 6“, è stato individuato in laguna, nell’ambito di un’attività di monitoraggio dei siti sommersi, assieme alla Soprintendenza alle Belle Arti del Fvg.

Nei giorni successivi, gli archeologi subacquei dell’ateneo friulano hanno poi osservato che al canale di accesso alla laguna emergevano alcune costole portanti dello scafo lungo un allineamento di oltre 12 metri. La pulizia a mano ha messo in luce anche parte del pagliolato e soprattutto di un corso di fasciame, in cui è perfettamente visibile l’assemblaggio tramite mortase e tenoni, tipico dell’epoca romana.

In rapida successione è stato controllato un sito segnalato nel 2019, da cui era stata recuperata parte di un’ancora romana, che ha portato al secondo ritrovamento, chiamato “Grado 5“, costituito da alcuni corsi di fasciame ed elementi dell’ossatura dello scafo riconducibili alla fiancata di una nave: stando alla datazione resa possibile dal rinvenimento di un’anfora, la nave è naufragata tra la fine del II e gli inizi del I secolo avanti Cristo.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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