Impostare le strutture, lasciandole finire alle api. Le opere di Libertíny alla Biennale architettura 2021. Le foto, il video

Questa collaborazione, con indirizzo progettuale, tra uomo e api è stata portata alle massime conseguenze visive e strutturali con la ripresa del ritratto di Nefertiti, realizzato grazie a una struttura di rete modellata che è stata poi riempita di cera e cellette, in due anni, da 60mila api


TOMÁŠ GABZDIL LIBERTÍNY (1979), artista e designer slovacco, attualmente vive e lavora a Rotterdam. Hanno suscitato particolare interesse – anche alla Biennale architettura, Venezia, 2021 – le opere in cui profila l’interazione tra lavoro strutturale umano e la paziente tessitura di completamento svolta dalle api. Nato in Slovacchia, proveniente da una famiglia di architetti e storici, Libertìny ha studiato Ingegneria e design all’Università Tecnica di Košice.

Ha ricevuto la borsa di studio dell’Open Society Institute per l’Università di Washington a Seattle, dove ha approfondito le conoscenze di pittura e scultura. Ha continuato i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava proseguendo i propri approfondimenti in pittura e design concettuale. Dopo aver ricevuto la prestigiosa borsa di studio Huygens, si è iscritto al programma Master presso la Design Academy Eindhoven dove ha conseguito il MFA nel 2006.
Le opere presentate alla Biennale architettura, a Venezia, indicano la ricerca di un’interazione costante e virtuosa tra forme progettate e natura, orizzonte verso il quale l’architettura contemporanea sta dirigendosi. Questa collaborazione, con indirizzo progettuale, tra uomo e api è stata portata alle massime conseguenze visive e strutturali con la ripresa del ritratto di Nefertiti, realizzato grazie a una struttura di rete modellata che è stata poi riempita di cera e cellette, in due anni, da 60mila api.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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