Quel piccolo volto sorridente, simile a quello di un clown antichissimo, lo ha guardato dritto, da terreno. Un oggetto piccolo ma iconograficamente prezioso. Prodotto dai romani tra il 43 e il 100 dopo Cristo.
Nei giorni precedenti il Natale, un appassionato di metal detecting ha deciso di impiegare il proprio tempo libero per esplorare un campo, rispettando rigorosamente le normative in materia di ricerche archeologiche. Durante la passeggiata, la sua strumentazione ha segnalato un oggetto metallico sepolto a una modesta profondità. Con l’aiuto di una paletta dalla lama concava, l’uomo ha portato alla luce un reperto che si è rivelato una fibula romana.
In questo caso, una spilla di piccole dimensioni sulla quale appaiono diversi simboli – probabilmente portafortuna, – che visto nell’insieme arcimboldesco, compongono una figura, forse il volto di un uomo che sorride. Non deve stupirci questo composito modo di comporre perché appartiene all’antichità classica. Arcimboldo, uomo del tardo Rinascimento, attinse proprio alle conoscenze dei classici, proprio rispetto alle immagini composite – cioè formate da più immagini – e reversibili, che cambiano – cioè – girando l’immagine stessa.
Una scoperta nel rispetto della legge
L’appassionato, seguendo la procedura prevista dal Portable Antiquities Scheme, ha segnalato tempestivamente il ritrovamento alle autorità competenti. Il reperto è stato catalogato in queste ore e descritto dettagliatamente in una scheda compilata dagli esperti del settore. La spilla di epoca romana, databile tra il 43 e il 100 d.C., è stata rinvenuta nel distretto di East Hampshire, presso la parrocchia civile di Wield. L’oggetto, lungo 41 mm, largo 23 mm e del peso di 17,92 g, è stato realizzato in bronzo mediante fusione. Il reperto è stato classificato come fibula di tipo Aesica.
La spilla, trovata il in questo dicembre 2024, rappresenta un notevole esempio di artigianato romano, probabilmente utilizzata come elemento decorativo e funzionale per fissare abiti.
La fibula: utilità e simbologia
La fibula era utilizzata dai Romani per assicurare i mantelli e altri indumenti. Ma il suo ruolo andava oltre la semplice praticità: essa era un simbolo di appartenenza sociale, culturale o militare. Questo particolare tipo di fibula è legato alla tradizione del forte romano di Æsica, situato lungo il Vallo di Adriano, suggerendo possibili connessioni tra il reperto e le fortificazioni settentrionali dell’impero romano.
I romani nel circondario
Wield – il luogo del ritrovamento – è una piccola parrocchia civile situata nel distretto di East Hampshire, a circa 80 chilometri a sud-ovest di Londra. Circondata da campi e boschi, questa località offre uno scorcio della tipica campagna inglese, con una storia che si intreccia con epoche lontane.
Presenza romana a Wield
Nel territorio di Wield, a quanto risulta, non ci sarebbero vestigia romane che testimonino un insediamento romano di rilievo. Tuttavia, l’area è vicina ad alcuni siti che furono cruciali durante l’occupazione romana della Britannia.
Insediamenti romani vicini
I più importanti insediamenti romani prossimi a Wield includono:
- Silchester (Calleva Atrebatum), a circa 20 chilometri a nord, una delle città romane meglio studiate grazie ai suoi resti monumentali, come il foro, il teatro e le mura cittadine.
- Winchester (Venta Belgarum), a circa 25 chilometri a sud, antica capitale della tribù celtica dei Belgae e successivamente un centro amministrativo romano, con resti di terme, strade e mura cittadine.
- Alton, a soli 7 chilometri a est, dove sono stati rinvenuti oggetti romani come ceramiche e monete, che suggeriscono un piccolo insediamento o stazione commerciale lungo una strada secondaria romana. E’ probabile che il romano che perse la spilla agisse proprio nell’orbita di questa “stazione di servizio”.
Wield, pur essendo al margine di questi importanti centri, è un esempio di come la campagna circostante fosse probabilmente integrata nel tessuto economico e viario romano, anche se non lascia tracce imponenti.
Una spilla romana Aesica è una tipologia di fibula appartenente al periodo romano, caratterizzata da una struttura elegante e funzionale. Come ben sappiamo, spillee fibule non erano tutte uguali. Quindi rileviamo le peculiarità di questa spilla tipo Aesica. Ecco una descrizione della forma sotto il profilo delle sue componenti principali:
- Arco:
L’arco della spilla è curvilineo (lo vediamo nell’immagine centrale, nella foto), generalmente alto e slanciato. Può essere decorato (lo vediamo nell’immagine a sinistra) con nervature, incisioni, o motivi geometrici, conferendo alla fibula un aspetto raffinato. - Ali:
Le ali, situate ai lati dell’estremità superiore, servono a proteggere il perno e a garantire il meccanismo di chiusura. In genere sono cilindriche, con una decorazione semplice o più complessa, a seconda dello stile e dell’epoca. - Molla e perno:
La spilla Aesica utilizza una molla di tipo bilaterale o un sistema a molla semplice per il meccanismo di apertura e chiusura. Questo elemento funzionale è spesso ben integrato nel design. - Piedino:
Il piedino si estende dall’arco verso il basso, spesso terminando in una forma appuntita o decorata con una placca finale. Può presentare ornamenti aggiuntivi, come globi, pomelli o motivi incisi. - Staffa e cattura:
La staffa, che funge da supporto per l’ago, è ben definita e offre un’ulteriore stabilità alla spilla. La cattura (o staffetta) è il punto in cui l’ago si blocca, assicurando la chiusura.
La forma complessiva della spilla Aesica è bilanciata, con proporzioni che combinano funzionalità e design estetico. Questi oggetti erano utilizzati sia come strumenti pratici per fissare abiti, sia come ornamenti simbolici e di status.
Il forte di Æsica: un legame storico
La fibula ritrovata trova analogie con oggetti rinvenuti presso il forte romano di Æsica, costruito come il nono forte lungo il Vallo di Adriano. Situato vicino al fiume Haltwhistle Burn, questo avamposto aveva il compito di proteggere una zona vulnerabile della fortificazione. La guarnigione del II secolo era composta dalla Sesta Coorte dei Nerviani, seguita dalla Sesta Coorte dei Reti, mentre nel III secolo vi risiedeva la Seconda Coorte degli Asturiani, con un distaccamento di Raeti Gaeseti.
Il forte, di forma rettangolare, occupava un’area di circa 12.000 metri quadrati ed era dotato di tre porte principali e un sistema di torri angolari. La via militare lo attraversava, collegandolo al resto del Vallo e al vicus situato nelle vicinanze, dove sono state rinvenute numerose lapidi e reperti personali.
Ritrovamenti passati ad Æsica
Nel 1894, scavi archeologici presso il forte portarono alla luce una serie di manufatti preziosi, tra cui una spilla smaltata a forma di lepre, considerata un capolavoro dell’arte celtica, e altri gioielli di grande valore. Questi ritrovamenti, insieme alla recente scoperta della fibula, sottolineano l’importanza di Æsica come centro di vita militare e civile durante il periodo romano.