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Finito lo scavo. Ecco com’erano le tombe etrusche dell’altopiano delle Onde marine di Cerveteri


Lo scavo esterno @ Nucleo Archeologico Antica Caere odv
Si scende verso l’accesso della camera sepolcrale @ Nucleo Archeologico Antica Caere odv
La porta della tomba @ Nucleo Archeologico Antica Caere odv

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Cerveteri, 11 dicembre 2023 -Encomiabile il lavoro che consente di vedere le antiche tombe etrusche, dopo l’asportazione del terreno franato nei secoli. L’opera, con massima attenzione e con il controllo del terreno rimosso, viene svolta a Cerveteri dal Nucleo Archeologico Antica Caere odv e dal Lucumone onlus presso Necropoli Etrusca della Banditaccia.
E’ di queste ore l’annuncio del “completamento del lavoro di ripulitura della tomba n.2349 e inizio del lavoro presso dromos esterno tomba n.2350, settore ellenistico altipiano Onde Marine. I lavori di ripulitura sono a cura dei volontari del Nucleo Archeologico Antica Caere odv e de Il Lucumone onlus, con il supporto della Dott.ssa Gilda Benedettini e sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale. L’area diventa sempre di più interessante e affascinante dal punto di vista monumentale e architettonico”.

@ Nucleo Archeologico Antica Caere odv
@ Nucleo Archeologico Antica Caere odv

Per giungere qui, bisogna dirigersi a Cerveteri, poi verso la Banditaccia e proseguire per le ondulazioni dell’altopiano delle Onde marine. Il paesaggio è meraviglioso. Il culto della vita eterna e della certezza dell’immortalità dell’essere diviene un viaggio gioioso.

Si scava verso l’accesso della sepoltura. Immagine scattata dal Nucleo Archeologico Antica Caere e dal Lucumone onlus
Nella camera sepolcrale di una tomba del III-IV secolo a.C. con il Nucleo Archeologico Antica Caere e del Lucumone onlus

Con badili si rimuove attentamente il terreno che si è accumulato nei secoli. Nella camera sepolcrale, là sotto, dopo la scala, rocce blu occhieggiano tra la malta, come lacerti di un cielo sereno.

La necropoli della Banditaccia – che comprende l’area oggetto di ulteriore indagine – è una necropoli etrusca, afferente all’antica città di Caere, sita su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, in provincia di Roma.
Caere (detta anche Caisra o Cisra in etrusco) era un’antichissima città dell’Etruria meridionale (nel Lazio moderno), la cui fondazione risalirebbe al XIV secolo a.C., sorgeva sul luogo dell’attuale Cerveteri. Fu fondata dai Pelasgi (così i Greci dell’età classica indicavano le popolazioni preelleniche della Grecia) con il nome di Agylla. Fu chiamata Kyšryʼ dai Fenici e Caere vetus dai Romani. Da qui il nome Cerveteri.

La necropoli si estende per circa 400 ettari e vi si trovano molte migliaia di sepolture (la parte recintata e visitabile rappresenta soli 10 ettari di estensione e conta circa 400 tumuli), dalle più antiche del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più “recenti” del periodo ellenistico (III secolo a.C.). La sua origine va ricercata in un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana, e il nome “Banditaccia” deriva dal fatto che dalla fine dell’Ottocento la zona viene “bandita”, cioè affittata tramite bando, dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale. Vista la sua imponenza, la Necropoli della Banditaccia è la necropoli antica più estesa di tutta l’area mediterranea.

Le tombe a tumulo che sono generalmente le più antiche – dal VII secolo a. C. – hanno grandi dimensioni e al loro interno sono organizzate come una dimora etrusca dell’epoca. Sono caratterizzate da una struttura tufacea a pianta circolare con un corridoio (dromos) che dà accesso alle varie stanze.
Nel V secolo a.C. le tombe a tumulo furono sostituite da quelle “a dado”. Quest’ultime consistono in una lunga schiera di tombe allineate regolarmente lungo vie sepolcrali. Nella parte visitabile della Necropoli della Banditaccia ci sono due di queste vie, via dei Monti Ceriti e via dei Monti della Tolfa, risalenti al VI secolo a.C..

Le sepolture più “recenti” sono del III secolo a.C., periodo dell’ellenizzazione etrusca. La sepoltura più rappresentativa di questo periodo risulta essere la “tomba dei Rilievi”, risalente al IV secolo a.C. e appartenuta alla famiglia dei Matunas. La tomba scavata ora sull’altopiano appartiene a questo periodo.